Cronaca

L'autista si addormenta: pendolari
spaesati (e in orario in extremis)

E’ successa anche questa: una situazione grottesca, che strappa un sorriso col senno di poi; meno, forse, ai pendolari coinvolti. Nei giorni scorsi qualche problema si è registrato sull’interscambio di Bozzolo tra ferro e gomma, o meglio ancora alla prima stazione di Mantova, perché l’autista dell’autobus si è addormentato.

Il problema si lega all’assenza, dal 1° febbraio scorso, degli ausiliari di Trenord, che hanno vigillato sin dal 14 gennaio, giorno zero del raddoppio dal punto di vista delle novità dei trasporti, ma ormai da un paio di settimane non sono più presenti. Questo ha fatto sì che i pendolari si siano trovati in uno stato di smarrimento, quando hanno trovato l’autobus chiuso, la stazione mantovana di piazza don Leoni senza sportelli ancora attivi e il call center di Trenord che, alle 5.35 del mattino, non dava risposte.

Così i passeggeri, per il timore di perdere il treno che li aspettava a Bozzolo e dunque la coincidenza, hanno chiesto aiuto ai Carabinieri, che hanno cercato a loro volta informazioni. L’autista alla fine è arrivato, ma non era il titolare bensì un sostituito, allertato e giunto in tutta fretta sul posto. L’uomo non ha dato spiegazioni, ma parlando ai suoi titolari al telefono ha raccontato l’accaduto e questo ha consentito di ricostruire il misfatto, scoprendo che il disguido era legato appunto ad una sveglia che non ha suonato…

Tutto è finito nel modo migliore, guardando semplicemente al risultato in modo molto pragmatico: l’autobus è giunto a Bozzolo in ritardo di un quarto d’ora ma sul treno sono saliti tutti i pendolari ritardatari (non per colpa loro). Il punto però è un altro: al di là dell’episodio in sé, che si è effettivamente risolto con un po’ di timore e stress aggiuntivo ma senza danni veri e propri, sarebbe infatti necessario offrire anche ai pendolari che partono all’alba, ossia prima delle 6, quando poi la stazione apre, la possibilità di avere informazioni e non brancolare nel buio.

G.G.

 

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