Torbiere Marcaria, Noi Ambiente e
Salute risponde al Parco Oglio Sud
Già qualcuno di noi il mese scorso aveva denunciato "Siamo a Marcaria: si sta distruggendo un habitat con innumerevoli specie animali e vegetali che scompariranno nella indifferenza generale. Stamattina (ieri mattina per chi legge, ndr) i nostri ragazzi, che seguono il corso Laudato Si' promosso dalla Comunità locale, se ne sono resi conto


Prima di puntare – seppur giustamente – il dito contro le altrui responsabilità bisognerebbe guardare a ciò che si sarebbe potuto fare e non si è fatto. Magari alle proprie responsabilità. Questo in estrema sintesi il contenuto del comunicato di Noi Ambiente e Salute relativo alla situazione delle Torbiere di Marcaria. Comunicato che qui pubblichiamo in maniera integrale. “Leggiamo nelle ultime notizie che il Parco Oglio Sud punta il dito verso gli incivili che abbandonano i rifiuti nella zona umida delle torbiere di Marcaria minacciando di installare una videosorveglianza. Anche se condividiamo la legittima preoccupazione, ricordiamoci che quando puntiamo il dito almeno altri tre sono puntati verso chi giudica. Primo: occorre ricordare che il principale degrado dell’area, una delle zone umide più belle ed importanti del Parco Oglio Sud, irriconoscibile durante l’ultima estate, in quanto negli ultimi mesi stava diventando un deserto, è causato dalla scarsità di acqua provocata dalla volontà umana, nella totale disattenzione. Già qualcuno di noi il mese scorso aveva denunciato “Siamo a Marcaria: si sta distruggendo un habitat con innumerevoli specie animali e vegetali che scompariranno nella indifferenza generale. Stamattina (ieri mattina per chi legge, ndr) i nostri ragazzi, che seguono il corso Laudato Si’ promosso dalla Comunità locale, se ne sono resi conto. Rispetto lo scorso anno l’area è irriconoscibile. C’è acqua inesauribile per innaffiare il mais e altre colture, ma si priva questa area protetta, dell’acqua necessaria per la sopravvivenza”. È chiaro che se le persone comuni vivono e osservano questo stato di abbandono si adeguano alla situazione approfittandosi dell’incuria. Secondo: è ormai nota e risaputa la annosa insostenibilità e problematica dannosità di un impianto di trattamento delle fogne comunali all’interno di questa area, occorrerebbe monitorare adeguatamente ciò che entra ed esce da questo impianto per valutarne l’efficacia e il reale funzionamento. La moria di pesci nei corsi d’acqua limitrofi, a cui ogni tanto assistiamo, sono la cartina di tornasole. Occorre porvi rimedio urgentemente per coerenza e credibilità, i soldi ci sono basterebbe inserirlo nelle opere del piano d’ambito dell’Ato. Terzo: la videosorveglianza per avere senso ed efficacia va in ogni caso supportata da azioni concrete da parte di tutti gli organi a vari livelli dell’Ente Parco attraverso una manutenzione e cura costante dei corsi d’acqua e dell’area verde delle Torbiere, con la sorveglianza non solo dei gesti di incivili, ma anche degli effetti dei fenomeni climatici estremi quando vengono sradicati alberi, interrotti sentieri e passerelle per la presenza di rovi e rami abbattuti, quando mancano attrezzature apposite per il deposito dei rifiuti ecc.E non lamentiamoci che non ci sono risorse, perché se si trovano per installare telecamere, si trovano anche per altri investimenti. Poi va coltivata una coscienza e una corresponsabilità generale nella comunità in cui è tutelata questa area coinvolgendo amministrazioni comunali, associazioni di volontariato, gruppi di anziani, gli oratori le Gev, ecc. Noi come associazione di volontariato è già il secondo anno che realizziamo, insieme ad altre realtà del territorio, un corso per bambini e ragazzi proprio per creare questa mentalità“.
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