Cronaca

Ponte Verdi, l'angelo e le
buche ancora da sistemare

C’è da sperare che siano effettuate le necessarie verifiche e gli eventuali interventi di messa in sicurezza. Nel frattempo, a pochi metri di distanza, lungo il guard rail, qualcuno ha posato un piccolo angioletto: c’è da sperare che possa proteggere chi affronta il viadotto e illuminare coloro che, per ufficio, hanno il dovere di occuparsi di questo viadotto e della sua stabilità. GUARDA IL VIDEO

“Povero ponte!”. E’ questa l’esclamazione che, inevitabilmente, nasce quando si parla del ponte Giuseppe Verdi, il lungo viadotto che unisce le regioni Emilia Romagna e Lombardia, le province di Cremona e Parma, nel tratto compreso tra San Daniele Po, Roccabianca e Polesine Zibello. Un grande malato, per i suoi notevoli problemi strutturali (e pensare che è stato inaugurato nel 1980, vale a dire 42 anni, non secoli, fa); definito strategico, in più occasioni e a più riprese, da non pochi politici, dell’una e dell’altra parte. I finanziamenti, per carità, sono arrivati; lavori ne sono stati fatti ed altri se ne faranno (per 20 milioni di euro, non prima dell’estate 2023, così hanno annunciato in tempi non sospetti gli “addetti ai lavori”). Ma le semplici manutenzioni, quelle che servirebbero proprio per evitare conseguenze strutturali gravi, dove sono? E’ una domanda che in tanti si sono fatti ieri mattina, giovedì 18 agosto, percorrendo, a loro rischio e pericolo, il ponte. Sì, proprio così, a loro rischio e pericolo. Perché, ed è stato sufficiente il nubifragio di ieri per mettere in rilievo i limiti di questa struttura che, a detta degli esperti, sarebbe strategica. E’ bastato effettuare una rapida verifica, nel tratto compreso tra l’imbocco dalla parte emiliana e l’impianto semaforico, gli scoli (o presunti tali) sono colmi di erba e di detriti (senza contare le voragini che spiccano sulle passerelle pedonali laterali) e la conseguenza è stata quella di un enorme peso dell’acqua, con i veicoli in transito che hanno avuto non poche difficoltà tra fenomeni di acqua playning e simili. Il video che pubblichiamo, messo a disposizione da un cittadino della zona, evidenzia i fatti più di qualsiasi parola. Con la speranza che, chi di dovere, non risponda come al solito che è piovuto troppo. Perché se ogni volta che arriva una pioggia copiosa e causa problemi si dice che ne è scesa troppa in poco tempo, si rischia di diventare poco credibili oltre che chiaramente scontati. Le manutenzioni, anche quelle ordinarie, sono fondamentali per tenere in “salute” qualsiasi infrastruttura, e per evitare conseguenze che nessuno si augura. Di certo, e questo lo hanno osservato in tanti, funziona bene l’autovelox posto lungo il viadotto. Velox di ultima generazione che, nel tempo, ha fatto un sacco di “vittime” e, al suo primo anno di attività, ha portato nelle casse della Provincia di Cremona qualcosa come 2 milioni e 100mila euro di sanzioni. A proposito di manutenzioni e limiti della struttura, va anche aggiunto che proprio all’imbocco del ponte, dalla parte emiliana, si è formata una vistosa voragine tra la strada e il marciapiede pedonale. C’è da sperare che siano effettuate le necessarie verifiche e gli eventuali interventi di messa in sicurezza. Nel frattempo, a pochi metri di distanza, lungo il guard rail, qualcuno ha posato un piccolo angioletto: c’è da sperare che possa proteggere chi affronta il viadotto e illuminare coloro che, per ufficio, hanno il dovere di occuparsi di questo viadotto e della sua stabilità.

Eremita del Po, Paolo Panni

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