Cultura

Casalbellotto, storia della
farmacia nella frazione...

Una prima notizia sulla presenza di una farmacia privata sul nostro territorio la possiamo ricavare dalla “Gazzetta di farmacia e di chimica” che usciva per tutto il Regno Lombardo-Veneto settimanalmente ad Este, nel suo numero 40 del 6 ottobre 1855

Senza voler scrivere una vera e propria storia della farmacia comunale di Casalbellotto, di cui il primo giugno scorso ne è stata inaugurata la nuova modernissima sede, tento di recuperare una serie di episodi ad essa collegati nel tempo e la ragione sta nel fatto che rileggendo la stampa locale della seconda metà dell’’800, balza con forza lo scontro politico nel nostro Comune. scontro che spesso coinvolge la farmacia. allora privata. di Casalbellotto.

Una prima notizia sulla presenza di una farmacia privata sul nostro territorio la possiamo ricavare dalla “Gazzetta di farmacia e di chimica” che usciva per tutto il Regno Lombardo-Veneto settimanalmente ad Este, nel suo numero 40 del 6 ottobre 1855: su cui appare la notizia della vendita di una farmacia nel distretto di Casalmaggiore, unica, ben avviata ed a servizio di un bacino d’utenza di sette mila anime, con vendita, in conto al comune, di medicinali a favore dei pover. Non è da escludersi che si tratti proprio della farmacia di Casalbellotto (la maggioranza della popolazione risiedeva nelle frazioni).

Dopo l’Unità in Casalmaggiore vi erano tre farmacie: quella delle Congregazione di Carità presso l’ospedale nel capoluogo, la vendita di medicinali presso la Congregazione di Carità a Rivarolo del Re e la farmacia privata di Carnevali Diomede a Casalbellotto a cui, più tardi, si affiancò la farmacia del dott. Marcheselli posta in Piazza Grande (angolo via Porzio) in Casalmaggiore.

L’Amministrazione Comunale nel procedere alla nomina del medico condotto in particolare nelle due frazioni più numerose, appunto Casalbellotto e Rivarolo del Re provvedeva anche ad individuare a chi affidare la vendita dei farmaci soprattutto per poter estendere il servizio della fornitura dei medicinali ai poveri anche in tutte le frazioni, medici e farmacisti intesi come cinghia di trasmissione delle politiche sociali verso i ceti meno abbienti già nel 1886 come sostenuto a pag. 310 in “Sanità e società: Veneto, Lombardia, Piemonte, Liguria sec. XVII-XX” di Franco della Peruta.

Ai farmacisti era affidato il non facile compito di conservare e preparare i medicinali da somministrare ai pazienti/clienti assumendosene i relativi rischi compreso quello di vedersi cancellati i propri prodotti come per esempio apparve sul “Monitore dei medici” edito settimanalmente a Roma nel caso di un preparato chiamato “Ippolino” del farmacista Cipriano Cabrini proprio di Casalmaggiore. (20 luglio 1890, n. 3).

Il presidio dei medici condotti col sostegno delle farmacie e dell’Ospedale degli Infermi avrebbe dovuto garantire il pronto intervento anche in caso di epidemie (e sappiamo con quale frequenza si presentavano nelle nostre zone) come nel caso di una possibile diffusione della difterite o del colera.

La “Angina difterica” come veniva chiamata, apparve a Quattrocase nel 1878 e colpì fanciulli e adulti e solo grazie al provvido intervento del medico condotto di Casalbellotto dott. Poli se si poterono salvare molti adulti applicando le indicazioni fornite dal Consiglio Sanitario del Circondario di Casalmaggiore composto dal Sotto Prefetto, Presidente; Bonetti dott. Carlo Vice-Presidente: dal Pretore; dal dott. Mosca, Membro ordinario: Contini dott. Vincenzo, Membro ordinario: Biagi Ermirro, Membro ordinario e Belletti Erasmo e Verdi dott. Cesare come Membri straordinari. Il Dott. Paolo Beduschi ne era il Segretario.

Invece la paura della diffusione del colera determinò nel 1884 un acceso dibattito politico fra le forze presenti in Consiglio Comunale e si arrivò, dopo varie sollecitazioni ad individuare al Baraccone (zona via del Gesù) un immobile da destinarsi a lazzaretto (in cui allestire 12 letti) in caso di riscontro della presenza di affetti da colera (interessante è come veniva descritto l’arrivo del morbo:: “invasione dello zingaro” e del come ci si augurava di “…risparmiarci la visita dell’ebreo errante” e siamo nel 1884 e ancora oggi facciamo fatica a capire cosa significhi “violenza verbale” e quali effetti possa produrre nel tempo! Da “Corriere di Casalmaggiore” del 6 settembre 1884).

