Ponte di barche a Commessaggio,
le precisazioni del sindaco Sarasini
L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Alessandro Sarasini ripercorre passo per passo l’iter dei lavori del ponte di barche. Un chiarimento dettagliato e resosi necessario per sgombrare il campo da equivoci e da possibili letture non corrispondenti a quanto effettivamente accaduto. Una lunga e precisa argomentazione in cui è stato riepilogato alla cittadinanza quanto effettuato dall’esecutivo locale, nel pieno rispetto del contesto normativo di riferimento.
L’innesco per produrre questa puntuale ricostruzione della vicenda è stato dato da un cartello con la scritta “Fate ridere”, una polemica scaturita sulla base delle tempistiche dell’intervento. Una situazione, ovviamente, non determinata dall’Ente. Un’uscita gratuita, oggetto di una doverosa puntualizzazione da parte di chi amministra la cosa pubblica: “Leggere quel cartello attaccato all’inizio del ponte lato Commessaggio, non è certamente segno di intelligenza, soprattutto perché l’anonimo autore, molto probabilmente ‘la signora o il signor Anonimo’, avrebbe potuto firmarsi. In questo modo, l’avremmo chiamato e contattato per spiegargli le motivazioni di tutta questa perdita di tempo, che sicuramente anche l’amministrazione comunale di Commessaggio, titolare in primis dell’intervento, non ha festeggiato”.
Tornando all’iter di cui sopra, il sindaco ripercorre il pregresso a partire dall’ottenimento del finanziamento ministeriale per l’intervento sul ponte di Commessaggio: “Tutto è iniziato quando l’Amministrazione Comunale – ricorda il sindaco di Commessaggio – ha partecipato a un bando ministeriale per ottenere fondi destinati alla messa in sicurezza delle infrastrutture viarie. L’obiettivo era richiedere 400.000 euro al Ministero e, ‘purtroppo’, il finanziamento è stato ottenuto. Dico ‘purtroppo’ perché, spesso, per alcuni cittadini, l’immobilismo e il non voler cambiare nulla sembrano essere uno sport prediletto”.
Nel 2023 l’Ente ha ottenuto il finanziamento: “Successivamente, guidati da una complessa normativa nazionale sull’affidamento pubblico, è stato redatto un semplice progetto di risanamento e ripristino delle parti ammalorate del ponte. Ci tengo a ricordare – prosegue l’amministratore locale – che oggi è vincolato dalla Soprintendenza. Il progetto è stato poi posto a gara a evidenza pubblica, come richiesto dall’allora codice degli appalti”.
Sulla procedura della gara d’appalto e sulle difficoltà che si sono palesate (ovviamente non imputabili al Comune) – il fulcro della questione – ulteriori precisazioni da parte del sindaco di Commessaggio: “La gara per l’affidamento dei lavori del ponte ha visto la partecipazione di una sola ditta, l’attuale impresa che sta gestendo i lavori. A questa ditta sono stati concessi 6 mesi per completare le opere, con la previsione di ulteriori 6 mesi con l’applicazione di penali, al netto di sospensioni dovute a circostanze da giustificare. La ditta aggiudicataria, verificata dalla Centrale Unica di Committenza (strumento delle amministrazioni per la messa a gara di interventi, gestita principalmente dal Comune di Viadana, che fa da regia per il territorio), ha ottenuto il via libera per la sottoscrizione del contratto.
Nel contratto sono contenute tutte le modalità di espletamento dell’incarico. Per chi volesse approfondire, il contratto è disponibile tramite accesso agli atti. L’impresa incaricata – osserva Sarasini – ha gestito i lavori in modo scoordinato e senza rispettare i termini. Tuttavia, essendo l’unica a partecipare alla gara e, in accordo con i legali che ci assistono, è stata invitata a concludere i lavori”.
Preso atto della situazione, sono stati posti in essere correttivi immediati per “sollecitare” l’interlocutore dell’Ente: “A seguito di un’azione decisa da parte dell’amministrazione e del RUP (Responsabile Unico del Procedimento), che ha attivato la procedura risolutiva del contratto in essere, l’azienda ha presentato un cronoprogramma che prevede l’ultimazione dei lavori dallo stato attuale in circa 45 giorni. L’amministrazione ha valutato positivamente la richiesta e ha acconsentito alla prosecuzione dei lavori, ovviamente controllata e monitorata. Qualora la ditta non dovesse concludere i lavori nei tempi previsti e da essa stessa richiesti – puntualizza il sindaco – l’Amministrazione risolverà definitivamente il contratto e segnalerà l’impresa appaltatrice agli enti ministeriali preposti, con la futura certezza che non potrà più ricevere incarichi pubblici per un comportamento non corretto”.
Da parte di Sarasini un invito alla riflessione rivolto alla collettività prima di esternare critiche non corroborate da una conoscenza effettiva della questione: “Affermazioni come ‘i Sindaci se ne sono fregati’ non corrispondono assolutamente al vero, perché il quadro normativo non permette a nessuno di agire al di fuori del rispetto della legge vigente. Questo è un concetto molto semplice, ma per qualcuno di difficile comprensione, in quanto non si è mai cimentato nella gestione della cosa pubblica. Anzi, ha spesso commentato positivamente o negativamente questo o quel fatto, senza pensare che dietro alle azioni e alle situazioni c’è lo sforzo culturale, intellettivo e politico di persone che si dedicano sistematicamente alla comunità e al bene del prossimo. Se anche l’Amministrazione iniziasse a comportarsi come qualche illustre cittadino, molto probabilmente il bene pubblico non riceverebbe oggi quell’attenzione e quella cura che, agli occhi di tutti, è ben visibile”.
In chiusura, l’esortazione, rivolta a quelli che ha definito ‘denigratori seriali’ a impegnarsi in prima persona: “Invito quindi i denigratori seriali e i ‘campioni del mondo di critiche’ a candidarsi alle prossime elezioni comunali, sia come consiglieri che come assessori o sindaco, per poter incidere e agire in modo diverso e sistematico rispetto a quanto questa Amministrazione riesce a fare con gli esigui mezzi disponibili. Magari, potranno fare scelte diverse, utilizzando però gli strumenti a disposizione che il Ministero e la legge italiana ci offrono.
È evidente che sotterfugi o scorciatoie, come qualcuno può pensare di fare attraverso il libero pensiero e la libera interpretazione, non sono possibili, perché, ricordo, il Comune è un ente pubblico e non la sala d’aspetto di qualche bar”. In chiusura una citazione di Giovanni Falcone: “‘Che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così. Solo che, quando si tratta di rimboccarsi le maniche e incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare, ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare’”.
L.C.