Chiesa

Beata Vergine delle Grazie, entra
il nuovo parroco don Maffezzoni

A presiedere l’Eucaristia il vescovo Antonio Napolioni, affiancato dal nuovo parroco, dal vicario zonale della zona pastorale 5 don Davide Barili e da alcuni altri sacerdoti diocesani

Tre parrocchie: Cicognara, Cogozzo e Roncadello. Una comunità – quella dell’unità pastorale “Beata Vergine delle Grazie” – riunita in una gremita chiesa di Roncedello per l’ingresso del nuovo parroco, don Alessandro Maffezzoni, nel pomeriggio di domenica 1° ottobre. A presiedere l’Eucaristia il vescovo Antonio Napolioni, affiancato dal nuovo parroco, dal vicario zonale della zona pastorale 5 don Davide Barili e da alcuni altri sacerdoti diocesani.

La celebrazione è iniziata con l’arrivo dei celebranti in processione sul sagrato della chiesa, accolti dai sindaci Filippo Bongiovanni di Casalmaggiore (di cui è frazione Roncadello), Nicola Cavatorta di Viadana (di cui sono frazioni Cicognara e Cogozzo) e Marco Pasquali di Sabbioneta (dove don Maffezzoni era vicario dal 2015). Proprio il primo cittadino di Casalmaggiore ha espresso il saluto dell’Amministrazione comunale al nuovo parroco. «Un nuovo capitolo – ha detto – si apre per l’unità pastorale della “Beata Vergine delle Grazie”, che ha la particolarità di essere su due province, e sulle frazioni di due Comuni: Casalmaggiore e Viadana. E che con l’arrivo di don Alessandro cercherà di proseguire nel suo percorso di crescita spirituale». E ancora: «Abbiamo da offrire volontà, collaborazione, disponibilità a percorrere insieme il cammino che lei vorrà indicarci, accogliendoci reciprocamente come dono della Divina Provvidenza».

Dopo il saluto sul sagrato, ha avuto inizio la Messa, che si è aperta con la lettura del decreto di nomina da parte del vicario zonale, e con il saluto di una rappresentante del Consiglio pastorale: «Caro don Alessandro, la accogliamo come un padre misericordioso, come un fratello maggiore che sa educare e come un amico con cui collaborare». «Il fulgido esempio di don Primo Mazzolari di cui lei diviene successore alla guida della parrocchia di Cicognara le sia di ispirazione nella cura dei poveri, nell’accoglienza dello straniero nella ricerca dei lontani che cercano Cristo senza ancora saperlo. Che la Beata Vergine delle Grazie la guidi e la accompagni nel suo ministero».

L’omelia del vescovo Napolioni si è aperta commentando il Vangelo del giorno, la parabola dei due figli e della vigna. «Una parabola che sentiamo spesso, anche nella nostra vita quotidiana». «I due figli vengono qui un po’ estremizzati», ha spiegato il vescovo, facendo quindi un parallelismo con le nomine dei nuovi parroci: «Nessuno mi ha mai detto “no”, “non ne ho voglia”, nemmeno “sissignore”. Certo è che qualcuno lascia malvolentieri una comunità quando si trova bene. Altri non vedono l’ora di prendersi responsabilità. Ci sono i nostri sentimenti, la nostra testa e il nostro cuore, la nostra umanità». Ma il Signore suggerisce di «non fidarsi dell’istinto, che magari fa dire “non ne ho voglia” o “mi butto” – ha aggiunto –. Calma, aspettiamo il giorno dopo. Vediamo che cosa accade davvero». Un invito a riflettere, a rendersi conto. Ma chi può aiutare l’uomo a rendersi conto, a convertirsi, a prendere lo slancio nella propria vita? «Ce lo dice con chiarezza san Paolo con due indicazioni», ha evidenziato mons. Napolioni. «La prima sul valore della comunità, che posso applicare volentieri a questa unità pastorale». «Anch’io posso dire, con san Paolo, qui c’è qualche consolazione in Cristo, qualche conforto, qualche consolazione di Spirito». «La seconda indicazione è ancor più potente e decisiva»: «san Paolo ci dice “Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù”». «Davvero il primo compito del sacerdote è la comunione con Gesù – ha evidenziato il vescovo –, stare talmente tanto con Lui che riusciamo a far stare un po’ più con Lui anche gli altri». Ha quindi concluso: «Grazie Signore, perché ci dai tanti fratelli e sorelle con cui camminare. Li affido gli uni agli altri, con tanta fiducia e con un pizzico di curiosità».

