Ambiente

Torbiere di Marcaria, tanto è
cambiato (e non in meglio)

Nella situazione descritta servirà a poco lo spostamento del depuratore presentato come la soluzione dei problemi ambientali delle torbiere. Purtroppo ormai è regola generale spacciare l’incuria per rispetto dell’ambiente

In foto la zona umida est delle torbiere nell'agosto del 2021 e in quello dell'anno successivo

A seguito articolo pubblicato su Oglio Po News: Torbiere di Marcaria, tra gli uccelli inanellati sei codibrugnoli nordici, dove le torbiere in oggetto, sono definite “un’oasi naturalistica di pregevole bellezza per chi ama la natura, la fotografia, per appassionati e studiosi“, pur plaudendo al lavoro di ricerca svolto, riteniamo opportuno precisare alcune cose.

Come ben ricordano nostalgicamente molti abitanti della zona le torbiere erano ben altra cosa. Vi si coltivavano la canna palustre e il carice regimentando il livello delle acque. Erano presenti bellissime praterie di felci. Si esercitavano la pesca ed anche la caccia, che furono per molto tempo fonte di sostegno per numerose famiglie.

Nonostante l’esiguità dei mezzi a disposizione, canali e chiari erano costantemente oggetto di manutenzione per consentire la coltivazione e il passaggio di piccole imbarcazioni a fondo piatto per le attività legate all’habitat naturale, i batei, e di dimensioni notevolmente maggiori per il trasporto delle canne, li bateli. Tanto che una giornalista in un articolo definiva “Marcaria, con i suoi bugni, un paradiso…”.

La situazione attuale è ben diversa. Coltivatori e pescatori non ci sono più e con essi sono praticamente spariti i canneti, i cariceti, le praterie di felci e buona parte del mondo animale e vegetale. Con essi si è praticamente fermata la manutenzione, canali e chiari sono intasati da vegetazione, spesso anche di specie che nulla hanno a che fare con le torbiere e che sostituiscono le specie autoctone. Vegetazione che si decompone imputridendo l’acqua in aggiunta agli scarichi degli insediamenti locali che si attiva in caso di pioggia. Probabilmente in occasione della siccità che ha portato al completo prosciugamento delle torbiere, con una gestione più oculata delle risorse idriche si sarebbe potuto raggiungere un minimo vitale, pur garantendo l’irrigazione delle colture nei campi confinanti con la riserva.

Nella situazione descritta servirà a poco lo spostamento del depuratore presentato come la soluzione dei problemi ambientali delle torbiere. Purtroppo ormai è regola generale spacciare l’incuria per rispetto dell’ambiente. Il discorso potrebbe essere esteso a molte realtà, ad esempio al fiume Oglio, dove nessuno provvede più alla pulizia delle rive e gli argini sono ridotti a colabrodo dalle nutrie che vedendosi allagare le tane nei fossi si sono trasferite a quote superiori. Poi, quando succede la disgrazia, non si dovrebbe incolpare solo la natura e i cambiamenti climatici. Tacere su questioni vitali come la salvaguardia del creato è mutismo colpevole e irresponsabile. Nel ringraziare per l’attenzione e disponibilità, porgiamo cordiali saluti.

Luigi Gardini (Associazione Noi, Ambiente Salute)

 

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