Ricorrenze e ricordi

Daniela ricorda Piera: memoria
dolore, dolcezza e gratitudine

Il dolore é un piccolo cuneo che ci si porta dentro. Se é dolore fisico, a volte basta la scienza e la medicina per farlo volare via. Se é ricordo, rimpianto, tempo che passa, assenza, lo si porta con se, sino a che il tempo non lo sopisce un poco, o sino a quando il tempo addoaaarmenta per sempre noi. Piera Anversa é stata, oltre che la Signora della piazza, carattere gioviale e gentile, parole per tutti. E’ stata tanto. Per tantissime persone a giudicare anche i tantissimi messaggi di commiato e partecipazione di questi giorni.

Daniela avrebbe voluto leggere in chiesa un saluto alla suocera ma, carattere iperemotivo, non ce l’ha fatta. E’ ancora fortissimo il dolore, ma scritto trova uno schermo davanti al quale si acquista un poco di coraggio. Si dice spesso che il rapporto con le suocere non sia positivo. E’ una diceria. Piera e Daniela si sono sempre guardate in faccia, sempre dette quel che andava detto, sempre trovato soluzioni alle vicissitudini attraversate e al quotidiano vivere. Sono state molto unite in vita. Sono molto unite pure adesso.

Il dolore é un piccolo cuneo che ci si porta dentro. Insieme alla gioia di aver vissuto, insieme ai sorrisi e a tutte le stelle che hanno percorso il nostro cielo…

A qualche giorno dalla sua dipartita e dopo tutto quello che è stato scritto dagli altri sulla mia amata Piera, sento il bisogno di raccontare chi era per me mia suocera. Madre quando la mia mamma se ne è andata. Amica complice, mi ha insegnato ad essere una brava moglie una brava madre e spero una brava nonna tutto condito da un amore infinito quello che lei mi ha insegnato.

Quando discutevo con Stefano come succede fra marito e moglie lei davanti a suo figlio mi dava ragione sempre. Ma poi quando eravamo sole mi spiegava e se avevo torto capivo. Ha amato i suoi figli e i miei figli in una maniera incondizionata. Ha amato me come una figlia.

A volte avevamo punti di vista diversi ma lei con il suo garbo capiva che ero irruenta, impulsiva e fumantina. Ma ci legava questa voglia di vivere e l’amore per la nostra famiglia e per il suo e mio lavoro.

Ultimamente ero arrabbiata con lei perché non si voleva più bene e non si curava come doveva essere per poter avere qualche giorno in più sereno la sgridavo ma l’amavo. Negli ultimi giorni lei mi stava lasciando e io ero impotente contro questa cosa che enorme che si chiama dolore. Non capirò mai il cuore perché debba fare così tanto male a volte, questo muscolo sconosciuto ma conosciuto nei sentimenti.

E c’é un’altra cosa che voglio dirti: che se sarò con le mie nuore la metà di quello che sestati a per me e con me sarò la donna più appagata del mondo. Ora vivo amo corro mi arrabbio e sarò felice perché ho tanto per cui esserlo. E tu, Piera, sarai sempre con me

Na.Co.

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