Chiesa

San Corrado, Eremita del Po a
contatto col discendente del Santo

Un “incontro” davvero inatteso, sorprendente e speciale quello col discendente di un grande santo (al quale, come lo stesso storico e scrittore ha confermato, la famiglia Confalonieri è particolarmente devota)

I borghi del Grande fiume, sull’una e sull’altra riva, cresciuti laboriosamente all’ombra dei loro campanili, sono sempre ricchi di sorprese, di curiosità e di peculiarità. Tutti, indistintamente, meritano di essere visitati, conosciuti e vissuti, soprattutto attraverso l’incontro con coloro che li abitano e, con la loro presenza ed il loro lavoro, li custodiscono.

Tra questi villaggi di fiume spicca il borgo di Calendasco (PC) dove, fino a domenica 24, tutti i giorni (dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17), è possibile visitare la mostra iconografica che l’amico, studioso e agiografo di san Corrado Confalonieri, Umberto Battini, dedica allo stesso santo. Santo nato nel piccolo borgo fluviale, al quale Umberto Battini da una vita dedica studi, ricerche, articoli, pubblicazioni e iniziative, a beneficio del territorio. Umberto è uomo del Po, un eremita che attinge la sua linfa alla memoria e al carisma di san Corrado. Del resto gli uomini del fiume sono così: con passione, tenacia e impegno dedicano tutto ciò che possono a ciò che amano, e lo fanno per il bene delle loro terre, della loro storia, con quel grande valore che è quello della consapevolezza. Chi scrive queste righe è stato di persona a visitare la mostra e, proprio nelle ore successive all’incontro con Umberto Battini è giunto un incontro del tutto inatteso, speciale e oltremodo gradito. Quello con Corrado Occhipinti Confalonieri, discendente diretto del santo (di cui è per altro omonimo). Incontro, per ora soltanto telefonico (ma più che sufficiente per avere una esperienza unica e privilegiante) avvenuto tramite una amicizia comune, quella con il giornalista Alberto Maieli.

Corrado Occhipinti Confalonieri è separato dal santo, vissuto molti secoli prima, da ventuno generazioni. La parentela è presto fatta. Il papà del santo si chiamava Tommaso ed aveva un fratello, Giacomo. Discendente diretta di quest’ultimo è Livia Confalonieri, madre di Corrado Occhipinti Confalonieri. La famiglia è piacentina del “sasso” (come si usa dire), di antichissima origine. Il primo di cui si ha notizia è Lantelmo Confalonieri, eroe della prima crociata del 1098 a cui partecipò sotto l’insegna di Goffredo di Buglione.

Tornando al “nostro” san Corrado è significativo che la mostra in corso in questi giorni si tenga proprio nei locali dell’antico romitorio, in centro al paese perché, come ricorda Corrado Occhipinti Confalonieri è il luogo in cui san Corrado ha iniziato ad avvicinarsi alla virtù dell’umiltà. Il primo segno quindi di quel fulgore di santità che è poi rifulso negli anni successivi.

Corrado Occhipinti Confalonieri, nato a Milano 8dove vive) nel 1965 è laureato in Scienze politiche con tesi in storia del Risorgimento ed ha preso la specializzazione in Diritto ed economia dell’Unione europea. È autore di alcuni saggi sul Circolo dei nobili fra ancien régime e liberalismo (“Il Risorgimento”, 1992, 1); sul progetto di Unione franco britannica del giugno 1940 (“Rivista di studi politici internazionali”, 2018, 4);sul ruolo di Jean Monnet nella Prima guerra mondiale (“Rivista di studi politici internazionali”, 2019, 4);su Jean Monnet alla Società delle Nazioni (“Rivista di studi politici internazionali”, 2021, 1;, sulla storia della peste del 1348 “Gabriele Musso e l’angelo della morte” (“Bollettino storico piacentino”, 2019, 2); sulla Veduta di Roma al MACA di Mantova (“Civiltà mantovana”, 1, 2022) e sulle formelle del lavoro nel Duomo di Piacenza (“Strenna piacentina”, 2022). Finalista del concorso letterario Un giorno di Joyce indetto dal “Corriere della sera”, collabora con i mensili“Medioevo” , “Storica National Geographic”, “BBC History” e altri periodici su argomenti storici. Intervista personaggi noti sul loro rapporto con la fede per il settimanale “Maria con te” (edizioni san Paolo). Si occupa anche di divulgazione storica e novità librarie sui social (Instagram e Facebook) dove riscuote un ampio seguito. Ma, soprattutto, è autore, per la casa editrice Minerva, de “La moglie del santo”, il suo primo romanzo, incentrato proprio sulla vita del suo celebre antenato ed ha terminato da poco il secondo. Conta quindicimila follower sui social Instagram e Facebook.

