Adozioni

"Il figlio di nessuno", il suo
Jack ora attende chi lo amerà

Il servizio di Silvia Galli

“Il figlio di nessuno”: così si sentiva Douglas Dall’Asta, 28 anni, brasiliano di origine ma cresciuto in Italia, dove ha vissuto un’esistenza segnata dal dolore e dall’abbandono. Il 25 giugno scorso, Douglas ha messo fine alla sua vita nel suo appartamento a Cremona: un gesto estremo, nato da un rifiuto che lo ha sempre accompagnato nella sua breve vita.

Negli ultimi anni, Douglas aveva trovato un solo punto di riferimento: Jack, un rottweiler che considerava come la propria famiglia, il suo unico legame affettivo. Nelle sue ultime volontà, Douglas ha chiesto esplicitamente che qualcuno si prendesse cura del cane. Oggi Jack si trova nel canile di Cremona, in attesa di una nuova adozione.

Lasciato il Brasile all’età di 9 anni, Douglas Dall’Asta era arrivato in Italia con la prospettiva di essere adottato: un desiderio che gli avrebbe permesso, come per molti altri bambini del Sud America, di allontanarsi da uno stato di estrema povertà. Ma la convivenza con la famiglia di Piadena dura appena quattro giorni: la coppia decide di rinunciare a lui, sostenendo difficoltà relazionali con il figlio (naturale) e un episodio di presunta aggressività. La situazione degenera, fino all’intervento dei Carabinieri e dei Servizi Sociali, in seguito a una minaccia con un coltello rivolta, secondo gli interessati, al padre adottivo.

Così, sempre a 9 anni, viene preso sotto la custodia del sindaco dell’epoca, Ivana Cavazzini, che ne diventa suo tutore legale. Da lì inizia un percorso difficile e frammentato: Douglas viene trasferito in una struttura per minori a Castiglione delle Stiviere, dove rimarrà fino alla maggiore età.

Il passaggio alla vita adulta però rimane complicato. Douglas, ormai senza una rete familiare, continua a vivere in comunità e nel 2016 finisce in carcere per piccoli furti. È in quel periodo che conosce l’avvocato Gianluca Barbiero, che si appassiona al suo caso e decide di seguirlo in una battaglia legale durata anni.

Dopo una lunga battaglia in tribunale, i genitori adottivi sono stati obbligati a mantenerlo, come previsto da una sentenza del Tribunale di Cremona prima e dalla Corte d’Appello di Brescia in seguito. La sua storia è stata raccontata nel libro “Figlio di nessuno”, scritto insieme alla giornalista Valentina Reggiani.

Silvia Galli

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