Cronaca

Zibello, come aiutare le api: la
giornata della terra particolare

Ma chi non ha un fazzoletto di terra, un terrazzo o un davanzale? Anche questi sono sufficienti per mettere a dimora specie mellifere come borragine, corbezzolo, buddleia, achillea, fiordaliso, lavanda, menta, rosmarino, malva, tagete, girasole, coriandolo, aneto, biancospino, erba medica, timo e trifoglio

Ci sono piccoli, grandi segni nella vita e nella quotidianità, anche dei nostri borghi accarezzati e baciati dal Grande fiume, dell’una e dell’altra riva, che per molti possono forse essere casuali, ma devono comunque essere colti e, con consapevolezza, se ne devono capire le ragioni, partendo anche da una celebre considerazione: nulla nasce per caso e tutto ha sempre una ragione.

Speciale e bello il “segno” che si è verificato a Zibello, proprio in occasione della Giornata mondiale della Terra. Uno sciame di api ha scelto di andarsi a collocare non su un ramo di un albero e nemmeno accanto a una grondaia o ad un vecchio muro. Ha scelto una porta da calcio, lo sport più popolare d’Italia, quasi a volersi fare necessariamente notare. Del resto uno sciame tra le maglie della rete del “re pallone” non poteva passare inosservato. Il fatto che questo sia avvenuto per la Giornata mondiale delle Terra è ancora più singolare e ricco di significato.

E’ l’occasione per ribadire, ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, quanto sia fondamentale il ruolo delle api per la produzione alimentare e per l’ambiente. In questo, va ricordato, sono aiutate anche da altri insetti come bombi o farfalle.

Un terzo del nostro cibo dipende dall’impollinazione degli insetti: solo in Europa, oltre 4.000 tipi di verdure.

Senza dubbio le colture più nutrienti e apprezzate della nostra dieta – molta frutta e verdura (come mele, fragole, pomodori e mandorle) – sarebbero pesantemente colpite da un calo numerico, purtroppo da tempo già in corso, degli insetti impollinatori.

Le api, da diversi anni, sono purtroppo in declino, minacciate da pesticidi, perdita di habitat, monocolture, parassiti, malattie e cambiamenti climatici. In particolare, alcuni pesticidi costituiscono un rischio diretto per gli impollinatori: l’eliminazione delle sostanze chimiche più pericolose per le api è quindi il primo e più efficace passo da adottare per difenderli.

Ma c’è anche un altro passo, da compiere, molto facile, semplice, alla portata di tutti, fattibile anche da subito, oggi stesso, senza esitazione: magari cogliendo l’occasione del “ponte” festivo. Il passo è quello di una scelta, consapevole e bella, di mettere a dimora alberi e fiori che piacciono alle api. Lo possono fare grandi e piccoli, anziani e bambini, lo possono fare le famiglie, le associazioni, le scuole. No serve avere un grande giardino, un grande parco o un grande campo (ma se li abbiamo, ovviamente, è meglio). A volte basta avere pochi metri quadrati di terra, è sufficiente anche un balcone un davanzale. Cosa si può mettere a dimora? Chi può, ed ha gli spazi necessari, farebbe bene a piantare filari di alberi e siepi. Ma chi non ha un fazzoletto di terra, un terrazzo o un davanzale? Anche questi sono sufficienti per mettere a dimora specie mellifere come borragine, corbezzolo, buddleia, achillea, fiordaliso, lavanda, menta, rosmarino, malva, tagete, girasole, coriandolo, aneto, biancospino, erba medica, timo e trifoglio per citarne alcune. Una pratica bella, e importata, facilmente e immediatamente realizzabile, su entrambe le sponde del Grande fiume. Per salvare le api, farle sentire a casa, contribuendo con semplici pratiche a salvare il pianeta e la produzione globale di cibo.

Eremita del Po, Paolo Panni

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