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100 anni dalla nascita di Mario Lodi,
medaglia del presidente Mattarella

Il prossimo appuntamento da segnare in agenda è la mostra “La scuola di Mario Lodi”, ospitata alla Biblioteca nazionale centrale di Roma dal 1° dicembre 2022 (inaugurazione ore 16.30) al 24 febbraio 2023.

Si è svolto a Roma il convegno internazionale “C’è speranza se questo accadde al Vho. Mario Lodi a cento anni dalla nascita”. Titolo-parafrasi del celebre libro di Mario Lodi uscito nel 1963, straordinaria fotografia della scuola italiana del secondo dopoguerra e dello spirito di rinnovamento che allora la attraversava. E’ stata così Roma ad ospitare il convegno internazionale presso la sede del Dipartimento Scienze della Formazione dell’Università degli Studi Roma Tre in via Castro Pretorio 20, nella prestigiosa cornice dell’Aula Volpi.

Il Capo dello Stato ha destinato al convegno, quale Suo premio di rappresentanza, la Medaglia del Presidente della Repubblica. Un riconoscimento che segna il carattere di alto interesse scientifico di questo appuntamento e la sua natura internazionale, insita nel confronto che coinvolge rappresentanti di spicco del mondo della pedagogia italiana e spagnola. Un ponte interculturale tra persone, valori e progetti che hanno fondato i pilastri della scuola democratica europea.

La numerosa adesione e partecipazione di pubblico ha visto insegnanti, studenti di scienze pedagogiche, educatori e famiglie partecipare alla eccezionale giornata offerta al mondo della scuola e dell’Università per riflettere su quanto e come l’eredità del lavoro di Mario Lodi sia raccolta in diversi Paesi europei.

Testimonianze emblematiche, dall’alto interesse scientifico e valore internazionale, hanno dato voce al Maestro Mario Lodi in una giornata il cui titolo “C’è speranza se questo accadde al Vho” è una parafrasi del suo celebre libro uscito nel 1963. Una straordinaria fotografia della scuola italiana del secondo dopoguerra e dello spirito di rinnovamento che allora la attraversava. Il piccolo gioco di parole sottolinea l’attualità degli insegnamenti di Mario Lodi che continuano ad apparire come preziose radici per la scuola di oggi. Una scuola che deve affrontare la società complessa e formare cittadini consapevoli, capaci di pensiero critico, aperti alle tante diversità culturali della società di oggi e del prossimo futuro.

Massimiliano Fiorucci, Rettore dell’Università degli Studi Roma Tre, ha commentato: «Nella storia della scuola, della pedagogia, dell’educazione e della letteratura per l’infanzia la figura di Mario Lodi rappresenta un momento di svolta in direzione democratica e libertaria. Vero e proprio intellettuale militante con gli strumenti della didattica, Lodi è, ancora oggi, un esempio utile da seguire per le nuove generazioni di insegnanti, non solo di scuola primaria. I suoi scritti, letterari e saggistici, costituiscono infatti un immenso repertorio di riflessioni e spunti orientati alla valorizzazione dell’infanzia come identità inalienabile e della scuola come universo aperto e complesso, plurale e interdisciplinare, creativo e antiautoritario, inclusivo e partecipativo. Oggi l’Università Roma Tre, in coincidenza con il trentennale della sua fondazione, ha celebrato questa figura con un convegno internazionale di alto profilo scientifico, nel quale hanno preso la parola studiosi ed esperti nazionali e internazionali attenti all’attualità dell’azione educativa di Mario Lodi, del suo lavoro, delle sue idee, del segno da lui impresso sulla vita intellettuale e culturale italiana del secondo Novecento».

«Dall’accorato appello di Mario Lodi nella sua Lettera aperta ai giovani maestri, nella introduzione alla nuova edizione de “Il paese sbagliato negli anni 2000” in cui scriveva: “Questo momento storico ha bisogno di maestri nuovi, professionalmente e civilmente preparati che assumano un ruolo propulsivo nel corpo della nostra società”, sono passati più di 20 anni e da “Il paese sbagliato” più di 50». Così ha dichiarato Francesco Tonucci, Presidente del Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Mario Lodi, in apertura del suo saluto.

Tonucci ha aggiunto: «Le leggi sono cambiate, l’Italia ha ratificato con tutti gli altri Paesi del mondo la Convenzione dei diritti dell’Infanzia che all’articolo 29 definisce gli obiettivi dell’educazione, ma la gran parte dei giovani maestri esce da corsi universitari nei quali continuano ad ascoltare le lezioni dei loro insegnanti e a prendere appunti per ripeterli agli esami. Non possono nascere così i nuovi maestri. La loro formazione dovrà essere coerente con gli obiettivi dell’educazione che scegliamo e quelli li abbiamo già scelti e sono lo sviluppo della personalità di ogni alunno e alunna, lo sviluppo delle sue attitudini e capacità in tutta la loro potenzialità».

