Territori più forti: nascono le Aree
Omogenee Cremonese e Casalasca

L’Area Omogenea Cremonese ma anche quella casalasca si faranno. Ieri primo incontro ufficiale molto partecipato con oltre 30 sindaci degli oltre 40 che fanno parte dell’Area Omogenea Cremonese, che comprende anche il comune capoluogo Cremona. La riunione è stata organizzata in Provincia ed è stata presieduta dal presidente Roberto Mariani e dal vice Luciano Toscani, sull’esempio di quella cremasca che funziona.
La nuova area Omogenea Cremonese è uno strumento che serve per regolare servizi e proposte dei territori che fanno parte di una stessa area, in questo caso il Cremonese. I confini prenderanno come esempio gli ex distretti socio sanitari con i 47 comuni; i benefici sarebbero molteplici, in primis l’area cremonese diventerebbe un luogo di confronto, con maggiore forza a livello istituzionale anche nei confronti di Regione Lombardia e del Governo oltre che di elaborazione di proposte con l’individuazione delle priorità del territorio. Secondo le intenzioni, ne beneficeranno sia i comuni più piccoli ma anche quelli con più abitanti.
Le risorse della Provincia, una volta che dispone del bilancio grazie alla suddivisione delle aree, andrà a finanziare le priorità di quelle aree. I tempi per arrivare all’area cremonese e casalasca sono brevi: entro maggio ci sarà un passaggio in consiglio mentre entro giugno sarà convocata l’assemblea di tutti i sindaci della provincia, e in quel contesto saranno costituite le due nuove aree cremonese e casalasca.
“L’Area Omogenea non è in contrasto con altri organismi – ha sottolineato il presidente Mariani – “La sfida vera sarà costruire, dentro l’area, un modello operativo capace di fare sintesi e dare risposte, valorizzando le risorse già presenti sul territorio”.
Il vicepresidente della Toscani ha ribadito il valore politico e amministrativo dell’iniziativa: “Questa non è un’idea nata oggi, ma un progetto su cui la Provincia ha scelto di investire. L’obiettivo è superare la frammentazione e dare ai piccoli comuni strumenti di confronto, pianificazione e programmazione condivisa. L’adesione sarà volontaria, ma fortemente caldeggiata”.
“Non si tratta solo di creare un contenitore – ha osservato Andrea Virgilio, sindaco di Cremona – ma di dare priorità politiche condivise a partire da un confronto autentico. È una sfida anche culturale”. “La sfida vera sarà costruire, dentro l’area, un modello operativo capace di fare sintesi e dare risposte, valorizzando le risorse già presenti sul territorio”.
Silvia Galli