Quattrocase, le sue zucche e un'ode
di chi la frazione la conosce bene
"Il viso si illumina, il sorriso si accentua, le forze e l'entusiasmo raddoppiano, spesso anche la stanchezza ma il desiderio di far sentire il calore e l'affetto a chi partecipa supera ogni sforzo. Quel piccolo paese è il mio, è un pezzo del mio cuore, è la storia di una vita vissuta e condivisa con gente semplice". GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1
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Il pienone si è verificato per tre serate di fila, con i concerti in successione degli Alterego, della 5Live coverband e il liscio dell’orchestra Felice Piazza. Senza scordare, sempre nella zona dell’ampio spiazzo della chiesa parrocchiale, ma sul perimetro esterno, il Motoraduno di domenica mattina, intitolato alla memoria di Federico Cuomo. Parliamo della festa Quattrocase e le sue zucche, della quale avevamo dato un primo resoconto legato alla serata inaugurale.
Negli spazi del campo sportivo dell’oratorio è stato impressionante l’afflusso di persone dalle frazioni del comune di Casalmaggiore e ovviamente anche dai paesi limitrofi, che vedono ormai in Quattrocase e nelle sue due sagre organizzate dal Gruppo Emergenti (la prima a giugno, la seconda l’ultimo weekend di agosto, appunto) un punto di riferimento e la certezza di trovarsi a proprio agio. Con un plauso agli organizzatori e al centinaio di volontari impegnato nella preparazione in cucina e nel servizio ai tavoli.
E un’ode, scritta da Luisa Cavalli Teodoro, al proprio paese e alla sua vitalità: “C’è un paese talmente piccolo nella “bassa” di cui pochi ne conoscono l’esistenza, eppure per qualche giorno l’anno si anima e si veste a festa desideroso di accogliere e deliziare i palati di chi viene a fargli visita. La gente che vi abita sfodera grembiuli colorati per l’occasione, lucida tegami e padelle, prepara lunghe tavolate, le vie si inebriano dei profumi del cibo. Ovunque si respira allegria, la musica accompagna le ore spensierate… in questo paese ognuno riveste la sua parte per la buona riuscita e perché tutto funzioni. Tutti si aiutano, grandi e piccini, nonni e nipoti, padri e figli, gli amici con gli amici, perché in quei giorni diventa tutto più magico.
Il viso si illumina, il sorriso si accentua, le forze e l’entusiasmo raddoppiano, spesso anche la stanchezza ma il desiderio di far sentire il calore e l’affetto a chi partecipa supera ogni sforzo. Quel piccolo paese è il mio, è un pezzo del mio cuore, è la storia di una vita vissuta e condivisa con gente semplice, ricca di valori ed ogni volta che la festa finisce, si spegne l’ultima luce e cala il sipario, ti fa dire: È STATO BELLO ESSERCI! Ci vediamo l’anno prossimo!”.
redazione@oglioponews.it (video Alessandro Osti)