Politica

Mensa, consiglio caldo. "Sbagliate
concessioni fatte". Ora nuovo bando

Mensa scolastica del passato e del futuro. In consiglio comunale giovedì sera a Casalmaggiore non sono mancate le polemiche: sia per le decisioni “bonarie” prese con il fornitore del servizio in scadenza, sia per il nuovo appalto che coprirà fino al 2029, anche se questa parte ha visto più che altro un confronto e suggerimenti tra le parti.

L’interpellanza del consigliere Alessia Tascarella del Gruppo Toscani di fatto verte attorno ad un accordo che il comune ha stretto con la ditta Elior (che gestisce il servizio refezione a scuola) nel luglio 2023, in base al quale sono state fatte alcune concessioni alla ditta stessa, che ha ottenuto di poter preparare nel locale scuola della Marconi a Casalmaggiore anche 350 pasti esterni per scuole fuori provincia, aggiungendo una persona a 40 ore e due a 30 ore a proprie spese, ma con utenze a carico del comune e con la rinuncia, da parte del comune, alla quota di 0.25 euro per ciascun pasto esterno, per un totale di circa 14mila euro, che era stata stabilita dalla convenzione.

Una scelta sbagliata, secondo la minoranza, che però l’assessore Sara Valentini ha difeso, rimarcando le difficoltà del mercato e la necessità di venire incontro alla ditta in un periodo di rincari e confermando che l’utilizzo dei locali cucina e delle utenze è di fatto identico nel monte ore sia per preparare i pasti interni che quelli esterni. Il comune ha rinunciato ai famosi 25 centesimi, ottenendo però in cambio il non-aumento del costo dei pasti “interni” a carico del comune. “In sostanza – ha spiegato Valentini – rinunciando ai 25 centesimi e dunque all’introito, è come se avessimo pagato 11 centesimi in più ciascun pasto preparato per i nostri studenti, un aumento davvero risibile visto il periodo e il balzo dei costi per le derrate alimentari”.

Tale decisione ha poi contribuito anche alla successiva discussione sul nuovo appalto, con il consigliere Luciano Toscani che ha invitato il comune a non perseverare nell’errore, mentre Gianpietro Seghezzi, capogruppo di maggioranza, ha spiegato – lavorando nel settore – che essere riusciti a tenere praticamente la stessa quota per i pasti in questo momento di impennate dei costi è stato un piccolo capolavoro. Toscani ha invitato Seghezzi a distinguere il privato per il quale lavora dal pubblico, rimarcando il fatto che la scelta del comune di rinunciare a un’entrata a bilancio doveva essere certificata anche dal parere degli uffici competenti.

Il battibecco ha riguardato anche le cifre: Valentini ha parlato di 160 giorni di servizio mensa e di 14mila euro di introiti mancati previo l’accordo, specificando che i pasti esterni preparati a Casalmaggiore da Elior solo nel 2025 sono saliti da 350 a 380; Tascarella ha ribattuto che i giorni di servizio sono 190 e probabilmente il mancato introito è almeno del doppio della cifra indicata dalla maggioranza. “Inoltre – ha spiegato Tascarella – per avere queste risposte, ho dovuto fare l’accesso agli atti, quando nell’ultimo consiglio avreste potuto rispondere durante la presentazione del Piano Diritto allo Studio, dopo che per tre volte vi ho rivolto lo stesso quesito”.

Per quanto concerne il nuovo bando di appalto del servizio (che durerà fino all’anno scolastico 2028-2029), le parti hanno convenuto sulla bontà della scelta di esternalizzare, con qualche suggerimento: da Annamaria Piccinelli quello di coinvolgere il distretto biologico Casalasco-Viadanese e cercare una cucina anche sensoriale, per abituare i bambini alla cultura del cibo; dal Gruppo Toscani quello di un maggiore monitoraggio e controllo. Il sindaco Filippo Bongiovanni ha ricordato che il bando premia col punteggio per l’80% il servizio e per il 20% l’aspetto economico, dunque la qualità è già tenuta in considerazione al momento di stilare la graduatoria che dà il via alla scelta.

Giovanni Gardani (video Alessandro Osti)

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