Cronaca

Gussola, 25 aprile nel centenario
della morte di Carlo Comaschi

Un corteo del quale facevano parte anche i ragazzi delle scuole ha commemorato i 13 martiri gussolesi, caduti nell'eroico tentativo di resistere ai tedeschi ed uccisi - alcuni - con efferata brutalità

Un 25 aprile sentito e partecipato come sempre quello di Gussola, con un motivo in più per farlo: quest’anno infatti ricorre il centenario della morte di Carlo Comaschi, ucciso a martellate dai fascisti. Spirito anarchico e libero, non incline ai soprusi e alle prepotenze, dalla parte delle fasce più deboli, a Comaschi è dedicata la piazza del paese.

CARLO COMASCHI – Nasce a Gussola (Mn) il 27 novembre 1878 da Temistocle e Irma Podestà. Dopo le elementari prosegue gli studi fino alla 2a ginnasiale, impiegandosi più tardi come scrivano. Nel 1899 trascorre sei mesi a Brescia lavorando come giornaliero. Definito di “carattere inquieto e prepotente”, frequenta gli ambienti socialisti intransigenti, nei quali gode di “grande considerazione”, è corrispondente de «L’Eco del popolo» di Cremona e si mantiene in relazione con esponenti socialisti come Romeo Soldi e il cremonese Giuseppe Garibotti. Nel 1901 è tra i promotori del Circolo socialista di Gussola e della Lega di resistenza tra contadini, di cui diventa segretario, distinguendosi durante gli scioperi agricoli del marzo e del giugno 1901 per l’assiduità e l’efficacia della propaganda orale, tenuta nelle stalle, nelle osterie, sulle aie. In occasione delle elezioni amministrative del 1902 viene eletto consigliere comunale di Gussola, ma si dimette nel marzo 1903, scrivendo al sindaco di essere “anarchico per studi fatti, per convinzione d’idee”. Una pubblica conferenza tenuta il 1° maggio a Pieve d’Olmi, in cui vengono ravvisate “apologia di regicidio” e “istigazione alla rivoluzione violenta e sanguinaria”, gli procura dal Tribunale di Cremona una condanna a due mesi e 15 giorni, confermata nel marzo dell’anno successivo in appello. Scarcerato nel giugno 1904, si stabilisce a Cremona come scrivano nello studio dell’avvocato socialista Luigi Marenghi. Nel settembre 1904, nelle giornate dello sciopero generale nazionale, C. viene accusato di essersi posto alla testa degli scioperanti e di aver assaltato la Mostra zootecnica. Incriminato per incendio, danneggiamenti e violenze, ripara a Lugano ma viene arrestato nell’ottobre e consegnato alle autorità italiane. Tradotto a Cremona, è processato con altri 32 coimputati, ma assolto per insufficienza di prove. Nel maggio 1905 emigra negli Stati Uniti, raggiungendo il fratello Aristide, residente a Boston da una decina d’anni. Ritornato a Gussola nell’ottobre 1908, C. guida l’agitazione anticlericale e nel novembre viene denunciato, e successivamente multato, per aver diffuso due “stampati” intitolati Contro Dio e Contro la Chiesa. Nel giugno 1909 è nuovamente denunciato per offese al culto e nel luglio condannato a un mese di carcere per oltraggio al sindaco. In questo periodo invia corrispondenze a «La Protesta umana» firmandosi “Contadino”. Nel maggio 1910, alla testa di una trentina di persone, sottrae un arrestato ai carabinieri e verrà a sua volta colpito da mandato di cattura, messo successivamente in atto nonostante la sua resistenza. Segretario della Lega socialista anarchica di Gussola, quando, nel 1913, si costituisce a Cremona l’Unione Sindacale è tra i militanti più attivi e invia corrispondenze, soprattutto di tenore anticlericale, all’«Unione sindacale cremonese» e a «L’Internazionale» di Parma. Nel 1914, dopo una breve esperienza come commerciante di vini a Gardone Valtrompia e a Rogoredo, viene assunto come applicato provvisorio presso l’Ufficio Comunale. Rientrato nel PSI, partecipa alle agitazioni del dopoguerra e all’opposizione al fascismo. Nel dicembre 1922 viene gravemente ferito a martellate da due fascisti a Gussola. Muore, a seguito dei postumi dell’aggressione squadrista, a Cremona il 17 marzo 1923. (M. Antonioli – Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen).

LA CELEBRAZIONE DEL 25 APRILE – Un corteo del quale facevano parte anche i ragazzi delle scuole ha commemorato i 13 martiri gussolesi, caduti nell’eroico tentativo di resistere ai tedeschi ed uccisi – alcuni – con efferata brutalità. Ad ogni cippo gli stessi ragazzi hanno letto un articolo della Costituzione. Il corteo si è poi portato al cimitero dove c’è stata la vera e propria commemorazione di Carlo Comaschi nel centenario della scomparsa. Nella piazza a lui dedicata i ragazzi della terza media hanno dato lettura di alcuni articoli della Costituzione e il professor Stefano Prandini e il sindaco di Gussola Stefano Belli Franzini hanno parlato dell’importanza della Resistenza e del significato che ancora oggi ha la lotta di Liberazione. I Giorni Cantati hanno accompagnato alcune tappe della commemorazione e la chiusura dell’iniziativa. Dopo la messa è stata posta una corona al monumento dei caduti.

N.C. (FOTO: Jessica Lazzarini)

 

 

 

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