La musica meccanica si ritrova
al Museo Amarcord di Torricella
Il mondo della musica meccanica, perlomeno gli esponenti, esperti e collezionisti più importanti del Nord Italia, si è ritrovato presso il museo Amarcord di Torricella del Pizzo, per discutere sulle importanti novità che attendono questa branca sottovalutata della storia musicale che ha in Amarcord uno dei fulcri del nostro Paese, come solo la sede Ammi di Cesena.
A fare gli onori di casa ovviamente Ernestino Marchetti, presidente dell’Associazione Amarcord, presente con alcuni soci. Tra gli ospiti Pietro Zappalà, professore di Musicologia e Storia della Musica dell’Università di Pavia e presidente del Conservatorio di Musica “Claudio Monteverdi” di Cremona, Walter Fila, che si occupa di studio e restauro conservativo per grammofonia, macchine parlanti e fonografia, Giovanni Vitello, il più importante studioso Italiano di ricerca, ripristino tecnologie originali, sviluppo restauri professionali e referente Italiano per consulenza tecnica con i più importanti restauratori europei e statunitensi, Giovanni Bertelli, restauratore di strumenti antichi, Pierino Sottili, studioso della fisarmonica, Agostino Garda, collezionista e studioso, Mauro Baldazza, specialista in restauro di organi da chiesa e strumenti meccanici a funzionamento pneumatico, Gianni Liborio, collezionista e ricercatore di storia dell’arte da strada. Assente, pur partecipando con un suo contributo, Marco Gianotto, maestro torinese per restauro di piani a cilindro e autopiani, profondo conoscitore della realtà di Torricella.
In totale una quindicina di grandi amanti ed esperti della musica meccanica che si sono trovati per analizzare una situazione non facile, nella volontà di mantenere in vita questo patrimonio di storia, cultura e tecnologia. Purtroppo gli enti pubblici non offrono grande supporto, e manca il ricambio generazionale.
«A Torricella del Pizzo sostiene Agostino Garda è passata un’idea di significato: i nostri strumenti devono uscire, incontrare nuovo pubblico che, nelle occasioni sperimentate, dimostra di rimanere estasiato e dopo il primo impatto di stupore chiede e vuol conoscere». Un grande sforzo congiunto dunque per far sopravvivere questa forma d’arte.
V.R.