La celebrazione è proseguita con la professione di fede recitata dal nuovo parroco, che al termine della Messa ha salutato le sue nuove comunità, ringraziando commosso il vescovo, i concelebranti, i presenti e tutte le parrocchie che ha accompagnato e che lo hanno accompagnato. Uno sguardo poi al “nuovo”: «Mi rivolgo a voi, cari parrocchiani. Da oggi inizia il mio ministero di parroco tra voi. Voglio proseguire il cammino dell’unità pastorale già avviato da don Andrea (Spreafico, ndr) e i sacerdoti che lo hanno aiutato». Nelle sue parole anche un riferimento ai giovani, fonte viva delle comunità: «Non facciamo mancare loro il sostegno e la fiducia – ha sottolineato don Maffezzoni –. Facciamo che possano trovare nell’oratorio, oltre che un luogo accogliente e aggregativo, un luogo educativo ai valori cristiani, in cui vivere il confronto e l’accoglienza». Ha dunque concluso: «Cercheremo di tenere accesa questa scintilla di gioia dell’incontro con il Signore, perché in Gesù ci è stato detto e dato tutto. In Lui tutto si eleva».

Dopo la Messa si è tenuto un momento conviviale presso l’oratorio di Cicognara, un’occasione per le tre parrocchie per iniziare a conoscere il nuovo parroco. A seguire, alle 18.30 nella chiesa di Cicognara, la società musicale “Estudiantina” di Casalmaggiore presenterà “Banda in concerto”, un’esibizione musicale di benvenuto a don Maffezzoni.

Biografia del nuovo parroco

Classe 1978, originario della parrocchia “S. Ambrogio” in Cremona, don Alessandro Maffezzoni è stato ordinato sacerdote il 12 giugno 2004. È stato vicario della parrocchia “Ss. Clemente e Imerio” in Cremona (2004-2008) e di quelle di Casalbuttano e San Vito (2008-2015). Dal 2015 era vicario delle parrocchie di Breda Cisoni, Ponteterra, Sabbioneta e Villa Pasquali. Nell’unità pastorale “Beata Vergine delle Grazie” prede il testimone da don Andrea Sprefico, trasferito a Cremona come nuovo parroco della Beata Vergine di Caravaggio.

Il saluto di don Alessandro Maffezzoni sul giornalino parrocchiale

Carissimi parrocchiani dell’Unità Pastorale Beata Vergine delle Grazie di Cogozzo, Cicognara e Roncadello. È la prima volta che mi rivolgo a voi e lo faccio con un po’ di emozione, come vostro nuovo parroco. Anch’io come voi mi trovo ad affrontare un cambiamento importante per la mia vita. Per voi l’arrivo del nuovo pastore, a servizio dell’Unità Pastorale, racchiude certamente qualche incognita. Vi domanderete “cosa accadrà?”, potrete affidarvi al “sentito dire” o “alla fama” che a volte ci precede. Anche per me è tutto nuovo nei tempi e nelle situazioni. Dalla mia ordinazione il 12 giugno del 2004, così tutte le volte che ho affrontato dei cambi nelle diverse parrocchie dove sono stato chiamato a svolgere il mio ministero, S. Imerio a Cremona, Casalbuttano, Sabbioneta e le parrocchie che compongono la comunità, mi sono sempre trovato davanti situazioni nuove, non soltanto per la geografia dei luoghi, ma anche per la storia delle comunità e delle persone che ho avuto la gioia di incontrare.

Ogni volta che ho trovato disponibilità, ma anche quando ho trovato qualche resistenza, tutto mi ha aiutato a crescere come uomo, come cristiano ed anche come sacerdote al servizio della Chiesa. Sono certo sarà così anche con voi. Già da questi primi giorni tra voi, mi avete dato una dimostrazione di bella accoglienza e disponibilità. Sono certo potremo fare un tratto di strada insieme, nel quale ci sosterremo reciprocamente e cresceremo insieme umanamente ma anche nella fede in Gesù Cristo. Se da parte mia saprò sempre indicarvi l’unico vero Maestro e Pastore da seguire e a cui affidarvi darò sempre valore al mio ministero tra voi e potrò esservi di aiuto.

Da parte vostra se mi aiuterete non soltanto nelle cose “da fare”, ma anche nel mantenere viva la fame di vita vera e di verità, di cui l’uomo ha sempre bisogno, mi aiuterete a dare senso al ministero del prete tra Voi. In particolare, penso ai nostri ragazzi e ai nostri giovani, affinché non cadano nell’inganno di pensare che la fame materiale sia l’unica da ascoltare, da soddisfare, dimenticandosi così dello Spirito e dei valori che ne derivano.

Concludo dicendo che entro in “punta di piedi”, nel cammino che avete intrapreso con i pastori che mi hanno preceduto, nel passato e nell’immediato, nella consapevolezza di aver sperimentato anch’io, quanto dice l’apostolo Giovanni nel dialogo con i discepoli dopo l’incontro con la Samaritana al pozzo: “Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo, infatti, si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica” (Gv 4,36-38).

Matteo Cattaneo (Sito Diocesi Cremona)

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