Cronaca

Salviamo il Fiume Chiese e il suo
lago d'Idro, audizione in Regione

il Presidente della Federazione, che ha energicamente esposto alla VI Commissione regionale lombarda quelli che dalla Federazione stessa, con l'attività che sta portando avanti negli ormai quasi 5 anni da quando esiste

Mercoledì 19 luglio al secondo piano del Palazzo Pirellone sede di Regione Lombardia, su invito della Consigliera regionale Paola Pollini ha avuto luogo una Audizione in VI Commissione, Commissione Ambiente, della Federazione e del Comitato di coordinamento del Presidio 9 agosto.

Le due delegazioni erano così composte: Federazione del Chiese, rappresentata dal Presidente Gianluca Bordiga, dalla Vice presidente Antonella Busseni, e dal Segretario Sergio Bottazzi; Comitato di coordinamento Presidio 9 agosto, rappresentato da Sergio Aurora, Piera Casalini, Raffaella Giubellini, Francesco Raucci.

In accordo tra le due entità invitate in Audizione, ha preso la parola per primo il Presidente della Federazione, che ha energicamente esposto alla VI Commissione regionale lombarda quelli che dalla Federazione stessa, con l’attività che sta portando avanti negli ormai quasi 5 anni da quando esiste, sono stati configurati come i 4 punti fondamentali per raggiungere una totale e soddisfacente salvaguardia dell’intero corpo idrico del Chiese, ricordando sempre che ognuno di questi 4 punti sono concatenati agli altri 3, in altre parole non si può parlare di bene del corpo idrico del Chiese se non si considera il bene che serve fare per ognuno di questi punti.

E pertanto il Presidente della Federazione ha esposto specificatamente quanto segue:

  • tutela delle riserve trentine, perché è ormai conclamato che i ghiacciai sono destinati a scomparire nell’arco di pochi decenni e anche l’Adamello che è la sorgente del Corpo idrico del Chiese si sta riducendo, a vista d’occhio, ed è conclamato anche che le stagioni autunnali e invernali non forniscono più con i ritmi sicuri di un epoca trascorsa le piogge e le nevicate abbondanti;
  • rispetto della naturalità del Lago d’Idro, perché questo è un Lago di origine glaciale rientrante nel novero dei Grandi Laghi alpini, e il fatto che per un errore, probabilmente voluto dal legislatore dell’epoca, agli inizi del ‘900 lo classificarono “Serbatoio”, non può per nessuna ragione cancellarne la sua natura, la sua origine, ovvero è un Lago regolato come lo sono tutti gli altri Laghi naturali, come ad esempio lo è anche il Lago di Garda che è regolato dalla cd. “Diga di Salionze”, anzi il Lago d’Idro è stato il primo Lago in Europa ad essere regolato; la regolazione dei Laghi è un fatto positivo molto utile perché può laminare le onde di piena e può soccorrere le stagioni di gravi crisi idriche ma questa condizione artificiale NON deve assolutamente snaturarli;
  • opposizione a ogni ipotesi di trasferire nel Chiese la depurazione gardesana, perché fare questo trasferimento renderebbe soprattutto perennemente precario l’intero sistema di bilancio idrico e quindi di riserve del Corpo idrico del Chiese, in quanto, e le fotografie fatte da noi ieri nel tratto del Chiese nel Comune di Calcinato (BS) lo dimostrano, il fiume Chiese specialmente nella stagione estiva NON ha nemmeno il Deflusso Ecologico, ovvero non ha mai, se non durante e immediatamente dopo i temporali, una portata superiore a 3-4 metri cubi al secondo, e per normativa per poter divenire un corpo idrico ricettore di uno scarico di depurazione come quella ipotetica del 40% del Lago di Garda dovrebbe avere almeno 7-8 metri cubi costanti al secondo, SITUAZIONE IMPOSSIBILE NEL CORPO IDRICO DEL CHIESE;
  • gestione oculata e coordinata del corpo idrico, sempre in ogni stagione, tra la Regione Lombardia ed il Trentino, che comprendono i vari diversi territori bagnati dal Corpo idrico, mediante una Autorità creata ad hoc, che evidentemente non può essere l’AIPO, un Autorità che va creata sia per prevenire le crisi idriche, come quelle drammatiche del 2022, sia per prevenire le ondate di piena ed evitare esondazioni specialmente nel tratto della pianura bresciana e della pianura mantovana del Corpo idrico, che in particolare quest’anno, per tutto il mese di maggio e fino al 17 giugno, hanno rischiato le esondazioni se fossero cadute bombe d’acqua come quelle cadute anche recentemente in altre aree d’Italia, perché il gestore quest’anno, evidentemente condizionato dall’esterno, ha tenuto il Lago d’Idro alto ben mezzo metro, che equivale a 5,5 mln di metri cubi di acqua, oltre la soglia prevista per la massima regolazione, ovvero se durante quelle 6 settimane di lago riempito fino a mezzo metro oltre la soglia di regolazione fosse caduta una bomba d’acqua non ci sarebbe stata possibilità di laminare quella piena e in pianura il fiume Chiese sarebbe esondato; questa non è una gestione oculata, ma è condizionata da fattori esterni alla pura situazione idraulica e ambientale.

Dopo il Presidente della Federazione, hanno preso la parola rispettivamente Piera Casalini, Sergio Aurora, che hanno approfondito le ragioni della protesta che il Presidio 9 agosto sta portando avanti ininterrottamente dal 9 agosto 2021, quale forma eclatante di opposizione al progetto di trasferire nel Chiese la depurazione della sponda occidentale del lago di Garda, ed richiamato anche la promessa che il Ministro dell’Ambiente, Pichetto Fratin, aveva fatto alla loro delegazione nell’incontro al Ministero il 3 aprile scorso. Dopodiché ha preso la parola Raffaella Giubellini, che ha sollecitato un incontro con il Presidente di Ersaf, l’ente lombardo incaricato di compiere lo studio sullo stato di salute del corpo idrico del Chiese, i cui costi sono stati finanziati dalla Regione Lombardia al termine della precedente legislatura.

In merito allo studio sullo stato di salute del corpo idrico del Chiese, proposta venuta tra l’altro dalla Federazione dell’aprile 2022 e inserita in un Dossier di 115 pagine del Presidio 9 agosto inviato il 24 aprile 2022 alla signora Commissario alla depurazione del Garda, nonché al Presidente della Provincia di Brescia e all’allora Ministro alla Transizione Ecologica, in un incontro avuto con il Vice Presidente del Consiglio regionale, Emilio Del Bono già Sindaco di Brescia, a margine dell’Audizione, tutti i membri delle due delegazioni hanno ribadito la necessità che questo studio parta quanto prima, dato che servirà compierlo nelle 4 stagionalità, ed è stata ribadita la preoccupazione che questo studio venga eseguito con la consulenza scientifica di una Università dotata di una Cattedra specifica sull’Ecologia, affinché non debba mai essere manovrato in maniera impropria.

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