25 anni di Sagra a Fossacaprara:
il racconto scorre sul Po
Nella forza delle connessioni – tra persone, comunità, territori, istituzioni, associazioni – risiedono l’essenza e lo spirito di una visione condivisa. Un approccio sinergico in cui parole come tradizione, valorizzazione, territorio, comunità, identità, confronto, crescita e inclusione si caricano di significati ulteriori. Concetti espressi da tutti gli attori presenti a bordo della Motonave Padus nella mattinata di sabato.
Dal porto turistico di Mezzani è partita una conferenza, uno spazio informale di libera circolazione di idee, per un momento di navigazione sul fiume Po, “simbolo di origine e di movimento verso il mare, ed espressione della necessità di andare oltre i propri confini per crescere e condividere”.
I 25 anni della Sagra di Fossacaprara sono stati dunque l’occasione per creare un momento di riflessione e condivisione di esperienze, unendo passato e presente. “Con l’Associazione Giochi Antichi e Slow Food – ricordano da Oltrefossa – in questi anni abbiamo ampliato i nostri orizzonti, creando un ponte tra tradizione e innovazione”. Ed è proprio sull’importanza di questo equilibrio che si sono concentrati molti degli interventi.
Ad aprire la discussione – moderata dal prof. Mauro Ferrari – è stato Damiano Chiarini, che ha ricordato le motivazioni che hanno portato a ideare la festa della frazione di Casalmaggiore: “Ormai 25 anni fa abbiamo pensato a una sagra, a un modo nuovo per stare insieme. C’era bisogno di convivialità, di un collante, di qualcosa che restituisse un’identità a Fossacaparara”. Un risultato arrivato immediatamente, e che si è consolidato nel tempo.
“Quello di oggi – ha sottolineato Agostina Lavagnino, Responsabile dell’Archivio di Etnografia e Storia Sociale di Regione Lombardia – rappresenta un momento significativo per discutere di tematiche legate alla valorizzazione del territorio e al senso di comunità che si crea attraverso feste tradizionali come quelle organizzate a Fossacaprara. Un evento che coinvolge non solo la comunità locale, ma anche le comunità di gioco del programma Tocatì. Questi scambi, queste relazioni sono fondamentali perché ci fanno capire l’importanza dei valori comunitari dietro a questi eventi, allargati a una rete che, grazie al riconoscimento Unesco, è internazionale”.
Innumerevoli gli spunti, le occasioni di riflessione, le opportunità di contaminazione di idee e prospettive emerse nella mattinata. Tra i relatori intervenuti anche Giuseppe Giacon e Valentina Lapiccirella Zingari, rispettivamente vicepresidente dell’Associazione Giochi Antichi e antropologa e ricercatrice di AGA; Giuliana Daniele (Presidente Slow Food Lombardia); Ilena Baruffaldi (Slow Food Oglio Po) e Leandro Ventura, Direttore dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale del Ministero della Cultura, il quale ha rimarcato come, nel contesto della sagra, elementi inclusivi come il cibo e il gioco siano strumenti di valorizzazione e di crescita. “Iniziative di questo tipo testimoniano come il patrimonio culturale, materiale o immateriale, sia rilevante per la comunità”.
“Un’occasione – ha proseguito il sindaco della Piccola Atene, Marco Pasquali – per riflettere sul ruolo che l’Unesco può avere per sviluppare territori: Sabbioneta dal punto di vista storico e architettonico, il Mab Unesco dal punto di vista naturalistico, i giochi antichi come elemento per favorire l’unione e la costruzione di una comunità”.
Stefano Donzelli di Oltrefossa ha ricordato l’impegno e la voglia di mettersi al servizio degli altri da parte dei volontari coinvolti. Marco Micolo, assessore alla Cultura del Comune di Casalmaggiore, ha sottolineato la rilevanza che realtà come Oltrefossa hanno nel sottoporre agli enti iniziative, proposte, suggerimenti, idee.
Rientrati al porto di Mezzani, i presenti hanno fatto un aperitivo in barca con i prodotti dell’Arca del Gusto Slow Food: Luadel e fiocchetto di prosciutto, meloni antichi, spumante brut di Malvasia. A seguire, il trasferimento a Fossacaprara per un momento conviviale con specialità tipiche, tra cui i “gnocchi a la mulinèra”, antica ricetta riscoperta in questi anni.
Lorenzo Costa