Cronaca

Rossella, la "sua" Rivarolo
sceglie il silenzio e il rispetto

Un dolore composto e dignitoso. Rossella non si vedeva da tempo in paese e la famiglia è da sempre molto riservata: ricordi lontani, dunque, quasi esclusivamente di persone coetanee della Cominotti. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

Nessuno a Rivarolo Mantovano, paese d’origine di Rossella Cominotti, ha voglia di parlare. A dire il vero il paese sempre un poi fantasma, deserto, con poche persone in giro. Sotto choc, senza dubbio, per quella figlia persa in modo così violenta. Una donna fragile, che si era trasferita alle porte di Cremona e lì aveva deciso, dopo avere fatto la parrucchiera – professione esercitata anche a Casalmaggiore – di cambiare, rivelando quell’edicola di Bonemerse.

Rossela era conosciuta, così come lo è la famiglia Sabrina, molto impegnata peraltro in paese anche con la Pro Loco. Ma nessuno, forse per lo choc, forse semplicemente per rispetto del dolore, si concede alle telecamere. Anche il sindaco Massimiliano Galli preferisce trincerarsi nel silenzio per rispetto della famiglia di Rossella, con la quale spiega di avere parlato, trovandola sconvolta per l’accaduto. Rossella era sparita da giorni, il timore che qualcosa fosse andato storto c’era, ma la speranza è sempre rimasta forte.

La casa di famiglia è quella di via Mazzini, qui vive la mamma Sandra, ultra 80enne, assieme all’altra figlia Sabrina, che di anni ne ha 57, sorella maggiore dunque. Una porta chiusa, con il dolore all’interno, senza alcuna concessione. Un dolore composto e dignitoso. Rossella non si vedeva da tempo in paese e la famiglia è da sempre molto riservata: ricordi lontani, dunque, quasi esclusivamente di persone coetanee della Cominotti. Di lei si ricordano come di una brava ragazza – si sente ripetere a telecamere rigorosamente spente – molto rispettosa e sensibile, capace di venire in aiuto a tutti e che difficilmente diceva di no.

E a proposito di quest’ultimo dettaglio, un amico di gioventù di Rossella, che abita a Casalmaggiore, dietro la garanzia dell’anonimato racconta della Cominotti come di una persona che tendeva a fidarsi molto e soprattutto mostrava empatia per le persone in difficoltà.

Il timore è, dunque, che questa fiducia sia stata mal riposta verso il marito, sposato pochi mesi fa: un rapporto basato anche sulla gestione dei problemi e sulla volontà di risolverli insieme. Anche nel gesto più estremo, il che potrebbe rafforzare il racconto proprio di Zenucchi, anche se sul movente c’è ancora più di un’ombra. Una frase in particolare risulta oggi sinistra e sibillina: “Lei tendeva ad affezionarsi alle persone in difficoltà, a livello economico e non solo: io temo che la sua troppa sensibilità le abbia giocato un bruttissimo scherzo”.

G.G.

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