Dialogo e inclusione: debutta
la Biblioteca Vivente a Viadana

Promuovere il dialogo, scardinare pregiudizi e stereotipi, favorire la comprensione e il confronto tra persone differenti per età, stile di vita e background: partendo da questi presupposti, Informagiovani Viadana e Biblioteca Civica hanno esportato anche nella cittadina rivierasca il progetto della Biblioteca Vivente.
Nata a Copenaghen, la Human Library venne creata da alcuni giovani in risposta all’aggressione a sfondo razzista subita da un loro coetaneo nel 1993. “Convinti che la comprensione fosse la precondizione della tolleranza – ricordano dal MuVi – i ragazzi hanno fondato l’associazione Stop The Violence, raggiungendo in breve tempo 30.000 adesioni”. L’iniziativa, riconosciuta nel 2003 dal Consiglio d’Europa come buona prassi ed esportata in tutto il mondo, arriverà anche nella cittadina rivierasca.
“Mentre una vera biblioteca dispone di bibliotecari e di un catalogo di titoli da cui scegliere – precisano i promotori per Viadana – la Biblioteca Vivente presenta cittadini con cui parlare. Sono loro i libri viventi, presi ‘in prestito’ per una conversazione: persone consapevoli di appartenere a specifici ambiti della società, a minoranze soggette a stereotipi e pregiudizi, ma che, desiderose di disinnescarli, si rendono disponibili a discutere le proprie esperienze e i propri valori”.
L’esordio della Biblioteca Vivente a Viadana, evento gratuito e aperto al pubblico, si terrà venerdì 28 giugno, in occasione della Fiera di San Pietro, nella piazza del MuVi, dalle 19.00 alle 21.00. Mezz’ora di tempo per scambiare impressioni e riflessioni di vita con il proprio interlocutore.
I libri parlanti sono due praticanti del Buddismo Nichiren, un poliziotto, un’educatrice del Ser.D (Servizio per le dipendenze) e un disabile sportivo. Inoltre, all’interno della Biblioteca Civica è presente una bibliografia specifica per approfondire gli argomenti trattati.
“Si tratta – continuano i fautori dell’appuntamento – di un’opportunità per entrare in contatto con persone con cui difficilmente si avrebbero occasioni di confronto. L’incontro rende concreta e unica la persona che si ha davanti, che smette di essere percepita come rappresentante di una categoria sulla base di una generalizzazione, e viene riconosciuta nella sua unicità”.
Sui feedback del progetto: “I partecipanti parlano di un’esperienza di grande impatto, che ha arricchito in modo significativo la loro umanità. L’utente potrà chiacchierare con questa persona, fare domande e chiarirsi le idee archiviando pregiudizi e stereotipi”.
Lorenzo Costa