Ambiente

Viadana verso la transizione
energetica: cosa sono le CER

Le comunità energetiche rinnovabili sono il modo migliore che i cittadini hanno per partecipare alla transizione energetica, mettendosi insieme per produrre e consumare energia da fonti rinnovabili e ricevendo incentivi statali per farlo.

A Viadana sono cominciati i lavori per costruire la prima comunità energetica rinnovabile (CER). Il via è stato dato dopo un incontro che si è tenuto lunedì 8 gennaio all’oratorio di Cicognara e che ha portato a concretizzarsi una proposta che era stata fatta quest’estate dalla consigliera comunale Fabrizia Zaffanella e da un gruppo di cittadine e cittadini viadanesi, supportati dalla Diocesi di Cremona. L’incontro è stato organizzato dal gruppo tecnico della diocesi che si occupa di promuovere le comunità energetiche e ha visto la partecipazione e il supporto del sindaco di Viadana, Nicola Cavatorta e di Pino Baruffaldi, sindaco di Pomponesco. Oltre a loro i parroci e i rappresentanti delle parrocchie di Viadana, Pomponesco e Cicognara e un nutrito gruppo di cittadini e soggetti interessati.

Le comunità energetiche sono il modo migliore che i cittadini hanno per partecipare alla transizione energetica, mettendosi insieme per produrre e consumare energia da fonti rinnovabili e ricevendo incentivi statali per farlo. I prezzi del gas e dell’elettricità degli ultimi due anni e l’incertezza sempre maggiore sulle forniture di combustibili fossili lasciano intendere che passare all’energia pulita, ormai più economica e sicura dei corrispettivi fossili, non sia vantaggioso solo per il pianeta, ma anche per le persone.

Le comunità energetiche rinnovabili, infatti, restituiscono potere ai cittadini, che diventano prosumer, non solo consumatori di energia ma anche produttori. Spieghiamo il suo funzionamento con un esempio: venti famiglie, una parrocchia, e una casa di riposo si mettono insieme in una CER. Sfruttando gli incentivi, la parrocchia installa dei pannelli fotovoltaici sul tetto dell’oratorio e diventa prosumer. Alle 12 di un caldo sabato di luglio, l’oratorio produce più energia di quanta ne consumi e la immette in rete. Nello stesso momento, la casa di riposo e le famiglie consumano quell’energia, prelevandola dalla rete. Ciò che è appena avvenuto si chiama autoconsumo virtuale, e lo Stato lo premierà con degli incentivi, che andranno in un fondo sociale. I membri della CER potranno poi scegliere come investire questo fondo: restituendo una parte ai membri, supportando le famiglie in povertà energetica, realizzando eventi e progetti per la cittadinanza.

“Le CER sono senza scopo di lucro, lo sancisce la legge, e hanno una tripla finalità: ambientale, economica e sociale”, dichiara Arnaldo Zaffanella, che sta seguendo il progetto viadanese con il gruppo della diocesi. “Il modello che proponiamo punta ad essere rappresentativo della cittadinanza, includendo i comuni, le parrocchie e un ente del terzo settore, come la casa di riposo. A questi poi si aggiungono piccole e medie imprese, famiglie e associazioni”.

Il progetto viadanese è rimasto bloccato per diversi mesi in attesa dei decreti attuativi che regolano il funzionamento delle CER e l’erogazione degli incentivi e che, secondo quanto dichiarato dal Ministero dell’Ambiente, dovrebbero uscire entro gennaio. Entro la primavera, quindi, i cittadini viadanesi potrebbero vedere la loro prima comunità energetica.

“La macchina amministrativa comunale è già partita, mi auguro che i tempi amministrativi siano favorevoli al progetto”, dichiara il sindaco Cavatorta, aggiungendo: “Ormai il futuro è quello. In comune sosteniamo le comunità energetiche non solo per motivi economici, ma anche per motivi etici”.

Progetti come quello viadanese sono attivi in tutta Italia e stanno prendendo piede anche in Europa e nel resto del mondo, formando quello che viene chiamato “movimento per la democrazia energetica”: energia pulita, più sostenibile e in mano ai cittadini. Anche Viadana è chiamata a farne parte.

Lorenzo Barili

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