Cronaca

Squarzanella, nutria morta nella
colonia felina. Biasotti denuncia

Una sorta di avvertimento, in stile tutt’altro che conciliante. A qualcuno quei gatti non piacciono, neanche un poco. E non tarda a farlo capire. E’ quasi sicuramente – come ci spiega Roberto Biasotti, formatore e scrittore, direttore di Radio Start 1, anima profondamente inquieta e animalista convinto (un gattaro, tra l’altro, che si occupa direttamente di colonie feline) “L’ennesimo episodio di qualcuno, contadino o cacciatore, della zona“.

Per ATS Valpadana è il curatore della Colonia Felina di argine Bogina (Squarzanella di Viadana). Cosa significa? In parole povere (senza entrare in tutti i dettagli) è formalmente registrato come colui che cura quei gatti. Gatti di strada, randagi, o chiamateli come volete: gatti che vengono seguiti direttamente sul  loro territorio, che dovrebbero essere tutelati dalla legge perché le norme ci sono, anche quando vengono (e troppo spesso ahinoi) disattese. I gattari e le gattare sono dei folli. Ogni paese ne ha: ognuno di loro (e di noi) sa che ogni sera, ogni mattina, quel che regge il tutto è la speranza: la prima è quello che ricompaiano all’ora delle pappe, che non si siano fatti del male o qualcuno non abbia fatto loro male. Qualche volta non è così.

Ieri mattina l’avvertimento, denunciato agli organi competenti regolarmente da Biasotti: una nutria uccisa ed adagiata bellamente sulle ciotole dove viene posto il cibo per i gatti. Non ci è arrivata da sola… “Non è la prima volta che alcuni malati mentali, e non è un insulto nei confronti dei malati di mente ma una vera e propria diagnosi per chi compie gesti del genere, fanno trovare nutrie uccise in maniera violenta, peraltro non in maniera regolare secondo le disposizioni in materia di eradicazione, quindi senza alcuna autorizzazione in merito e con metodi cruenti. Solo a dimostrare frustrazioni di cui soffrono“.

Per il direttore di Radio Start, e come spesso accade, nessuno farà niente nonostante la segnalazione. “La polizia locale di Viadana non fa ne credo farà sopralluoghi, eventualmente pensa ai velox, le guardie ambientali non controllano le gabbie, e qualche giorno fa una gattina catturata in una gabbia per nutrie è stata annegata da qualcuno di questi squilibrati. Il bello è che poi si parla di sub cultura del sud Italia, ma anche qui, dove abito da 15 anni, ho sempre visto poco rispetto per gli animali, sono in pochi a sostenere i diritti di chi non si può difendere. Per molti vige ancora la vestizione adamitica, la clava e l’anello al naso…“.

Roberto Biasotti non si arrende. I gattari, quelli che ne seguono con passione la strada, che te ne raccontano la storia, che lo fanno – ed un gattaro sempre lo fa – perché ci crede e lo sente, mettendoci proprie (e a volte ingenti) risorse, non lo fanno mai. E provocatoriamente rilancia la sfida. “Mi auguro che su questo episodio qualcuno indaghi – conclude – ma dubito che le autorità possano essere solidali, più impegnate a far cassa in maniera più semplice che a seguire battaglie ambientaliste. Ah, dimenticavo, con una nutria uccisa si ricava un contributo. Dunque è strano che qualcuno impegnato ad ucciderle, in genere attaccato anche al denaro, le lasci su una ciotola priva di vita e senza incassare nulla. Provvederò io stesso a lasciare 5 euro nei pressi della stessa ciotola…“.

L’augurio – da gattari – è quello che qualcuno se ne occupi, e finalmente sul serio. Tanto da smentire Roberto, tanto da pensare che qualcosa è cambiato o sta cambiando in fatto di tutela, di applicazione delle normative e più in generale di applicazione di buon senso e cuore. Al momento non resta che pensare che le anime inquiete come quella di Roberto verranno, per una volta ancora, lasciate sole a combattere una battaglia impari, e senza fine.

E’ vero, i gattari (e le gattare) non si arrendono mai. Ma quasi sempre, pur allargando totalmente le braccia, non si riesce a difenderli tutti dall’irrazionalità dell’animale più pericoloso al mondo, l’uomo con tutto il suo bagaglio di stupidità…

Na.Co.

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