Le cataste di legno rimaste lì e
la sensazione di un'occasione persa
Ora che il Po sta tornando a gonfiarsi, la polemica si sposa con la sensazione di un’occasione persa. Più volte segnalato sia dai lettori che dagli uomini di Po, il tema è quello delle cataste di legno che si accumulano sotto i ponti, come ad esempio quello che collega Viadana a Boretto.

Ora che il Po sta tornando a gonfiarsi, la polemica si sposa con la sensazione di un’occasione persa. Più volte segnalato sia dai lettori che dagli uomini di Po, il tema è quello delle cataste di legno che si accumulano sotto i ponti, come ad esempio quello che collega Viadana a Boretto.
“Non era possibile – si sfoga un lettore – organizzare la rimozione di tutte quelle tonnellate di legname che premono su tutti i piloni di sostegno o è una cosa troppo complicata visto anche la presenza a poche centinaia di metri di una ditta (la Bacchi, ndr) che ha tutte le attrezzature e competenze? Tutte quelle decine di uffici, organizzazioni, enti e stipendifici di stato cosa fanno tutto il giorno? Il problema è evidente da moltissimo tempo ma dobbiamo aspettare che crolli il ponte con una delle piene devastanti che arriveranno in autunno”.
A rincarare la dose è Giuliano Landini, capitano della Motonave Stradivari, che proprio tra Viadana e Boretto è ormeggiata. “Poi se un giorno capitasse che qualche piromane gli girasse per la mente di accendere un fuocherello all’ammasso di legname accatastato contro le pile del ponte, non lamentiamoci perché son quasi 2 anni che lì giacciono. Inoltre nella campata navigabile troviamo un enorme albero di traverso che sporge parecchi metri proprio nel passaggio segnalato per la navigazione, quindi a rischio per il navigante. Questa è la dimostrazione di quanto le istituzioni competenti (in questo caso le province, ndr) hanno a cuore il fiume Po e le sue infrastrutture. Questa è l’Italia oggi”.
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