Cronaca

Aumento costi energetici: la
voce ai sindaci (prima parte)

Ne abbiamo parlato con i primi cittadini. In questo caso con il sindaco di Rivarolo del Re Luza Zanichelli, il sindaco di Martignana di Po Alessandro Gozzi, il primo cittadino di Bozzolo Giuseppe Torchio e il primo cittadino di Sabbioneta Marco Pasquali. La preoccupazione li accomuna e le difficoltà ci sono, dirette ed indirette

Sarà un autunno difficile. E ancor di più lo sarà l’inverno. E non solo per le famiglie, non solo per le imprese, ma anche per associazioni ed enti pubblici che si troveranno a dover gestire i costi esorbitanti legati all’aumento di luce e gas per riscaldamento e gasolio per autotrasporto. E servirà certamente molto di più di quanto fatto dal governo sino ad ora e che basterà probabilmente per qualche mese. Ne abbiamo parlato con i primi cittadini. In questo caso con il sindaco di Rivarolo del Re Luza Zanichelli, il sindaco di Martignana di Po Alessandro Gozzi, il primo cittadino di Bozzolo Giuseppe Torchio e il primo cittadino di Sabbioneta Marco Pasquali. La preoccupazione li accomuna e le difficoltà ci sono, dirette ed indirette.

LUCA ZANICHELLI (RIVAROLO DEL RE) – “E’ inutile che ce lo nascondiamo, la situazione è molto critica”. Non ci gira intorno il sindaco del Comune di Rivarolo del Re Luca Zanichelli. “Mi ero già lamentato della difficoltà di reperire risorse sulla spesa corrente e, con la gestione delle scuole questo autunno e questo inverno andremo incontro a seri problemi. La coperta è sempre quella, e se aumenti le spese da una parte devi tagliarle dall’altra”. Si parla di razionalizzazione che spesso altro non è che un tentativo di risparmiare da una parte per spostare i soldi risparmiati dall’altra. “Insieme all’Unione di cui facciamo parte abbiamo deciso di gestire noi il pulmino mettendoci su un cantoniere. Una scelta che ci farà risparmiare 20 mila euro annui e neppure quelli basteranno. Penso alla gestione delle scuole, del Centro Sociale, del comune e del teatro. E penso alle spese legate al gasolio. Noi siamo un comune a bassa densità abitativa sparso su un territorio più ampio. Per la scuola, fortunatamente e per gli edifici pubblici qualche investimento sul fotovoltaico è stato fatto. Oggi stiamo pensando di potenziare l’impianto scolastico con batterie di accumulo ma al momento gli aumenti superano tutti i nostri tentativi di razionalizzazione”. I costi sono lievitati. “Solo sull’energia c’è circa un 60% in più di spesa. Ma io non sono preoccupato solo per le strutture legate al comune. Penso ai privati, alle imprese e alle strutture legate alla solidarietà. Penso alla tenda di Cristo che tanto bene sta facendo in questi anni. Per una struttura come quella l’aumento dei costi rischia di diventare insostenibile. Sono molto preoccupato per i mesi a venire. Mesi in cui anche le famiglie saranno molto sollecitate dall’aumento delle spese”.

ALESSANDRO GOZZI (MARTIGNANA DI PO) – “La questione più delicata è quella legata alle scuole, con l’arrivo dell’inverno”. Alessandro Gozzi al momento è un poco più tranquillo di altri primi cittadini. “Ci sono stati gli aiuti da parte dello Stato ed è stata stanziata una seconda tranche di aiuti. Adesso ancora è presto, bisognerà poi vedere con l’accensione delle caldaie come andrà, perché lì, soprattutto sulle scuole, non è che possiamo decidere noi. Aspettiamo le direttive e poi valuteremo”. Intanto però si razionalizza. “Per quanto riguarda il Centro Sportivo stiamo cercando con le società sportive di consumare meno energia. Anche la gestione comunale potrà forse portare alla diminuzione di qualche grado. Ma è un discorso che non si può fare giustamente con le scuole. L’aumento delle bollette ha già portato ad una variazione di bilancio. Vediamo adesso con l’autunno e con l’inverno e con il riscaldamento. E’ quella delle scuole, ripeto, la situazione che mi preoccupa di più”.