Il discendente di san Corrado Confalonieri (1290-1351) santo patrono di Noto, nel suo primo romanzo storico narra proprio la vita del suo avo e della moglie Eufrosina, di cui si sapeva molto poco. Attraverso la ricostruzione del contesto storico, politico e religioso in cui hanno vissuto i personaggi, l’analisi dell’albero genealogico e ricordi di famiglia, l’autore fa emergere un sorprendente sacrificio d’amore rimasto fino ad oggi sconosciuto. Si è a Piacenza, città di fiume, nella prima metà del Trecento. La città è martoriata dalle lotte tra le fazioni cittadine. Impegnato nella conquista del potere, il nobile guelfo Tommaso Confalonieri favorisce il matrimonio del figlio Corrado con Eufrosina Vistarini, di famiglia ghibellina alleata alla stirpe emergente dei Visconti di Milano. Nei primi anni Corrado è un marito apatico e sfuggente, sembra interessato solo agli svaghi, fino a quando un suo tragico errore mette a repentaglio la sopravvivenza di tanti concittadini e il buon nome del casato. Sopraffatto dai sensi di colpa, Corrado ha una crisi mistica e medita di dare una rivoluzionaria svolta alla sua esistenza. Ed è in questo momento che l’amore di Eufrosina si rivela grande e indispensabile. Sarà lei a incoraggiarlo, a dargli forza per il nuovo progetto di vita, e a rendersi a sua volta disponibile a un enorme sacrificio. L’incredibile vita di san Corrado ha toccato il cuore del suo omonimo, ultimo discendente Corrado Occhipinti Confalonieri, che ha ricostruito le sorprendenti tappe di questa storia d’amore carnale e spirituale, coniugando la precisione dello storico con l’affettuosa commozione. Tra l’altro è doveroso evidenziare che, dopo le scelta ascetica e religiosa del futuro san Corrado, la moglie Eufrosina scelse a sua volta la vita religiosa, nell’ordine delle Clarisse col nome di suor Giovanna.

“La moglie del santo”, romanzo nato grazie anche alla visita fatta a Calendasco, anni fa, dall’autore (che raccolse notizie e materiale riguardanti ovviamente il suo avo) venne presentato a Noto (dove san Corrado riposa) nel 2019. Da poco, l’autore ha terminato anche il suo secondo romanzo, sempre per Minerva edizioni, che uscirà a febbraio del prossimo anno col titolo “I Superbi” sarà sempre incentrato sulle vicende dei Confalonieri e sugli anni postumi alla vita di san Corrado. In particolare sarà incentrato sulla congiura contro Pier Luigi Farnese del 1547 che ebbe tra i suoi protagonisti Gianluigi Confalonieri, che prese parte all’omicidio dello stesso Farnese, primo Duca di Parma e figlio di papa Paolo III Farnese. Episodio in seguito al quale la famiglia Confalonieri, di fatto, finì per perdere il castello di Calendasco.

Fornendo alcune particolarità e “chicche” storiche legate alla figura di san Corrado (penitente terziario francescano), Corrado Occhipinti Confalonieri ha ricordato la scoperta, effettuata a Roma alcuni anni fa quando, nel corso di interventi di restauro conservativo alla chiesa di Santa Maria Odigitria (dei Siciliani), sono venuti alla luce nelle lunette della cappella vicina all’ambone due affreschi con episodi della vita di San Corrado Confalonieri (di cui si possono osservare le immagini nella mostra in corso in questi giorni a Calendasco). Inoltre, nel corso di analisi paleo patologiche eseguite nel 1992 sui resti del grande anacoreta, è emerso che lo stesso aveva una altezza di circa 1,70 m., che da giovane si era cibato di cacciagione (fatto tipico delle famiglie nobili del tempo) e, da adulto, di formaggio e fave (altra chiara indicazione della sua vita eremitica). Aveva un naso aquilino e, in adolescenza aveva sofferto di una malattia che gli aveva provocato l’interruzione della crescita ed aveva problemi importanti a un ginocchio dovuti, con tutta probabilità, ai pesanti allenamenti a che aveva dovuto effettuare durante il periodo in cui era cavaliere.

Un “incontro” davvero inatteso, sorprendente e speciale quello col discendente di un grande santo (al quale, come lo stesso storico e scrittore ha confermato, la famiglia Confalonieri è particolarmente devota). Un fatto privilegiante che, volentieri, di condivide con tutti i lettori di Oglioponews.

Eremita del Po, Paolo Panni

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