Cronaca

Spineda ora è stanca dei blackout,
perde la pazienza anche il sindaco

Gli inglesi la chiamano Class Action ma essendo la passione anglofona ormai dilagante, il termine è diventato di uso comune anche da noi. Letteralmente indica lo strumento di tutela previsto dalla legge per far valere i diritti in forma collettiva.

Per ben tre volte consecutive nei giorni scorsi il piccolo paese di Spineda si è ritrovato a subire l’interruzione della linea elettrica. La prima volta il 25 luglio scorso cosi come il 1 agosto e ancora il giorno dopo 2 agosto.

Interruzioni non di pochi minuti ma addirittura di due ore dalle 18,30 alle 20,30 costringendo cittadini accaldati e sfiancati ad estenuanti telefonate al servizio guasti della Compagnia elettrica che gestisce il servizio.

Comunicazioni non facili e al limite del surreale con una vocine da extraterrestre che ogni volta suggerisce di premere uno o due a seconda della necessità dopo aver garantito la disponibilità a venirti in aiuto. Prima verificare se la levetta A e B sono rivolte verso l’alto. C’è poi la domanda delle domande attraverso cui la risponditrice automatica ti chiede di verificare se il medesimo tuo problema sussiste anche presso i vicini di casa. Senza considerare se i rapporti con il vicino siano o meno ottimali o se per caso il richiedente magari abitasse da solo in aperta campagna. Al di la di questo vi è poi l’esigenza di munirsi del codice Pod (riportato sulla fattura in alto a sinistra) e di ricordarsi il numero di segnalazione guasti attribuito. Insomma una vera tortura da aggiungere al fastidio di non avere più la luce in casa, il climatizzatore bloccato, i gelati sciolti nel frigor e l’impossibilità di cucinare per le molte famiglie che dispongono del piano di cottura elettrico. A cui si aggiungono gli agricoltori della zona impossibilitati alla raccolta del latte perché il ricorso ai provvidenziali generatori non garantiscono gli stessi risultati delle mungiture automatiche.

Insomma un bel po’ di problemi nei confronti dei quali il sindaco di Spineda pare voglia prendere provvedimenti. Il primo cittadino, Fabrizio Bonfatti Sabbioni, che tra l’altro ha lavorato nel mondo degli impianti elettrici avendo acquisito una certa competenza, non ritiene giustificabile una simile situazione.

Spineda usufruisce di ben quattro linee elettriche qualcuna delle quali soggetta a questi frequenti difetti. Si è cercato di dare la colpa al caldo, ai contadini che causa i getti d’acqua nei campi spesso vanno a bagnare i cavi della corrente provocando i black out.Ma c’è invece la versione secondo la quale si dovrebbe semplicemente sostituire un interruttore difettoso in cima ad un palo della luce o dentro una cabina per risolvere per sempre il problema. Ma le chiavi di tale cabina le ha solo il responsabile della squadra di intervento che,partendo da Cremona, per arrivare a Spineda ha bisogno dei suoi tempi tecnici. Siccome come detto i disagi si stanno ripetendo con troppa frequenza il

sindaco ha pensato di promuovere e aderire ad una protesta di gruppo e di richiedere risarciment9i per i danni che ciascun utente si trova a subire a causa di tali improvvisi e ripetuti blocchi della fornitura. Viene da pensare che per intere popolazioni in certe parti dell’Africa o in altre aree dell’America latina è quasi una normalità che la luce virnga a mancare specialmente nelle ore serali Ma quello è un altro mondo e non si può immaginare che possa accadere da noi dove la luce viene fornita dietro cospicui versamenti di tasse e tariffe.

Ros Pis

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