Ponte Po, ci siamo? Finita
la "coda" dei decreti attuativi
Soldi che a Roma ci sono e che sarebbero già stati stanziati, ma che devono sottostare a lungaggini burocratiche e decreti attuativi, appunto. Tuttavia, si diceva in apertura, la coda è finita: un mese fa, infatti, gli uffici della Provincia di Parma hanno sussultato, quando in effetti un decreto è stato consegnato. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1
La coda è finita, o almeno si spera. Da dicembre il Milleproroghe attende quel decreto attuativo che renderebbe ufficialmente disponibili i fondi per diverse opere pubbliche. Fondi senza i quali anche un’opera essenziale come il nuovo ponte di Casalmaggiore-Colorno non può partire e rimane ingessata.
Da dicembre la Provincia di Parma – stazione appaltante nonostante nel frattempo l’Asolana, anche nel tratto in cui percorre il ponte, sia passata da Anas – sta aspettando quel documento, senza il quale l’assegnazione si potrebbe fare ma col rischio di restare, per così dire, in bolletta. Ossia di non avere poi i soldi per dare il via al percorso.
Soldi che a Roma ci sono e che sarebbero già stati stanziati, ma che devono sottostare a lungaggini burocratiche e decreti attuativi, appunto. Tuttavia, si diceva in apertura, la coda è finita: un mese fa, infatti, gli uffici della Provincia di Parma hanno sussultato, quando in effetti un decreto è stato consegnato.
Tuttavia questo faceva riferimento a opere che la Provincia di Parma aveva già chiuso da tempo – tra queste, per capirsi, pure la ristrutturazione del ponte Casalmaggiore-Colorno, terminata nel giugno 2019 – e che dunque non ha sbloccato nulla. E’ vero che il decreto spedito un mese fa è servito a finanziare altre opere sin lì stoppate in giro per l’Italia, ma nel caso specifico nulla si è mosso nel nostro territorio.
Tuttavia una buona notizia c’è: stando a indiscrezioni ed elementi raccolti proprio dalla Provincia di Parma, quel decreto attuativo riferito al 2019 era di fatto l’ultimo in coda dopo quello – tanto atteso – del Milleproroghe del dicembre 2022. Ecco perché filtra un certo ottimismo: adesso non dovrebbero esserci altri documenti a intasare la fila, prima di quello che dovrebbe sbloccare finalmente la progettazione del nuovo ponte.
L’assegnazione, va ricordato, è ancora provvisoria, proprio perché manca la certezza assoluta dei fondi. Ossia manca quel pezzo di carta che certifichi la disponibilità finanziaria che arriverà da Roma. Poi l’iter potrà avanzare: a logica si è già perso abbastanza tempo, per un vecchio ponte che – nella sua vita stimata – non andrà oltre il 2029.
G.G.