Comunque venne individuato un caso di colera a Fossacaprara. Scattò l’immediato intervento del medico condotto di Casalbellotto Dr. Poli e dei medici di Casalmaggiore Beduschi e Mosca accompagnati dall’Assessore comunale Marco Federici. Dopo accesa discussione fra i tre medici venne stabilito che si trattava di “cholera sporadico”. La notte dello stesso giorno il malato, certo Padova Eusebio, morì. Pare fosse affetto da anni dai tisi. (Corriere di Casalmaggiore 6 settembre 1884 n. 1).

Casalbellotto, vuoi per essere una delle frazioni più numerosa, o vuoi per l’influenza che aveva sulle altre frazioni quali Quattrocase, Fossacaprara e Roncadello, salì spesso al centro delle cronache di tipo sanitario come nel 1885.

Al giornale locale “Il Corriere di Casalmaggiore” arrivò una lettera con preghiera di pubblicazione, lettera con cui veniva denunciato un fatto alquanto grave: l’oste Jassù di

Casalbellotto fu colpito da crisi apoplettica e il medico condotto, dott. Poli, accorso, mandò a prendere dal farmacista Carnevali Diomede, delle “carte senapate” da applicare al corpo del malcapitato oste.

Ma tali carte non sortirono alcun effetto essendo scadute o andate a male per la cattiva custodia, e dopo pochi giorni il Jassù rese l’anima al buon Dio.

Diffusasi la notizia è facile immaginare l’indignazione degli abitanti della frazione, venne fatta richiesta di sopralluogo alla farmacia da parte della Commissione Sanitaria, si andava dicendo che era necessario chiedere i danni da parte della famiglia del malcapitato Jassù fin tanto che il farmacista Carnevali si sentì in dovere di mandare una lettera di giustificazione ad un altro giornale, ossia ” Gli Interessi Casalesi”.

E in tale lettera oltre a non citare minimamente lo stato di “conservazione delle carte senapate” osservò che se esse a nulla servirono, allora a nulla “…valsero i senapismi naturali, i vescicanti, le mignatte a richiamare in vita il morto e nemmeno dai salassi praticati scaturì sangue: del che possono far fede i medici Sigg. Poli e Vidoni.” Ed insistette: “Ah dunque perché un cristiano va all’altro mondo, come fanno tanti altri per l’impotenza assoluta di medici e medicina a guarire un malore troppo violento, la catastrofe si farà ricadere a colpa del farmacista Carnevali!!!”

E poi mise il dito nella piaga: dietro a questa vicenda si nascondeva in verità una vera e propria lotta politica ove intervennero il medico condotto, il farmacista e non ultimi i sacerdoti e i redattori dei giornali locali.

In Comune vi erano due schieramenti che si contendevano l’amministrazione del bene comune: da una parte i liberali o progressisti e dall’altra i conservatori. Il problema derivava dal fatto che nelle varie tornate elettorali (con i meccanismi e le limitazioni del corpo elettorale che sappiamo) i due schieramenti si trovavano con pari forze: 15 consiglieri contro 15 dell’altro schieramento e l’impossibilità di nominare una Giunta e quindi un Sindaco giungendo persino ad arrivare alla cosiddetta “conciliazione” ossia nomina di una giunta e di un sindaco provvisori. accettati da tutti e due gli schieramenti pur di gestire almeno gli affari correnti. (i ritardi nella costruzione del nuovo palazzo comunale derivavano proprio da questa situazione).

E’ ovvio pensare che si giocavano tutte le carte possibili pur di far prevalere uno schieramento sull’altro ed essendo partecipe di pari passo la stampa locale all’una o all’altra formazione, ecco gli scambi di accuse, più o meno dirette, più o meno velate, per lettera anche anonima che comparvero sui vari fogli locali con risposte e contro risposte: “Gli Interessi Casalesi” che era espressione dei liberali progressisti (e veniva a sostituirsi a “L’Ignorante”), mentre il “Corriere” era espressione dei conservatori..

