Cultura

Polesine Zibello, un (bel) video
sulle peculiarità del territorio...

E’ visibile sul nuovo canale Youtube del Comune di Polesine Zibello ed è presente sui vari e principali social network. “E’ il video di presentazione del paese – spiega il sindaco Massimo Spigaroli – ed è nostra intenzione farne uscire altri su ogni specifica tematica”

Si chiama “Polesine Zibello: un viaggio alla scoperta delle nostre bellezze” ed è il nuovo video promozionale del borgo rivierasco della Bassa Parmense, realizzato dall’Amministrazione comunale di Polesine Zibello, ideato e fortemente voluto sia dal sindaco Massimo Spigaroli che dal vicesindaco Elia Vighi.

E’ visibile sul nuovo canale Youtube del Comune di Polesine Zibello ed è presente sui vari e principali social network. “E’ il video di presentazione del paese – spiega il sindaco Massimo Spigaroli – ed è nostra intenzione farne uscire altri su ogni specifica tematica”.

Giusto lasciar “parlare” la stessa presentazione dl video, della durata di poco più di 5 minuti, in cui si legge che: “E’ la terra del goloso Culatello e di eccellenti salumi, ma anche di Giovannino Guareschi, Peppone e Don Camillo e di Giuseppe Verdi. La Bassa Parmense si allunga fra Parma, Piacenza e Cremona. Il Po è ancora il Grande Fiume che le regala energia con la sua natura fatta di acqua, anse improvvise, nebbia d’inverno e sole d’estate, filari di Pioppi e argini sinuosi dove pedalare e camminare in libertà. Polesine Zibello è la capitale di questo “Mondo Piccolo” dove si vive ancora al ritmo della tradizione, ma anche proiettati al futuro, con coraggio e visione. Benvenuti nella Bassa Parmense, terra di scrittori, artisti e melodramma, di sapori, gusto e passioni forti. Se fosse un’opera verdiana, la sua trama in cucina parlerebbe di fedeltà alla storia e alle tradizioni che qui hanno preservato e tramandato usanze uniche. Anche il clima avrebbe la sua importanza e sarebbe fra i protagonisti della scena: non servono, però, effetti speciali perché unica e speciale è già quella nebbia, umida cortina che confonde i contorni che, nello stesso tempo, garantisce anche l’ambiente perfetto per la stagionatura di prodotti che solo qui possono nascere e maturare. Con l’unico altro ingrediente del tempo. Ecco allora quel MondoPiccolo, come ce lo hanno consegnato i libri di Giovannino Guareschi, ma anche i tanti ricettari delle rezdòre le casalinghe un po’ sacerdotesse e custodi di un sapere antico. Qui l’uomo ha saputo ascoltare la natura e carpirne le potenzialità: la terra ha regalato materie prime che la fatica e la saggezza hanno trasformato in prodotti gustosi mentre il maiale, signore della tavola, dona gli immancabili salumi, dal Culatello alla Spalla, quella Cruda di Palasone e quella Cotta di San Secondo, e poi Fiocco, Strolghino Coppa e i deliziosi insaccati dalla mariola al prete, tutti da festeggiare nella stagione più lieta quell’autunno che culmina con feste dal sapore conviviale ed antico del novemberporc. I piatti cucinati, come anolini, tortelli, gnocchi mettono, invece, al centro quel Parmigiano Reggiano che ne esalta i sapori, sia quando è grattugiato per sublimare i piatti, sia quando arricchisce dall’interno i ripieni delle paste e degli anolini. Al sugo, in brodo: questa eredità, figlia della cultura di burro e parmigiano è rimasta immutata nel tempo. Il territorio è anche quello del Grande Fiume che regala volatili, pollame e cacciagione dal gusto intenso. Sono i sapori antichi e poveri di una cucina che ha sempre fatto di necessità virtù, ma ha saputo cogliere il meglio: e nei filari di vite cresce il brioso Fortana, vitigno nato lontano, ma che qui raggiunge l’eccellenza. Al contrario qui le patate sono arrivate più tardi che altrove negli impasti, ma questa sfumatura quasi “precolombiana” non ha impoverito, semmai arricchito la tavola, sviluppando la fantasia dei cuochi. Il Po ha fatto da ingrediente e collante di questa tradizione gastrofluviale che scorre lenta assieme al corso di queste acque, unendo in un melange di sapore i diversi territori che attraversa. Così la Bassa Parmense resta al centro della vita della Pianura padana. Come un prezioso brillante solitario”.

Eremita del Po, Paolo Panni

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