Agricoltura

Giornata mondiale del suolo,
il ruolo chiave dell'agricoltura

L'annuale appuntamento promosso dalla Fao e dall'Onu. Gli agricoltori custodiscono e curano ogni giorno il territorio perché sanno che solo un suolo sano può garantire la loro attività e la produzione di cibo

La Giornata Mondiale del Suolo, detta anche World Soil Day, è stata approvata all’unanimità dalla Conferenza della FAO – Food and Agriculture Organization – nel 2013, chiedendone l’adozione ufficiale durante la 68esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite, svoltasi a New York. Nel 2014, la stessa Assemblea ha designato il 5 dicembre come data ufficiale della Giornata che si celebra ogni anno con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione mondiale rispetto al ruolo cruciale del suolo e alla sua gestione sostenibile. Il tema della Giornata Mondiale del Suolo cambia ogni anno e sottolinea l’importanza di questa preziosa risorsa naturale, fondamentale per alcune funzioni vitali della Terra tra cui la produzione alimentare, la regolazione del clima e la conservazione della biodiversità. Il suolo terrestre è anche il serbatoio di circa un quarto della biodiversità globale e merita dunque la stessa attenzione riservata alla biodiversità della superficie terrestre.

Il tema della Giornata Mondiale del Suolo 2023 è “Suolo e acqua, risorse per la vita”. Il suolo e l’acqua, infatti, sono alla base della produzione alimentare, degli ecosistemi e del benessere umano. La relazione tra suolo e acqua è fondamentale per raggiungere sistemi agroalimentari sostenibili e resilienti: la salute del suolo e la qualità e disponibilità dell’acqua sono infatti fortemente interconnesse.

Tra i messaggi chiave della Giornata Mondiale di quest’anno, è importante sottolineare che una migliore gestione del suolo e dell’acqua migliora la capacità del territorio di resistere a eventi climatici estremi come siccità, tempeste e alluvioni, che nell’ultimo periodo hanno colpito diverse regioni del nostro Paese. Inoltre, un suolo sano funge da serbatoio di carbonio, catturandolo dall’atmosfera e contribuendo così agli sforzi di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici.

Il suolo ospita il 25% della biodiversità mondiale e svolge un ruolo cruciale come habitat e patrimonio genetico. In occasione della pubblicazione del rapporto dell’Onu “Lo stato delle conoscenze sulla biodiversità del suolo”, la FAO ha affermato che la tutela della biodiversità è una delle azioni più urgenti che dobbiamo affrontare oggi ma, se consideriamo specificamente la biodiversità del suolo, ci troviamo in una situazione di declino a causa di diversi fattori, tra cui lo sfruttamento eccessivo del suolo, l’urbanizzazione e il cambiamento climatico. Anche l’obiettivo 15 dell’Agenda 2030 si propone di invertire il degrado dei suoli e fermare la perdita di biodiversità, in particolare “entro il 2030, combattere la desertificazione, ripristinare le terre degradate, comprese quelle colpite da desertificazione siccità e inondazioni, e battersi per ottenere un mondo privo di degrado del suolo”.

Gli agricoltori custodiscono e curano ogni giorno il territorio perché sanno che solo un suolo sano può garantire la loro attività, il 95% della produzione di cibo, e quindi la vita dell’uomo. Gli agricoltori conoscono la grande responsabilità che grava sulle loro spalle per la sicurezza alimentare della società. Gli agricoltori sono legati alla terra, ed è per questo che sono i primi ad avvertire e toccare con mano gli effetti dei cambiamenti climatici. Degrado e disboscamento, desertificazione, erosione, impermeabilizzazione, si traducono in un impoverimento dei terreni; tutto ciò a fronte di una popolazione mondiale attesa di 10 miliardi di persone nel 2050. L’agricoltura, per assicurare la sicurezza alimentare, dovrà produrre di più (30%) e dovrà farlo con risorse limitate e suoli più vulnerabili.

Le coltivazioni arboree portano con sé una serie di benefici per il suolo, legati principalmente alle loro radici. In termini di fertilità, le radici degli alberi contribuiscono a migliorare la fertilità dei suoli, soprattutto quelli in cui nel passato c’è stata agricoltura intensiva, mediante un meccanismo di continuo “rilascio” di sostanze chimiche e organiche. Le radici aiutano inoltre a stabilizzare il terreno, riducendo il rischio di erosione del suolo dovuto alle precipitazioni o al vento. È importante sottolineare che gli alberi contribuiscono alla stabilizzazione del suolo e a mantenere un bilancio idrico equilibrato nel suolo, soprattutto se piantati in maniera strategica. Infine, la presenza di alberi nettariferi può favorire la crescita di microrganismi benefici nel suolo, contribuendo a una migliore salute del suolo. Per raggiungere entro il 2050 l’obiettivo di “consumo di suolo zero”, stabilito dall’ONU e dall’Unione europea, è dunque urgente un’azione politica incisiva che preveda, da un lato, il contenimento di nuova urbanizzazione, la rigenerazione delle aree verdi, di quelle urbanizzate degradate e il riuso di quelle dismesse. Per raggiungere l’obiettivo, il ruolo dell’agricoltura e delle foreste è indispensabile, ed è per questo che il settore primario andrebbe opportunamente incoraggiato e sostenuto.

 

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