Cronaca

Rivarolo del Re, ecco il nuovo teatro
comunale nella città dell'inclusione

Luca Zanichelli. "Quando, poco prima che iniziasse il Covid, ho deciso di mettere mano a questo recupero, alcuni amministratori locali me lo avevano sconsigliato. Ma a me, il pensiero di dover lasciare andare una struttura che è comunque patrimonio di tutta la comunità, non dava pace". GUARDA LA FOTOGALLERY E IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

Guarda con orgoglio quella struttura ormai parzialmente recuperata. Uno sforzo ciclopico per un comune come il suo, Rivarolo del Re, poco meno di 2000 anime sparse tra capoluogo e frazioni. Il primo di ottobre il teatro comunale riaprirà nella sua nuova veste, per diventare centro di cultura e aggregazione non solo del suo comune, ma anche dei comuni limitrofi che se ne vorranno servire. A partire da quelli dell’Unione. Un sogno realizzato per il primo cittadino Luca Zanichelli.

“Quando, poco prima che iniziasse il Covid, ho deciso di mettere mano a questo recupero, sembrava un’impresa impossibile. Ma a me, il pensiero di dover lasciare andare una struttura che è comunque patrimonio di tutta la comunità, non dava pace”. Il teatro comunale (o sala polivalente) del comune di Rivarolo del Re risale ai primi del 1900. Era inutilizzabile perché non più a norma. 200 posti a sedere e l’impossibilità – solo per chi non ha sogni e tenacia per provarli a realizzarli – di porvi mano. “Sono partito a testa bassa, ci volevano 300 mila euro per il piano in cui c’era il teatro”.

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Quei 300 mila euro sono stati recuperati: 118 mila grazie a un bando GAL, 60 mila da un bando ministeriale, 50 mila grazie a un bando sull’efficentamento energetico. “Il resto ce lo mettiamo noi, con i fondi di bilancio, ma confido di recuperarne altri di soldi”. E’ animato da un incrollabile ottimismo Luca Zanichelli. E da una convinzione ferrea: quella cioé che un amministratore deve trovare strade, e non scuse, per fare. Il teatro (o sala polivalente) di Rivarolo del Re avrà caratteristiche peculiari. “Intanto sarà una delle poche strutture prive completamente di barriere architettoniche. E non solo per quel che riguarda la sala, ma soprattutto per quel che riguarda il palco. Ci siamo aggiudicati un bando regionale che ci permetterà di realizzare, con 30 mila euro messi a disposizione, una pedana mobile che consentirà anche a chi ha difficoltà di deambulazione di raggiungere il palco. Sai quanto ci tengo all’inclusione, per me è fondamentale. Il sogno è quello di realizzare una stagione, o quantomeno una serie di spettacoli, in cui chiunque abbia difficoltà psichiche o fisiche possa avere uno spazio in cui esprimersi. Questo deve essere lo spazio di tutti, nessuno escluso”.

Tutta l’impiantistica è stata rifatta: luce, riscaldamento, sala regia, bagni, serramenti, luci, un proiettore che consentirà di trasformare il teatro in una sorta di sala cinematografica. Di quello che c’era prima resteranno solo le sedute. “Possono essere recuperate, ho già incaricato una ditta specializzata per pulirle e metterle in sesto. Sono ancora buone, e a norma. Ci sarebbero voluti troppi soldi per cambiarle tutte e poi, come vedi, sono ancora tutte integre: una buona pulita e torneranno a fare il loro servizio. Ci sono ancora spogliatoi piccoli, ma recentemente abbiamo acquistato un rustico che sorge a fianco al teatro, per 20 mila euro. Apriremo una porta che dal palco condurrà direttamente lì. Sto recuperando le risorse”.

Altro elemento fondamentale (soprattutto nei tempi che corrono) è che la struttura avrà un impianto fotovoltaico di ultima generazione che azzererà quasi del tutto le spese. Resta poi il piano superiore, quello che un tempo accoglieva la biblioteca comunale. Ci sono ancora libri sparsi, e i lavori restano da fare. “Vorrei recuperare anche questa parte, farne un centro civico a disposizione di ragazzi, associazioni. Un luogo d’incontro, di socializzazione, messo a disposizione soprattutto dei più giovani. Dobbiamo anche pensare a loro, e non solo con le scuole, dare loro opportunità. Intanto abbiamo vinto il bando per la pedana mobile che porterà chi ha difficoltà di deambulazione direttamente al primo piano”.

Fuori c’è un discreto parcheggio. E poi, a 50 metri c’è la piazza del comune con altri posti auto. Il parcheggio non sarà un problema. E’ passata un’ora, tempo per un caffé nello storico bar di paese dove il primo cittadino spiega a chi lo gestisce che, nelle sere degli spettacoli, quello di tenere aperto potrebbe essere un’ulteriore possibilità. Poi via, verso gli uffici comunali. A proposito di ragazzi, fuori dalla porta del comune il nostro occhio viene catturato da una di quelle colonne con tutta l’attrezzistica per le biciclette. Ride il sindaco: “Sai che non ci credevo, ma spesso qui al pomeriggio si trovano i ragazzini con le biciclette. Le appendono, smontano, montano. Li sento mentre sono nel mio ufficio in comune, e ne sorrido. Certo non sto lì a dirti tutto quello che si dicono, ma per loro è un passatempo. Hanno 12, 13 anni e si divertono così”.

E poco importa che siano proprio a fianco dell’accesso comunale. A Rivarolo del Re, dove gli uffici sono aperti anche ai ragazzini che vogliono segnalare un problema, va così. La città – che ora ha anche un teatro – è di tutti. Da zero a 100 anni, normalmente o diversamente abili, qualunque sia la religione e la cultura, nel rispetto le porte sono aperte. Forse non è l’eden. Ma è comunque una città vitale, con un sindaco iperattivo e con la voglia e la capacità di sognare e di lavorare per provare a realizzare qualcuno dei sogni. Far crescere la comunità: nella città dell’inclusione questo è ancora possibile.

Nazzareno Condina (FOTO: Alessandro Osti)

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