Cultura

Il soffitto del comune e un pezzo
unico riscoperto di 129 anni fa

Un modo, per certi versi, per ricordare come la storia sia anche il nostro presente e come spesso studiare il passato sia uno stimolo a trovare nuovi legami. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

Una conferenza, una delle tante organizzate all’interno del calendario di eventi per celebrare Tommaso Aroldi, artista che ha segnato con le sue idee architettoniche il volto di Casalmaggiore tra fine Ottocento e inizio Novecento, per parlare in particolare della sala consiliare del comune di Casalmaggiore.

Un percorso tenuto da Valter Rosa, curatore della mostra che prosegue al Museo Diotti e che, alla presenza di un buon pubblico e del sindaco di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni, è partito dal più ampio contesto della storia del Palazzo Comunale con l’esame dei progetti presentati per il Concorso per la sua ricostruzione – indetto nel 1888 e vinto dall’architetto Giacomo Misuraca – per giungere all’esame dell’assetto decorativo delle Sala posto in essere da Tommaso Aroldi nel 1926.

Valter Rosa ha proposto nel corso della serata numerose immagini d’epoca, documenti inediti e disegni, a cui si è aggiunta una sorpresa “dal vero”, rappresentata da un modellino ligneo eseguito dal falegname Ernesto Fortunati che fornisce un’idea di quello che doveva essere il soffitto originario, precedente l’intervento di Tommaso Aroldi. Probabile collaboratore di Francesco Lottici, a cui fu commissionata la realizzazione del soffitto ottocentesco, Fortunati presentò nel 1894 fra i saggi finali della Scuola Popolare di Casalmaggiore questo modellino che è stato messo a disposizione del pubblico dal bisnipote, Daniele Fortunati.

Un modo, per certi versi, per ricordare come la storia sia anche il nostro presente e come spesso studiare il passato sia uno stimolo a trovare nuovi legami: il ritrovamento di questo pezzo, peraltro a poche ore dalla conferenza dedicata proprio alla sala consiliare di Casalmaggiore non è infatti una coincidenza ma una sorta di sprone per Daniele, bisnipote di Ernesto Fortunati, a ritrovare e risistemare, liberandolo dalla polvere, quel pezzo così prezioso risalente ormai a 129 anni fa.

Giovanni Gardani (video Alessandro Osti)

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