Rugby, Santamaria tra Viadana
e il Mondiale U20

Gli anni indossando la maglia giallonera e l’impegno alla guida della Nazionale in vista del Mondiale di Rugby U20. Un torneo che vedrà lo Stadio Zaffanella – teatro di diverse sfide in cui è stato protagonista – ospitare, venerdì 4 luglio, la seconda giornata della fase a gironi e, lunedì 14 luglio, le semifinali. Roberto Santamaria, capo allenatore della Nazionale Italiana di Rugby Under 20, racconta i propri trascorsi a Viadana e i giorni di vigilia della competizione mondiale che, per gli azzurri, inizierà il 29 giugno con il match di Calvisano contro gli All Blacks.
La “sua” Viadana ospiterà il Mondiale Under 20, allo Stadio Zaffanella, un impianto che conosce bene alla luce dei suoi lunghi trascorsi con i colori gialloneri. Che ricordi ha di quella esperienza?
È il club in cui sono cresciuto maggiormente. Un posto che sento un po’ come la mia seconda casa. A Viadana ho trascorso anni importanti della mia vita, quelli della crescita e della maturità, come persona e come uomo, dai 16 ai 27 anni. Ho lasciato tanti amici, tanti ricordi, tante emozioni. Ho estrema gratitudine nei confronti delle persone e, in generale, di una città che mi ha accolto. Ho avuto l’onore di capitanare il Viadana per qualche anno. Lì ho ancora tanti amici, anche al di fuori del mondo del rugby, con cui non ho mai perso i contatti.
Purtroppo Viadana non è riuscita a ottenere il titolo…
Abbiamo visto la partita durante il raduno premondiale a Merano, in Alto Adige. Mi è spiaciuto molto per la sconfitta, per tutta la società, per i tifosi e per Gibo (Gilberto Pavan, head coach della società che ha comunicato l’addio al club; ndr), che è un mio grande amico. Il risultato finale, però, non può influenzare il giudizio sul percorso che ha fatto la squadra, né tantomeno può ridimensionare il grande lavoro fatto da Gibo e dal suo staff. Sono arrivati primi in regular season, esprimendo uno dei rugby più belli degli ultimi anni nella competizione della Serie A Elite. A loro il merito di aver riportato Viadana nelle zone di classifica in cui era abituata a stare e che, da troppi anni, non occupava. Rovigo ha giocato un’ottima partita: sono match che, inspiegabilmente, girano in un attimo, per un episodio, per vari motivi. Poi il campo dà sempre il suo verdetto, che va rispettato.
Nel 2021 è arrivato l’incarico di commissario tecnico della Nazionale Under 18. Com’è stato cimentarsi in quel ruolo?
Sono sempre stato molto interessato, già da atleta, all’aspetto tattico. Da giocatore mi piaceva confrontarmi con i compagni di squadra, condividere con i ragazzi più giovani quello che avevo appreso in anni di esperienza sul campo. Un confronto che porto avanti anche da allenatore, per condividere idee, opinioni. Appena smesso di giocare, allenavo gli avanti a Petrarca e la Federazione mi ha contattato per prendere il ruolo nell’allora Accademia Nazionale come responsabile della Nazionale Under 18. Ricordo la prima partita che abbiamo giocato in estate, un match di preparazione con l’Inghilterra. L’esordio è stato importante: vincere in Inghilterra con un gruppo di ragazzi che poi ho ritrovato in Under 20 e che ho continuato a veder crescere. Tornando al presente, sono consapevole dei sacrifici e degli sforzi che fanno i ragazzi e lo staff, per cercare di dare sempre il massimo. A volte sono sufficienti, in altre occasioni ci confrontiamo con realtà iper-competitive ed è più difficile. Lavoriamo continuamente con grande impegno, con l’obiettivo di toglierci qualche bella soddisfazione.
Sempre a proposito del Mondiale Under 20, come hanno vissuto i giorni di vigilia gli azzurri?
Siamo una realtà atipica di questo Mondiale. Durante la giornata parte del gruppo ha dedicato anche del tempo a preparare gli esami di maturità. La settimana è stata organizzata e calibrata anche in base alle loro necessità. Archiviato questo impegno, i ragazzi potranno dedicarsi definitivamente al campo. Per quanto concerne la preparazione, quando ci siamo ritrovati si è trattato di fare una sorta di “collage” per cercare di uniformare tutta la nostra rosa al medesimo livello, arrivando allo stesso punto di preparazione fisica. A riguardo devo citare il grande lavoro del preparatore Massimo Zaghini, di Mantova, un punto fermo di questa Nazionale, con un’esperienza acquisita di prim’ordine. Facciamo del nostro meglio ogni giorno e vogliamo far bene. Abbiamo un gruppo molto giovane. Purtroppo, abbiamo qualche assenza per infortunio, ma il tutto può costituire un’opportunità per chi ha avuto meno occasioni in precedenza, per avere più spazi. Contiamo che questa “fame” possa aiutarci.
Qual è l’allenatore dal quale ha carpito di più, nel modo di rapportarsi con i giocatori, o che l’ha fatta crescere di più dal punto di vista tattico?
La crescita del singolo è legata alle esperienze che fa, a livello sportivo e umano. Scegliere un solo allenatore è difficile. Da tutti ho imparato cose importanti. A volte anche il mister che, magari inizialmente da atleta non “capisci”, riesce a trasmetterti “in differita” quello che voleva insegnarti. Quando maturi, comprendi meglio quello che voleva dire, quello che voleva insegnare a suo tempo, nell’approccio alla disciplina, nel modo di allenare e di avvicinarsi a una partita. Mi è capitato di recuperare spunti interessanti al momento giusto della vita e della carriera. Quando si inizia ad allenare è più facile comprendere certi aspetti.
Antonio Denti, rugbista di Casalmaggiore, riceverà la Civica Benemerenza dal Comune di Casalmaggiore per gli anni di militanza nel Rugby Viadana 1970. Che ricordi ha di lui come compagno di squadra?
È un grande amico, una persona dal cuore d’oro, che si è sempre speso per la squadra, per i compagni e, in generale, per la realtà rugbistica viadanese. Si tratta di una benemerenza assolutamente meritata. Rinnovo i miei complimenti ad Antonio. Ha speso tanti anni della sua vita allo Zaffanella, sempre con immutata passione per questo sport.

Lorenzo Costa