Cronaca

Strangolò la moglie malata:
10 anni. La vittima era cremonese

Nella notte fra il 5 e 6 febbraio del 2023 a Lecco, Umberto Antonello, lecchese di 88 anni, uccise, strangolandola, la moglie Antonia Vacchelli, sua coetanea, lei cremonese, nata a Cappella dè  Picenardi, nella loro abitazione di Lecco, un condominio di via Dell’Eremo. Per omicidio volontario, la Corte d’Assise di Como, al termine del processo, ha condannato l’uomo ad una pena di 10 anni, 4 in meno di quanto aveva chiesto il pm. Antonello, reo confesso, è stato ritenuto capace di intendere e volere al momento della commissione del fatto dal perito nominato dal tribunale.

I due coniugi vivevano in quell’abitazione da tanti anni, ma lei era malata e non più autosufficiente da tempo. Una storia di disperazione, culminata nel tragico gesto da parte del marito, ferroviere in pensione, che dopo aver strangolato la moglie aveva telefonato al figlio che a sua volta aveva allertato i carabinieri.

“Eravamo a letto e mi aveva chiesto di aiutarla ad alzarsi per dolori forti ai piedi”, aveva raccontato l’imputato in aula. “Su quel che è accaduto poi, la nebbia. A un certo punto ho realizzato di avere le mani attorno al suo collo e ho visto del sangue. Non so cosa sia successo. Lei mi diceva spesso che piuttosto che vivere così era meglio crepare, ma è una frase a cui avevo dato una rilevanza relativa”.

L’avvocato difensore aveva chiesto l’assoluzione, ritenendo non punibile l’uomo per momentanea incapacità di intendere e volere. Tesi che però non è stata accolta nella perizia. Il pm, secondo il quale non si è trattato di un gesto dettato dalla pietà, aveva chiesto la condanna, pur con  il riconoscimento delle attenuanti generiche prevalenti sulle contestate aggravanti.

Antonia Vacchelli era nata a Cappella de Picenardi, ma si era trasferita in provincia di Lecco con tutta la famiglia a soli 15 anni.

Sara Pizzorni

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