Cavatorta replica a Viadana
Democratica su Palazzo Fabi

Sollecitato da un’interrogazione presentata dalla lista civica Viadana Democratica sullo stato di manutenzione e sulle condizioni di sicurezza di Palazzo Fabi a Viadana, il sindaco Nicola Cavatorta ha riepilogato il pregresso in riferimento all’immobile, realizzato intorno alla metà del XVIII secolo e di proprietà privata. Come noto, da circa dieci anni è in essere un contraddittorio con l’attuale proprietà dell’edificio, basato sull’indisponibilità, da parte dei proprietari, alla semplice ristrutturazione conservativa. Tramite questa iniziativa, Viadana Democratica ha posto nuovamente il tema dei disagi viabilistici e del progressivo e grave ammaloramento strutturale.
L’INTERROGAZIONE DI VIADANA DEMOCRATICA
Nel documento, la lista progressista formula ulteriori considerazioni: “Se l’amministrazione comunale fosse stata interessata alla conservazione architettonica della struttura, dopo anni di contraddittorio avrebbe anche potuto pensare all’acquisto per ragioni di pubblico interesse, individuando una destinazione d’uso che avrebbe giustificato tale acquisizione”.
L’interrogazione delle civica pone un’altra questione: “In assenza di un vincolo da parte del Ministero dei Beni Architettonici, la possibilità di imporre modalità di ristrutturazione conservativa a spese del proprietario non appare come una possibilità concreta. La situazione di decennale stallo sta causando il lento e inesorabile crollo dell’immobile, con una situazione di disagio per i residenti vicini e limitazioni alla viabilità. Inoltre, la storicità degli elementi di pregio che l’amministrazione voleva preservare andrà inevitabilmente perduta”.
Una vicenda complessa, che si protrae da anni. Gli ultimi passaggi, in ordine di tempo, risalgono al 9 maggio 2025. In quell’occasione, la Commissione regionale della Lombardia per il patrimonio culturale ha apposto il vincolo di interesse storico-artistico. In seguito, la proprietà, con ricorso notificato il 4.6.2025, ha impugnato il decreto, chiedendone l’annullamento, previa sospensione della sua efficacia. Le ragioni alla base del ricorso sono sempre le medesime: visto lo stato di degrado dell’immobile, non avrebbe senso assoggettare il bene a vincolo di interesse storico-artistico, né procedere alla sua messa in sicurezza con interventi di natura conservativa.
Alla luce di questi elementi, il capogruppo di Viadana Democratica Dimitri Bellini, durante l’ultima seduta consiliare, ha espresso ulteriori perplessità: “L’attuale stallo sta peggiorando la situazione. Quando l’immobile sarà interamente crollato, non vi sarà più nulla da preservare. Se davvero voleva conservarlo, l’amministrazione comunale avrebbe potuto optare per l’acquisto”.
LA REPLICA DEL SINDACO NICOLA CAVATORTA
Rispondendo al consigliere d’opposizione, il primo cittadino Nicola Cavatorta ha ribadito l’operato dell’esecutivo locale in merito alla vicenda: “L’amministrazione ha fatto tutto quanto era nelle sue possibilità al fine di preservare il bene e tutelare la pubblica incolumità, adottando plurime ordinanze con le quali ha imposto alla proprietà di intervenire. La correttezza dell’operato dell’amministrazione trova riscontro negli esiti dei ricorsi proposti dalla proprietà avverso i provvedimenti comunali, avendo il T.A.R. e il Consiglio di Stato sempre negato la sospensione dei provvedimenti medesimi e, quindi, confermato la necessità di provvedere alla messa in sicurezza dell’immobile con interventi di natura conservativa.”
Sul mancato acquisto da parte dell’ente locale, un’ulteriore considerazione: “Il fatto che l’immobile sia stato considerato di pregio dal P.G.T. non comporta certo che l’Amministrazione comunale dovesse, a fronte dell’inerzia della proprietà nella conservazione e nella tutela dell’immobile, procedere all’acquisto del palazzo, facendo così gravare sulle casse comunali e, quindi, sui cittadini, le conseguenze di una certa condotta della proprietà.
La disciplina del P.G.T. imponeva, ed impone, alla proprietà, come ordinato dall’Amministrazione comunale, di intervenire per la conservazione dell’immobile; obbligo questo oggi più che mai stringente, in ragione del vincolo di interesse storico-artistico apposto sull’immobile dalla Commissione regionale della Lombardia per il patrimonio culturale, con decreto del 9.5.2025″.
L.C.