GIUSEPPE TORCHIO (BOZZOLO) – Parte con un detto in dialetto il primo cittadino di Bozzolo Giuseppe Torchio. In Italiano è meglio succhiare un osso che un capello. E’ riferito all’aiuto statale. Sa già il sindaco di Bozzolo che è solo un palliativo legato al momento: “Un bel problema. L’aiuto governativo ci servirà a pagare il sovrapprezzo legato agli aumenti e per qualche mese. Meglio succhiare un osso che un capello. Ma, andando avanti così, saremo costretti a variazioni di bilancio per centinaia di migliaia di euro. Si pensi alle scuole. Noi potremo anche abassare di un grado la temperatura, ma siamo ancora legati alla normativa Covid per la quale c’è da cambiare aria spesso nelle classi. Che risparmio potremmo avere?”. Anche Bozzolo sta cercando di ridurre l’impatto degli aumenti con la razionalizzazione: “Lo stiamo facendo con gli impianti sportivi, cercando di raggruppare nella stessa giornata le società, soprattutto in quei giorni in cui le strutture vengono utilizzate per un’ora soltanto o per un paio d’ore. Convocheremo le società sportive proprio per vedere se è possibile utilizzare le strutture in modo più razionale”. Altro problema la luce pubblica: “Bisogna se possibile rivedere la formula contrattuale, ma dovremo pensare ad una riduzione anche lì. E bisogna vedere se sarà possibile farlo. Una riduzione di 30 minuti, un’ora al giorno, magari accendendo più tardi e spegnendo prima potrebbe portarci ad un risparmio. Ma anche lì, dipende sempre dai contratti”. Altra situazione preoccupante per Torchio è quella legata alle aziende agricole. “E’ di palmare evidenza il problema dell’amministratore amministrato. Le aziende agricole hanno fatto grandi sforzi con biogas e fotovoltaico per essere meno dipendenti o indipendenti dalla rete per quel che riguarda l’energia. Ma poi vai a vedere le varie situazioni e vedi che ci sono aziende che stanno aspettando da sei, sette mesi che Enel dia l’autorizzazione a poter usufruire dell’energia prodotta. Ci sono aziende che utilizzano generatori di corrente per risparmiare. Ma in generale bisogna accelerare le pratiche per l’utilizzo delle energie alternative magari svincolandole il più possibile da chi l’energia la gestisce e riducendo le lungaggini burocratiche”. Preoccupato anche per le famiglie: “Sono molto preoccupato per l’aumento delle spese dei nuclei familiari. Oggi (ieri per chi legge, ndr) la giunta darà il via al primo bando per i nuclei familiari. Metteremo insieme risorse TEA oltre che risorse nostre e il bando sarà per nuclei familiari con ISEE inferiore a 20 mila euro. Ma è allo studio un secondo bando del genere. Cercheremo di raccogliere un po’ tutto quello che abbiamo, da quel che è avanzato dai contributi covid a tutto quello che riusciremo a racimolare perché poi con l’arrivo dell’autunno e dell’inverno i problemi aumenteranno. Forse questo secondo bando, e se riusciremo, lo apriremo anche alle attività. Ma è impensabile che debbano essere i comuni a dare aiuto alle attività commerciali e alle imprese sull’energia. Non ne avremmo neppure le risorse”.

MARCO PASQUALI (SABBIONETA) – E’ reduce da un approfondimento sul tema il primo cittadino di Sabbioneta Marco Pasquali. Non può quantificare la cifra in euro, ma in percentuale sì. E, anche in questo caso l’aumento è importante: “Rispetto all’anno scorso le spese sono aumentate del 50% circa”. Sabbioneta, oltre a scuole, centro sportivo e palazzo comunale si trova a gestire un complesso di monumenti piuttosto importante. “Sì, non tutti a dire il vero sono riscaldati, ma tutti però sono illuminati. Non so quanto riusciremo a risparmiare. Parlo ad esempio del Centro sportivo, che consuma parecchio. Razionalizzare? Bisognerà vedere come. Le strutture alimentate con pompa di calore, ad esempio, sono indicative. Spegnere per risparmiare un ora non so a che effettivo risparmio possa portare se poi le devi riaccendere per riscaldare. Per quel che riguarda l’illuminazione pubblica l’investimento per mettere tutto a LED era stato fatto anni fa”. La vera preoccupazione di Pasquali è per famiglie e attività: “Le amministrazioni, in una maniera o nell’altra potranno cercare di venirne fuori. Quello che mi preoccupa sono le famiglie, e le attività commerciali. Imprese energivore come panifici, o pizzerie ad esempio. Ho già sentito qualcuno che pensa di chiudere l’attività in inverno per riaprirla questa primavera. Quello che possiamo fare per le famiglie lo faremo, dando fondo a tutto quel che abbiamo e che c’è avanzato con i fondi covid e mettendoci del nostro, ma sono aiuti marginali se penso anche alle imprese e alle attività. A quelle però dovrà pensarci il governo che verrà”. Difficile pensare che con le poche risorse a disposizione possano essere i comuni a sobbarcarsi anche questo onere.

N.C.

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