E il Carnevali entrava anche lui a far parte del gioco: lui era schierato con i liberali, quindi contrastato e diffamato dai conservatori tanto che alla fine lui stesso affermò “Quasi quasi son tentato di credere che le mie carte senapate di cui tengo disponibile una discreta quantità, sarebbero una vera provvidenza appiccicate alla testa di quei fanatici o birboni, che recentemente o da molto tempo adoperano tutte le arti più vili e schifose per danneggiarmi!”.

E non era la prima volta. Già nel 1883 l’allora medico condotto, il Dott. Pini, sostenuto dai conservatori, mosse guerra al Carnevali cercando in tutti i modi di far adottare alla Congregazione di Carità delle condizioni inaccettabili al Carnevali per la fornitura di medicinali per i poveri, condizioni che ovviamente non accettò suscitando le ire del Presidente della Congregazione, Giuseppe Mina. E così successe anche che le erogazioni del Comune alla Congregazione perché venissero poi utilizzate per la distribuzioni di medicinali ai poveri venissero bloccate per la parte relativa proprio al farmacista Carnevali suscitando le proteste soprattutto da parte dei cittadini che non avevano mezzi per poter andare a Casalmaggiore e proteste da parte della controparte politica in Consiglio Comunale oltre che articoli di fuoco sulla stampa locale. E il dott. Pini Luigi, pur licenziato dal Consiglio Comunale, riuscì ugualmente a esercitare la sua professione con il sostegno dei consiglieri comunali conservatori quali il Federici Marco, il Storti Glicerio, il Vallari Luigi e il Longari Ponzone Ing. Mario, mettendo in moto tutti i sotterfugi possibili per far avanzare la sua “parte”.

E i sacerdoti? Ho accennato che anche il prete di Casalbellotto don Daniele Casali entrava nella lotta politica e infatti il giornale “Gli Interessi Casalesi” uscì il 23 ottobre 1881 con un “supplemento al n. 6” con una titolazione a grandi caratteri: Fuoco alla mina! In sostanza il dott. Pini inviò una durissima lettera al Vescovo ed al parroco, interamente pubblicata, con cui accusava il sacerdote don Davide Carnevali, cugino del farmacista, di aver sostenuto apertamente gli esponenti liberali-progressisti nelle passate elezioni comunali (tutte da descrivere nel loro svolgimento!) definendoli “…liberaloni nemici dell’altare e del trono.” ed a sostegno di tale posizione citava episodi in cui direttamente era coinvolto il farmacista Carnevali o meglio i suoi due figli (Enrico e Quinto: il futuro podestà di Casalmaggiore?) a cui aveva proibito di assistere al catechismo tenuto dal cugino.

Ed il Vescovo Bonomelli ovviamente scrisse al sacerdote don Casali per avere ragguagli su quanto vi era di vero.La questione s’infittì poiché nel numero successivo de “Gli Interessi Casalesi” don Casali accusò la redazione di tale giornale di aver sottratto illegalmente. approfittando della propria assenza dalla canonica la lettera del Pini (in poche parole un

furto vero e proprio), mentre il farmacista Carnevali si trovò costretto a difendersi dalle accuse (evidentemente pretestuose) di non aver mandato i suoi due figli a seguire le lezioni del catechismo; sostenendo di non averli mandati poiché vi era un insegnante (ovviamente di parte avversa), certo maestro Tonghini che aveva il vizio di maltrattare e picchiare gli alunni (denuncia presentata all’autorità scolastica a firma di quindici genitori di Casalbellotto). Il don Carnevali Davide morì i 26 febbraio 1882 pare anche a seguito delle lettere diffamatorie scritte al Vescovo dal dott. Pini. Almeno così sostenne “Gli Interessi Casalesi”.

Ma se uno pensa che gli intrighi, le lotte, le battaglie attorno al nostro farmacista Carnevali siano finite si sbaglia. Anche la moglie, per solidarietà al marito si rifiutò di fornire i dati a certo Savi incaricato dal Sindaco ad effettuare il censimento. E tutto perché il Savi era espressione della controparte. Così la signora Carnevali dovete subire un processo a Casalmaggiore

Insomma una situazione incredibile a cui molti sperarono che mettesse chiarezza il Consiglio Comunale (ben dieci consiglieri dell’opposizione ne chiesero la convocazione) nel mentre i poveri delle frazioni legate alla farmacia di Casalbellotto si dovettero procurare gratuitamente le medicine andandosele a prendere a Casalmaggiore.

Costantino Rosa

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...