Cronaca

Rivarolo del Re, Luca Zanichelli:
"Costruiamolo insieme il 25 aprile"

Un 25 aprile diverso per Rivarolo del Re, il primo con l’alzabandiera, fortemente voluto per dare ancor più ufficialità e rigore alla festa. Un gesto semplice, ma ricco di significato. Onore e gloria al tricolore.

Ma é anche un 25 aprile con tante nuvole grigie all’orizzonte quello di quest’anno. Un 25 aprile – il 79imo dalla Liberazione – nel quale non si riesce a vivere in pace, gli uni con gli altri. E non sono solo i pesanti strali di guerra che giungono da più parti del pianeta, non è solo la continua corsa ad armamenti sempre più intelligenti e sempre più devastanti. Quelle nuvole nere sono quelle che – spesso e purtroppo – gravitano dentro a tanti cultori dell’odio, della violenza, dell’indifferenza. Non serve allontanarsi troppo. Li si trova anche a pochi passi da noi, da tutti…

LA FINE DEL FASCISMO – Dovrebbe essere un giorno di gran festa, e non lo é. Lo ha ricordato il sindaco di Rivarolo del Re Luca Zanichelli nella celebrazione di ieri mattina. “Sono passati 79 anni da quel 25 aprile che ha sancito la liberazione dell’Italia dal nazifascismo. La data del 25 aprile è simbolo dell’Italia libera e liberata, dopo venti mesi di Resistenza e uno straordinario tributo di sangue e di dolore. Fine dell’occupazione tedesca. Fine del fascismo. Fine del conflitto. Si abbatteva lo Stato fascista, ma anche il vecchio Stato liberale, e si avviava la costruzione di un nuovo Stato e di una nuova società.

IL POPOLO SCEGLIE LA REPUBBLICA – Il 2 giugno del 1946 il popolo sceglieva la Repubblica e con la Costituzione del 1948 nasceva l’Italia democratica che si fonda sul lavoro e che ripudia la guerra. Sembrava un percorso tutto in discesa, sembrava potessimo e tutti godere – grazie a chi ci ha preceduto – di una Pace duratura, di una crescita che avrebbe riguardato tutti. Ma non è stato così… Oggi tutto è in pericolo. In pericolo perché ci sono milioni di poveri, dilaga il lavoro precario, continui tagli alla sanità e alla scuola pubblica, con l’intera Europa che rischia la recessione economica.

LAVORO PRECARIO, SOLITUDINE SOCIALE – C’è una grande solitudine sociale, il futuro viene visto come una minaccia. Tutto è in pericolo perché c’è la guerra, e se ne parla spesso in modo irresponsabile, come se fosse una dura necessità o, peggio, una nuova e accettabile normalità. Mentre il mondo intero si riarma come prima dei due conflitti mondiali, si dichiara possibile una guerra convenzionale ad alta intensità in Europa.

Siamo alla follia. Ha ragione il Presidente Mattarella quando sottolinea che il compito del nostro Paese è “costruire ponti di dialogo, di collaborazione con le altre nazioni, nel rispetto di ciascun popolo. È urgente un 25 aprile 2024 di liberazione dalla guerra. E’ urgente cessare il fuoco ovunque. “Diciamolo: va lanciato un allarme. Sono in discussione democrazia, libertà, uguaglianza, lavoro, solidarietà, pace, cioè la repubblica democratica fondata sulla Costituzione e nata dalla Resistenza.

POVERTA’, PREVIDENZA, DISPERAZIONE – Quotidianamente dobbiamo fare i conti con l’aumento dei prezzi per i beni essenziali, i giovani tardano a creare una propria famiglia, a trovare stabilità lavorativa e spesso andando a lavorare all’estero, con la conseguenza di una forte denatalità, di una carenza di forza lavoro che possa provvedere alle spese previdenziali per i nostri anziani che hanno lavorato una vita e che ora si ritrovano a fare da banca con i propri risparmi, quando possibile, per i propri figli che non riescono ad arrivare a fine mese. Questa non è libertà !!
Questo 25 aprile non può essere come gli altri.

Dev’essere il giorno in cui si ritrova nelle piazze di tutte le città, e in tutti i paesi, l’Italia antifascista e democratica, le famiglie, le donne, i giovani, il nostro grande popolo illuso e deluso, a cui va restituita una speranza vera di futuro, fatta di un buon lavoro, di una retribuzione sufficiente per una vita libera e dignitosa, di una pace stabile e duratura.

Costruiamolo insieme questo 25 aprile, costruiamolo come un appuntamento straordinario a cui non si può mancare, come una insormontabile e pacifica barriera contro qualsiasi attacco alla democrazia e alle libertà.

Costruiamolo insieme sventolando le bandiere del Paese migliore, la bandiera della Costituzione antifascista, la bandiera dell’Italia fondata sul lavoro e che ripudia la guerra, la bandiera di coloro dal cui sacrificio sorsero i semi di una nuova Italia”.

Il sindaco di Rivarolo del Re ha ringraziato don Giuseppe, il comando dei Carabinieri, la Protezione Civile le Aquile, gli alpini, gli amministratori comunali presenti e tutta la cittadinanza.

redazione@oglioponews.it

 

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...