Chiesa

L'Ave Maria di Papa Leone XIV e
la preghiera di Francesco a Bozzolo

Molto probabilmente ai bozzolesi che erano presenti quel giorno, il 20 giugno del 2017, l’associazione è venuta in mente prima. Non c’è soltanto l’omaggio passato dalle parole e dalla citazione di alcuni passaggi di Papa Francesco, nominato più volte con gratitudine dal balcone che s’affaccia su piazza San Pietro dal nuovo pontefice Leone XIV.

La connessione tra il predecessore e l’attuale Papa passa anche da una preghiera, una delle più note e semplici, l’Ave Maria, che non fa parte della cerimonia canonica composta dal primo messaggio e dalla successiva benedizione, ma che un Pontefice ha la facoltà di far recitare.

Nell’immagine, trasmessa in mondovisione, di Papa Leone XIV che recita assieme ai fedeli di Piazza San Pietro l’Ave Maria, è sembrato, per certi versi, di rivedere Papa Francesco che, sul piccolo sagrato di un’altra chiesa di San Pietro, quella di Bozzolo che ospita le spoglie mortali di don Primo Mazzolari, recita la stessa preghiera, chiedendo ai fedeli presenti di farlo con lui.

Una connessione, una sovrapposizione, che certo casuale non può essere, dato che – pur con le sue differenze anche di formazione (Gesuita Bergoglio, Agostiniano Prevost) – il nuovo Papa ha dato l’impressione, sin dalle sue prime parole, di voler percorrere buona parte dei temi cari a Francesco.

Del resto l’ormai ex Cardinale Robert Francis Prevost è stato soprattutto missionario in Perù, abituato a vivere la realtà più povera ed emarginata. E chissà che, anche per questo, la predicazione di don Primo, amato e omaggiata più volte da Papa Francesco, non sia di ispirazione anche per il nuovo Pontefice. A partire da quell’Ave Maria, mai scontata né banale.

Giovanni Gardani 

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