«Questo dice l’articolo 29 della Convenzione – continua – e questo dicono sostanzialmente le Premesse alle Indicazioni nazionali del 2012, confermate nel 2018, ai Programmi scolastici. Il mio augurio è che nelle nostre Facoltà si riconosca che questa è l’eredità di Mario Lodi, lui faceva scuola esattamente come la Costituzione lo prescrive e come lo avrebbe più precisamente definito la Convenzione dei diritti dell’Infanzia 10 anni dopo che lui era andato in pensione. Che questo Convegno sia anche una solenne assunzione di un impegno nuovo da parte dei Dipartimenti di Scienze della Formazione per modificare radicalmente i programmi di formazione dei futuri insegnanti perché siano insegnanti nuovi. Che questo avvenga senza aspettare nuove leggi e nuove riforme, ma semplicemente rispettando le leggi che oggi abbiamo partendo dalla Costituzione per arrivare alla Convenzione dei diritti dell’Infanzia. Questa è la eredità di Mario Lodi e questo è il mio augurio».

A proposito delle difficoltà che sta attraversando il sistema scolastico, il Presidente dell’Impresa Sociale “Con i Bambini” Marco Rossi-Doria ha voluto sottolineare: «Oltre 80mila ragazzi sono stati bocciati nell’ultimo anno scolastico segnato dalla pandemia. Ognuno di questi ragazzi e ragazze che ha avuto difficoltà, allontanandosi dallo studio e dalla cultura, è stato bocciato dal sistema senza un piano di recupero, pur avendo le risorse del PNRR. Cosa avrebbe detto di questo Mario Lodi? Lui non si è mai limitato a entrare in classe, ma si è interessato al mondo in cui il bambino cresce e impara.

Gli umani imparano dappertutto: la scuola deve esserne consapevole e portare dentro la scuola pubblica ogni tipo di apprendimento, rafforzandolo ulteriormente. Bisogna costruire alleanze educative tra scuola e terzo settore per raggiungere ragazzi e ragazze che si sono allontanati dalla scuola per riportarli sulla via della speranza. La stessa speranza che ha portato anche Mario Lodi nel secondo dopoguerra. Se è accaduto al Vho allora, con molti meno mezzi, perché non può accadere oggi? Perché la povertà educativa non può entrare nell’agenda politica nazionale come la prima cosa di cui occuparsi?»

Alle sue parole fanno eco quelle espresse nel panel pomeridiano da José González Monteagudo, esperto di pedagogia democratica di fama internazionale, che ha evidenziato: «La scrittura dell’esperienza educativa è un tema che merita maggiore attenzione da parte di storici, pedagogisti ed educatori. Lodi è stato un grande scrittore, che ha saputo coniugare in modo armonico e naturale prospettive diverse: l’emozione poetica e sensibile, il dialogo come strategia di comunicazione dell’esperienza e dell’apprendimento, la registrazione meticolosa dell’attività educativa quotidiana, l’importanza dell’infanzia nella scuola e nella società, la cooperazione come strumento centrale e l’impegno civico per una scuola emancipatrice e democratica. In questo senso, Lodi è stato un continuatore di una tradizione pedagogica innovativa e alternativa, attraverso la quale sono passati, tra gli altri, Pestalozzi, Makarenko, Freinet, Milani e Freire. I libri pedagogici di Lodi sono stati in grado di creare e comunicare una narrazione potente, attraente e onesta dell’esperienza vissuta dell’educazione primaria, aiutando migliaia di studenti, insegnanti ed educatori a sentirsi attratti da una pedagogia attiva, partecipativa, inclusiva e creativa».

Le celebrazioni per il Centenario della nascita di Mario Lodi, iniziate lo scorso 17 febbraio, hanno attraversato tutta Italia, con centinaia di iniziative promosse da scuole, associazioni e università in un’incredibile prova di riconoscenza e affetto verso un Maestro che, con il suo esempio e il suo impegno, ha reso migliore la scuola in Italia e all’estero. Presentazioni di libri, convegni, spettacoli teatrali, giornate accademiche, seminari, mostre, ricordi e testimonianze: tutto raccolto e raccontato nel sito dedicato al Centenario di Mario Lodi (www.centenariomariolodi.it/).

Un sito che funge da agorà virtuale in cui trovare e ritrovarsi a raccontare e confrontarsi sul modello di scuola che – mai come in questo tempo di riflettori puntati sul significato di vocaboli quali “istruzione e merito” – ha bisogno di riflessioni e visioni verso una scuola sempre più democratica, inclusiva, aperta e interdisciplinare. Il prossimo appuntamento da segnare in agenda è la mostra “La scuola di Mario Lodi”, ospitata alla Biblioteca nazionale centrale di Roma dal 1° dicembre 2022 (inaugurazione ore 16.30) al 24 febbraio 2023.

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