Agricoltura

Nutriscore, per Cia è fuorviante. "Ue
si doti di etichetta chiara su alimenti"

“ribadiamo il nostro no assoluto al Nutriscore. Con un sistema simile, non si parla più di stili di vita salutari, di alimentazione di qualità, ma semplicemente di alimentazione a basso valore nutritivo. Con buona pace della nostra Dieta Mediterranea”

La Ue deve dotarsi di un sistema di etichettatura chiaro e scientifico sugli alimenti, quindi alternativo al Nutriscore che confonde i consumatori e penalizza erroneamente le produzioni tipiche e di qualità, a partire dal Made in Italy. Lo dichiara Cia-Agricoltori Italiani, che torna sul dibattito aperto, quando si avvicina la data in cui la Commissione dovrà decidere sull’etichettatura fronte-pacco da adottare a livello comunitario.

“In questo momento c’è bisogno di un nuovo scatto a livello politico per bloccare ipotesi come questa -spiega il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini-. Le indicazioni in etichetta devono essere oggettive, finalizzate a informare e non a condizionare le scelte alimentari. Con il Nutriscore, invece, si creano più danni che benefici, mettendo a rischio l’agroalimentare tradizionale. A fronte di una comunicazione intuitiva basata su tre colori, l’etichetta a semaforo finisce per risultare fuorviante, inducendo le famiglie a considerare il rosso come un divieto”.

Secondo Fini, “un giudizio semplicistico e distorto sul singolo alimento o sulla singola bevanda alcolica può cancellare l’assunto universalmente riconosciuto dal mondo scientifico che non esistono cibi ‘buoni’ e ‘cattivi’, ma piuttosto regimi alimentari corretti o meno, a seconda del modo in cui vengono integrati quotidianamente i prodotti tra loro”.

Per questo, aggiunge il presidente di Cia, “ribadiamo il nostro no assoluto al Nutriscore. Con un sistema simile, non si parla più di stili di vita salutari, di alimentazione di qualità, ma semplicemente di alimentazione a basso valore nutritivo. Con buona pace della nostra Dieta Mediterranea”.

COS’E’ NUTRISCORENutri-Score è un sistema di etichettatura dei prodotti alimentari sviluppato in Francia pensato per semplificare l’identificazione dei valori nutrizionali di un prodotto alimentare attraverso l’utilizzo di due scale correlate: una cromatica divisa in 5 gradazioni dal verde al rosso, ed una alfabetica comprendente le cinque lettere dalla A alla E.

Si tratta di un sistema a punteggio sviluppato da un gruppo di ricercatori universitari francesi denominato EREN (Equipe de Recherche en Epidémiologie Nutritionnelle), guidato dal nutrizionista Serge Hercberg, che si basa sulle tabelle nutrizionali della Food Standards Agency del Regno Unito, il cui corrispondente sistema “traffic lights” è stato messo in discussione dagli esperti.

Le etichette sono state ipotizzate per la prima volta dal gruppo di ricerca nel 2013, con la pubblicazione di un rapporto contenente diverse proposte relative alla salute pubblica tra le quali si sosteneva l’importanza di adottare un sistema di voti (inizialmente solo alfabetico dalla A alla E) e di colori da stampare sulle confezioni alimentari per consentire al consumatore un facile confronto tra le qualità nutrizionali di diversi prodotti.

Il calcolo del punteggio tiene conto di sette diversi parametri di informazioni nutritive per 100 g di cibo e 100ml di bevande le quali sono già attualmente disponibili sulle confezioni degli alimenti. Un alto contenuto di frutta e verdura, fibre e proteine promuove un punteggio più alto, mentre un alto contenuto di energia, zucchero, acidi grassi saturi e sodio si traduce in un punteggio negativo.

La scala nasce dall’idea di semplificare la lettura della tabella nutrizionale classica e permettere una scelta di prodotti più rapida in base alle esigenze del consumatore; secondo il Ministero della Sanità francese, questo sistema dovrebbe permettere un più facile accesso ai cibi confezionati “sani”, contribuire alla “lotta all’aumento delle malattie cardiovascolari, l’obesità ed il diabete.

L’algoritmo Nutri-score è stato criticato da diversi governi tra i quali quello italiano, da gruppi industriali, dall’associazione degli agricoltori europei Copa-Cogeca e da numerosi nutrizionisti per aver semplificato eccessivamente le informazioni nutrizionali e ridotto gli alimenti complessi ai singoli ingredienti.

Secondo il Prof. Philippe Legrand, direttore del Laboratorio di Biochimica della Nutrizione Umana dell’Agrocampus-INSERM, l’algoritmo penalizza indebitamente gli alimenti ad alto contenuto di grassi e non riesce a distinguere tra diversi tipi di grassi, alcuni dei quali sono indispensabili per la salute umana. In quanto tale, Nutri-score “non fornisce informazioni sulla composizione del cibo ma dà un verdetto generale sul cibo. Non è né più né meno che un’opinione o un giudizio. Come fonte di informazioni scientifiche, è insufficiente”.

Nutri-score è stato criticato da nutrizionisti per aver dato dei voti alti ai cibi ultra processati. I consumatori possono sostituire cibi ricchi di grassi con cibi apparentemente più sani ma altamente elaborati con un Nutri-score più alto. Inoltre, alcuni paesi europei sostengono anche che il punteggio discrimina i grassi sani come l’olio d’oliva.

Il 17 settembre 2020 una coalizione di paesi ha pubblicato un cosiddetto “non-paper” contro il Nutri-score, pur senza menzionarlo direttamente. Il documento afferma infatti che un sistema di etichettatura nutrizionale europeo non deve contenere colori, deve essere basato sulle porzioni e non su 100g e deve rispettare le diete tradizionali.

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