Arte

Il Déjà-Vu di Marco Goi da giovedì in
mostra al Torrazzo di Commessaggio

E’ un lavoro immenso quello che si potrà gustare nel suggestivo interno del Torrazzo a Commessaggio, è la fatica di un artista le cui ispirazioni o idee ora fanno a botte, ora si amano in un continuo processo dialettico, in un eterno ritorno che viene disturbato nella sua ciclicità dal genio, per dare vita a qualcosa di nuovo, di rigenerato e sempre in movimento

Quando gli psichiatri si riferiscono a déjà vu, non intendono un evento noto del passato che si ripete, accompagnato da stupore euforico o annoiata condiscendenza. Piuttosto, qui abbiamo una ripetizione solo apparente, del tutto illusoria. Crediamo di aver già sperimentato (o visto, sentito, fatto, ecc.) qualcosa che, di fatto, sta accadendo per la prima volta proprio in questo momento. Confondiamo l’esperienza attuale per la copia molto fedele di un originale che non è mai realmente esistito. Crediamo di riconoscere qualcosa di cui solo ora siamo consapevoli” (Paolo Virno)

Questo l’incipit che si trova nel catalogo riferito alla nuova esposizione di Marco Goi, artista casalasco poliedrico che da tempo si muove in più ambiti: pittura, digital art, grafica, design, illustrazioni, installazioni, video, regia, sceneggiatura. Il titolo – Déjà-Vu – è un pretesto per parlare del tempo passato, presente e futuro ma non solo, un’occasione per rapportarsi col quarto tempo, quello “finito-non-finito” quello sospeso, intimo, introspettivo. Serviva una parola che indagasse in maniera verticale il tempo e portasse il visitatore, attraverso le opere esposte, ad esaminare il proprio tempo personale, mistico, spirituale. La mostra allestita nel Torrazzo a Commessaggio sarà inaugurata giovedì 1° settembre alle ore 19.30.

Le opere occupano interamente i quattro livelli del Torrazzo e si snodano “vom Grund zum Oben”, per richiamare la corrente Sturm und Drang a cui in certi punti l’artista si avvicina, in un percorso quasi surreale di opere e generi differenti che si contaminano tra loro, scardinano schemi e confini e portano a spasso nel tempo chi le attraversa, un tempo verticale, senza inizio né fine, ora illusorio ed effimero, ora fatto di momenti personali e intimi che si palesano ad ognuno, un viaggio nel concetto generale di tempo a caccia del proprio in un ciclo continuo di cambiamento e evoluzione.

Il primo livello presenta PALAZZOGGETTI una serie di stampe ottagonali in cui vengono unite grafica e illustrazione, architettura e design attraverso la crasi fra immagini di palazzi conosciuti e oggetti di uso quotidiano in cui gli elementi escono dal loro ruolo e danno vita a qualcosa di nuovo, di diverso. Al centro della stanza un’installazione realizzata col contributo dello scultore Brunivo Buttarelli mentre Stefano Donzelli, Lorenzo Marasi e Lorenzo Cavalli, sono teste parlanti di ologrammi futuristici proiettati alle pareti.

Il secondo livello ospita i cortometraggi coi quali LOMA VIDEO ha vinto svariati concorsi e di cui Goi è regista, sceneggiatore e talvolta attore. Al centro una installazione mette in mostra i vari scritti, disegni, progetti, sceneggiature, quelli che potrebbero essere definiti gli scarabocchi dell’artista.

Il terzo livello mostra LEDONNENUDE porzioni di corpi nudi, dipinti olio su tela, immagini ripescate dai classici che l’artista sporca, rovina, deturpa andandoci sopra con altre linee, altri materiali. Una ricerca evolutiva che prende spunto dal classico e ne spezza le regole, l’opera non è più perfetta e nella sua imperfezione assume un sapore di rinascita, di rinnovamento fino a liberarsi anche dal suo stesso autore
Il quarto livello è dedicato a NUVOLEDISEGNATE una serie di fotografie in stampa fine art rappresentanti cielo e nuvole. E come spesso accade a bimbi e adulti, nella materia bianca ed impalpabile delle nuvole scorgiamo immagini. Marco, con tecnica digitale, ne traccia sottili linee nere che vanno a creare immagini, personaggi, animali, figure mitologiche che raccontano storie. La natura che palesa l’onirico, la fiaba che nasce da un’idrometeora composta da minute particelle di acqua condensata.

Ogni livello ha una sua installazione, di cui Marco Goi non vuole svelare troppo, e una colonna sonora composta dagli amici musicisti Michele Veneziano e Michele Consolini. Ogni spazio, ogni opera sono ampiamente raccontate nel catalogo da Nicole Cova, curatrice della mostra, che ne dà spiegazione in maniera sublime, supportata da un ricco substrato culturale unito a grande sensibilità artistica, suo sarà pure l’intervento introduttivo in sede di inaugurazione.

E’ un lavoro immenso quello che si potrà gustare nel suggestivo interno del Torrazzo a Commessaggio, è la fatica di un artista le cui ispirazioni o idee ora fanno a botte, ora si amano in un continuo processo dialettico, in un eterno ritorno che viene disturbato nella sua ciclicità dal genio, per dare vita a qualcosa di nuovo, di rigenerato e sempre in movimento. Non manca il supporto di alcuni amici artisti perché per Marco, e per tutti loro, l’arte è condivisione, contaminazione, ricerca comune, arricchimento.

Classe ’91 Marco Goi si diploma l’Accademia di Belle Arti LABA di Brescia nel 2015; ha già esposto in Francia, Roma, Milano, Torino ed Atene. E’ un artista complesso, vulcanico, stracolmo di storie che aspettano il loro turno, è un giovane uomo che sente a nervo scoperto a cui la natura ha fatto dono di eccellenti qualità per tradurre il suo sentire in arte.

Doverosi ringraziamenti vanno:
ALLESTIMENTO E SPAZI: Associazione Culturale Il Torrazzo – Comune di Commessaggio
SPONSOR: Seletti SPA – Fabbrica Digitale – Pennelli Cervus
SERVICE: ZeroDB di Emanuele Piseri
AMICI-ARTISTI: Brunivo Buttarelli – Nicole Cova – Lorenzo Calli – Lorenzo Marasi – Stefano Donzelli – Michele Veneziano – Michele Consolini

La mostra resterà aperta il sabato e la domenica dal 01/09 al 02/10 dalle 10.00 alle 12 e dalle 15.00 alle 19.00. A richiesta è possibile visitarla in altri giorni previa prenotazione al 3408353367. Si informa inoltre che ai piani superiori si accede solo tramite le scale in quanto la struttura non è provvista di ascensore.

Giovanna Anversa

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