Politica

Referendum, Renoldi: 'Rivedere
le regole per evitare sprechi'

Preso atto dell’esito del referendum, Alessio Renoldi, primo cittadino di San Martino dall’Argine, ha espresso alcune considerazioni in merito all’impostazione del meccanismo referendario. Una riflessione in cui, come detto, il sindaco ha palesato le proprie perplessità circa la struttura intrinseca del referendum. Considerazioni che – giusto ricordarlo, a scanso di equivoci – non riguardano assolutamente l’importanza di esercitare il diritto di voto in queste occasioni, peraltro mai messa in discussione.

Le critiche non entrano nemmeno nel merito dei quesiti su cui si è espresso l’elettorato, semmai si concentrano sulle “regole del gioco”, con il raggiungimento del quorum che, nella stragrande maggioranza dei casi, difficilmente è alla portata (l’eccezione il 12 giugno 2011 con i referendum, passati, su acqua pubblica, nucleare e legittimo impedimento dei ministri). Dagli anni Novanta in poi, la partecipazione si è ridotta sensibilmente. Alla luce di questi elementi, molti ritengono che la soglia dei referendum abrogativi andrebbe riconsiderata e abbassata. Un’altra proposta, tra chi si interroga su queste tematiche, è la possibilità di non utilizzare alcuna soglia, come auspicato dal comitato “Basta quorum!”.

Un fronte critico rispetto a come è concepito, ad oggi, il referendum abrogrativo in cui rientra anche l’amministratore locale: “Il quorum non è stato raggiunto in nessuno dei cinque quesiti, e quindi non è stato abrogato nulla. Tutto resta come prima e, diciamocelo, era tutto previsto. Questo, infatti, è l’ennesimo referendum che non vede realizzarsi il quorum. In 30 anni, solo una volta è stato superato. Si mobilita continuamente un’intera nazione per nulla. Ha senso tutto ciò?”

Renoldi prosegue nella propria argomentazione: “Un referendum costa svariati milioni di euro. Ministeri, prefetture e comuni ci lavorano da mesi, vanno stampate milioni di schede, bisogna pagare i seggi, gli scrutatori, i carabinieri, e a volte bisogna pure chiudere le scuole. Per cosa? Sempre per niente!”

In chiusura – sulla scorta dei precedenti – l’esortazione a rivedere l’impostazione generale, proprio per evitare uno spreco di risorse dei cittadini: “Basta, cambiate queste benedette regole sui referendum: alzate la soglia di 500mila firme, oppure abbassate il quorum. O inventatevi qualcosa. Non se ne può più di perdere tempo e soldi inutilmente.’”

Lorenzo Costa

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