Addio a "Pedar": se ne va una
colonna culturale del comprensorio

L’annuncio lo ha dato, poco dopo le ore 14 di domenica, il sindaco di Viadana Nicola Cavatorta, salutando quello che è stato assieme artista poliedrico, custode e divulgatore del dialetto – al quale ha saputo dare grande dignità nelle sue canzoni senza perdere mai la verve istrionica e la connaturata comicità di alcuni passaggi – e colonna culturale di un territorio: si è spento Pietro Borettini, per tutti “Pedar”, all’età di 97 anni, compiuti lo scorso 27 giugno.
Come recitano le carte conservate nella biblioteca Parazzi di Viadana, Pietro Borettini “nasce da Giacomo Borettini, detto “Ai leoni”, e Adele Zanoni detta “Gaia”; è il quinto di nove fratelli. Inizia a lavorare già da ragazzo, passando da un lavoro all’altro, facendo il calzolaio il venditore di bambole, il gelataio e nella maturità l’operaio in una piccola fabbrica di spugne. Dotato di sensibilità ed ironia, comincia a esprimersi cantando accompagnandosi con la chitarra e non solo, compone poesie, racconti, commedie, dipinge, modella personaggi che fanno parte della vita quotidiana. Diviene il custode della tradizione popolare, sempre esprimendosi in dialetto Viadanese. E’ un cantastorie che si è esibito nelle manifestazioni popolari della Bassa Mantovana e non solo”.
Ha ricevuto la cittadinanza onoraria anche di Pomponesco, come segno di riconoscenza, esattamente un anno fa, il 21 luglio 2024. Si ricorda, in particolare, una serata a lui dedicata nella notte di Santa Lucia nel 2018, ripetuta poi nel 2023: nella prima occasione “Pedar” aveva assistito all’esecuzione dei suoi brani più noti da parte degli amici artisti di Viadana e dintorni, che avevano a loro volta scritto componimenti per l’occasione, ispirandosi proprio all’arte di “Pedar”. Ne uscì un concerto trascinante e con fine benefico al Teatro Vittoria, perché proprio a fin di bene andarono i fondi raccolti dalla vendita del cd, che rimane ad oggi l’ultima testimonianza “fisica” dell’arte di Borettini.
Il quale, prima che cantante, è stato anche scultore e pittore. La sua forza stava nella semplicità e nella freschezza con cui prendeva una situazione quotidiana e banale e sapeva romanzarla, senza necessariamente trarne una morale: “Pedar” nei suoi scritti (poesie o canzoni, cambia poco) sapeva passare dall’ironia più feroce alla malinconia riflessiva (il testo di “Puar Barbon” è emblematico di quanto stiamo scrivendo), approdando senza soluzione di continuità alla comicità più pura e scanzonata (riascoltatevi, a tal proposito, “I m’ha rubà la bicicleta”). Davvero una sensibilità a tutto tondo, pur virando sempre dal versante allegro che meglio si addice a giullari e cantastorie.
“Da parte dell’Amministrazione Comunale di Viadana – ha spiegato il sindaco Cavatorta – le più sentite condoglianze. Siamo dispiaciuti, Pedar da artista poliedrico ha saputo rappresentare la viadanesità in tutte le sue sfaccettature regalando un sorriso, durante la sua lunga vita, a tante generazioni. La sua arte rimarrà ai posteri come patrimonio di tradizioni e cultura per le generazioni future”.
Giovanni Gardani