Vacchelli: "L'unico Tibre buono
è il Tibre basso per Reggiolo"

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E’ polemico Cesare Vacchelli, dei comitati ambientalisti del Casalasco-Piadenese, in merito al primo moncone di Tibre inaugurato mercoledì. Ma la polemica di Vacchelli va oltre la realizzazione dell’opera in sé e cerca una sorta di “pars costruens”. Quale? Quella della Tibre bassa, che possa collegarsi sì all’A22, ma mediante le strade già esistenti (e da riqualificare) che portano al casello di Reggiolo.
“All’ inaugurazione, si fa per dire, del nuovo casello di Terre Verdiane – ha detto Vacchelli – non era presente la ditta Pizzarotti, che ha costruito questo tratto, forse perché impegnata a portare i propri libri contabili in tribunale; la società concessionaria si dice a disposizione (dal 1974 !) per realizzare l’opera, ma qualcuno le dovrebbe ricordare che i soldi li deve mettere lei, non come quelli del lotto inaugurato che è stato pagato dagli automobilisti con l’incremento dei pedaggi a suo tempo assentito”.
“Ora – sottolinea Vacchelli – come già previsto dalla delibera Cipe del 2010 di approvazione del progetto definitivo del primo lotto in questione, sarebbe necessario riqualificare un tratto di viabilità esistente per collegare in modo razionale questo casello con quello di Reggiolo sulla A22, dando vita così al cosiddetto “Ti-Bre basso”, rendendo ancora più inutile, se possibile, il suo completamento fino a Nogarole Rocca e al tempo stesso anche la realizzazione della prevista autostrada regionale Cremona Mantova. Che il suddetto Ti-Bre basso sia alternativo al completamento del raccordo Tirreno Brennero, anche nella sua versione ridotta con approdo all’incrocio con la Cremona Mantova, lo conferma anche una risposta del Ministero delle Infrastrutture ad una recente interrogazione parlamentare da noi promossa”.
“Su questo tema – conclude Vacchelli – riteniamo pertanto fondamentale a questo punto completare la realizzazione del Ti-Bre basso oltre a dare un senso a questo primo lotto, libererebbe il nostro territorio dai previsti progetti autostradali compresa la Cremona a Mantova e aprirebbe la strada a quel tavolo regionale in cui discutere insieme ad Anas e al Ministero delle Infrastrutture della riqualificazione della SS10 Padana Inferiore e delle altre opere viabilistiche veramente necessarie al territorio insieme ad una rapida conclusione del raddoppio ferroviario Mantova Codogno. Questa è la premessa secondo noi per avviare un progetto di mobilità moderna e sostenibile anche nel nostro territorio”.
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