Salute

ASST CR, donazione organi, anche
in pandemia dono ha dato speranza

Coinvolti dall’UOS Coordinamento Donazione Organi e Tessuti, una ventina di operatori sanitari di area critica ha raccontato la propria esperienza, oggetto di uno studio su scala nazionale. Bonvecchio: «Siamo riusciti a garantire dieci donazioni multiorgano all’anno, non ci siamo fermati»

L’Asst di Cremona ha preso parte al Progetto di ricerca “Donazione degli organi: percezioni, emozioni e rappresentazioni legate all’esperienza professionale durante la pandemia da COVID-19 negli operatori sanitari”, promosso dal Centro Nazionale Trapianti e dal Dipartimento di Psicologia Dinamica, Clinica e Salute dell’Università Sapienza di Roma. Condotto nel 2022 dalle psicologhe Silvia Monaco e Michela di Trani, afferenti all’ateneo romano, lo studio ha raccolto l’esperienza di cento operatori sanitari di area critica (medici, infermieri e Oss) da tutta Italia, tra cui una ventina dell’Asst di Cremona, coinvolti tramite l’UOS Coordinamento Donazione Organi e Tessuti. A loro è stato chiesto di rilasciare una testimonianza sul lavoro svolto nell’ambito della donazione organi e tessuti durante la pandemia da Covid-19 e in prospettiva futura.

NONOSTANTE LA PAURA, IL DONO HA DATO SPERANZA – I risultati completi sono stati presentati venerdì 3 marzo al convegno “Donazione e Trapianto di Organo: La cultura tra Individuo e Società”. «Gli operatori hanno aderito volentieri – argomentano le psicologhe a chiosa della ricerca – testimoniando da un lato un forte coinvolgimento nella loro professione, dall’altro la forte necessità di essere ascoltati». Paura ed impotenza sono le emozioni che maggiormente connotano l’esperienza pandemica. Il distacco emotivo e la tendenza a dimenticare sembrano essere i meccanismi di difesa maggiormente utilizzati dagli operatori. «In questo clima emotivo – proseguono – la donazione sembra rappresentare un elemento professionale che continua ad essere fonte di soddisfazione e speranza, nonostante le condizioni pandemiche e l’impatto di esse sui processi operativi». La pandemia ha comportato la necessità di rivedere percorsi e procedure di donazione, che in futuro potrebbero semplificare l’intero iter. La sensibilità al tema del trapianto sembra essere aumentata, ma «gli operatori dichiarano di percepire una forte ambivalenza tra la popolazione, tesa tra altruismo e sfiducia, che pone la questione su un piano culturale».

“CREMONA NON SI È FERMATA” – «L’impatto della pandemia sulla sfera professionale ed emotiva degli operatori sanitari è indubbio», afferma Alberto Bonvecchio, responsabile del Coordinamento Donazione Organi e Tessuti dell’Asst di Cremona. Da un punto di vista prettamente pratico, l’infezione da Covid-19 ha influito notevolmente sull’attività di donazione organi: «A causa del virus – prosegue Bonvecchio – molti pazienti non potevano essere eleggibili al dono. Inoltre, le restrizioni imposte per gestire l’emergenza e le difficoltà di comunicazione con i familiari dei potenziali donatori hanno complicato ulteriormente l’attività. Senza contare che il tempo di contatto con i pazienti è tempo di cura». Ciò trova riscontro nel calo delle donazioni su scala nazionale, «che vede Cremona in controtendenza – prosegue Bonvecchio – Siamo comunque riusciti a garantire più di dieci donazioni multiorgano all’anno, anche durante i momenti più duri della pandemia. Questo risultato è frutto della stretta collaborazione tra le diverse strutture operative dell’ospedale e dei tanti operatori sanitari che a vario livello hanno offerto e offrono il proprio contributo uniti dalla volontà di andare avanti».

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