Cronaca

Rotary CVS, a Casalbellotto don
Andrea parla di sant'Omobono

La sera di martedì 7 novembre, presso la chiesa della famiglia Poli a Casalbellotto, don Andrea ha voluto dedicare le riflessioni dell’omelia alla figura di sant’Omobono, la cui festa si celebra il 13 novembre. In pieno clima di novena dedicata al patrono di Cremona, il sacerdote ha delineato alcune caratteristiche di questo santo

Da poco più di un mese responsabile della parrocchia della Beata Vergine di Caravaggio, dopo anni intensi trascorsi fra Roncadello, Cicognara e Cogozzo (Parrocchia del Fiume), don Andrea Spreafico ha officiato la Messa in ricordo dei defunti organizzata dal Rotary Club Casalmaggiore Viadana Sabbioneta, di cui è socio.

La sera di martedì 7 novembre, presso la chiesa della famiglia Poli a Casalbellotto, don Andrea ha voluto dedicare le riflessioni dell’omelia alla figura di sant’Omobono, la cui festa si celebra il 13 novembre. In pieno clima di novena dedicata al patrono di Cremona, il sacerdote ha delineato alcune caratteristiche di questo santo che ben si sposano ai valori e allo spirito del Rotary, ed in particolare al Club presieduto da Cristina Torricelli: perché non nominarlo patrono del RC CVS?, ha lanciato l’idea il sacerdote. Omobono (e già il nome è un programma: “uomo buono”), coetaneo di S. Francesco, fu commerciante di stoffe stimatissimo a Cremona, abile negli affari e ricco imprenditore, ma amava la carità: la ricchezza era per lui una risorsa da dedicare ai bisognosi, come è per i soci del Rotary. In tempi di conflitto tra Comuni e Impero (Cremona era con l’Imperatore) e fra borghesia e nobiltà, seppe essere maestro di pace, evitando con la sua intercessione i conflitti fra le parti e operando di diplomazia affinché nessuno risultasse perdente, come è per i soci del Rotary, portatori di pace e sviluppo. Omobono Tucenghi era pure sposato, primo santo medievale a non appartenere al clero: altro segno distintivo di una speciale condizione sociale che lo accomuna alle peculiarità dei soci rotariani.

Quando morì d’improvviso, il 13 novembre del 1197, durante la Messa, subito si diffuse la sua fama di santità, e papa Innocenzo III lo elevò agli altari appena due anni dopo. La sua salma riposa nel Duomo di Cremona e da lì, ancora con le insegne del corpo incerato (il ramo d’ulivo, il borsello dei soldi da regalare ai poveri…), insegna a tutti ad essere testimoni di pace, a fare delle proprie ricchezze un dono per chi è in difficoltà. “Come Omobono, anche tutti noi soci rotariani, tutti noi come persone, dobbiamo fare del nostro meglio per cambiare le sorti delle nostre città, per prodigarci a renderle migliori sotto il profilo culturale, economico, solidale”, ha detto don Spreafico.

Il sacerdote ha profondamente ringraziato la famiglia Poli per la condivisione di bellezza e familiarità con cui Emanuele ed Anna hanno accolto i soci del Club, e ha ricordato che pregare per i defunti serve più a noi che a “loro”: “Pregare i nostri cari che non ci sono più non li fa ‘salire di grado’ davanti a Dio, sono già nelle Sue mani: è a noi che fa da stimolo a vivere e comportarci meglio, affinché ‘loro’ siano contenti di vederci all’opera per il bene comune”.

I ringraziamenti sinceri alla famiglia Poli sono giunti anche dalla presidente Torricelli, che ha presentato le letture poetiche dell’attore Jim Graziano Maglia con queste parole: “Compiremo un breve e lieve viaggio attraverso il mistero della morte, guidati dalle parole di alcune poesie. Per quanto sia difficile da accettare per chi, come me, ha da poco perso una persona cara, è pur vero che la morte è un fatto naturale e che non è in grado di cancellare quel legame che ci tiene stretti a loro per sempre, nella certezza che, chi ama, non conosce la morte. Pertanto vi invito a celebrare la vita, che ogni giorno ci offre la possibilità di compiere gesti d’amore e continuare così a vivere per sempre in chi ci ama”.

Maglia, con le introduzioni di Alessandra Roveri in Beltrami, ha recitato toccanti brani di don Mazzolari, Henry Scott Holland, Herman Hesse, Giovanni Battisti Marini, Pedro Solinas e Tagore.

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