Ponte Po, il progetto slitta di
un anno. Comitato TPT tuona
Tempi ancora lunghi, forse anzi lunghissimi. Parliamo del ponte di Casalmaggiore-Colorno, per il quale il cronoprogramma iniziale sembra essere stato completamente sballato. In una lunga intervista alla Gazzetta di Parma, in realtà, il nuovo presidente della Provincia di Parma Alessandro Fadda, che da sindaco di Torrile con studio a Casalmaggiore conosce bene la realtà del pendolarismo tra le due sponde, fa un breve punto della situazione, dimostrando di avere a cuore nell’agenda proprio il tema dei ponti.
Il problema è che il primo progetto doveva essere presentato a giugno 2024 e siamo già a gennaio e, nella stessa intervista, Fadda detta un nuovo cronoprogramma: entro l’estate la fine dei sondaggi nell’alveo del fiume con possibilità solo a quel punto – e sarebbe un ritardo stimato di un anno – di progettare le fondazioni; e anticipo in primavera della convenzione con Anas, che prenderà in mano la partita dalla Provincia di Parma.
Tempi che preoccupano, indubbiamente, perché a giugno 2025 saranno passati sei anni dalla riapertura del ponte incerottato con una vita stimata di dieci anni… Non le manda a dire il Comitato TrenoPonteTangenziale, che ha incontrato proprio Fadda. “Il ritardo è spaventoso: e teniamo sempre a precisare che, senza progetto, non si possono chiedere fondi al Governo: la Finanziaria 2024 se n’è andata, avanti di questo passo rischiamo di perdere anche la successiva. E a giugno saranno passati sei anni dalla ristrutturazione dell’attuale ponte, che aveva dieci anni di vita utile stimata. Forse qualcuno sta sottovalutando il problema”.
Giovanni Gardani