E' morto Bruno Feroldi, apripista
nel mondo della telefonia

Estremo saluto, a cura delle Onoranze Funebri Mantovani, oggi pomeriggio nella parrocchiale di Vicobellignano, per Bruno Feroldi, 84 anni, scomparso il giorno prima di Ferragosto dopo una degenza nel reparto di cure palliative dell’ospedale di Cremona dove era ricoverato in seguito all’aggravarsi di un tumore. Originario di Rivarolo del Re, era una persona molto nota e apprezzata, titolare del negozio di telefonia Tim in piazza Garibaldi ma attivo nel settore da anni, formando anche tanti giovani appassionati di telecomunicazioni che hanno poi preso da lui il testimone.
Una vita contrassegnata dal lavoro ma anche dalla tragedia che colpì la famiglia nel novembre 2006, quando il figlio Stefano di 33 anni, che lavorava con lui, perse la vita in un incidente lungo la Sabbionetana mentre alla guida della sua Bmw X5. Bruno lascia la moglie Angela, le figlie Sabrina con Mario e Chiara con Raphael, i nipoti Anna, Andrea, Lorenzo, Giulia e Bianca, il fratello Auro con Lina, la sorella Franca e parenti tutti.
Feroldi fu tra i protagonisti della serata di presentazione del volume realizzato a Rivarolo del Re nel 2016 in occasione del centenario del Comune. Tra le tante vicende raccolte nel libro, anche quella riguardante una lettera spedita dal fronte russo nel 1941 da un padre che sperava di abbracciare il figlio appena nato, del quale aveva ricevuto, via posta, una foto. Un abbraccio mancato a causa della morte in guerra, ma anche una restituzione: quel bambino infatti era proprio Bruno Feroldi, presente alla serata e visibilmente commosso, a cui era andato l’affettuoso applauso di tutta la comunità, oltre al calore di Pierluigi Lupi, figlio di Giuseppe, datore di lavoro del padre Sabino Feroldi, che spedì la famosa fotografia.
Feroldi, dapprima dipendente Telecom, aveva poi deciso di mettersi in proprio: il primo laboratorio in via Pascoli, dove venivano realizzati i circuiti per le linee telefoniche e di internet, andava di pari passo col negozio Tim in via Cavour. Infine, prima della pensione, il cambio, col negozio trasferitosi in via Marconi all’angolo con piazza Garibaldi e il laboratorio invece in via Repubblica: lo stesso laboratorio che oggi gli ex apprendisti di Bruno portano avanti, dopo avere appreso anche da lui lo spirito imprenditoriale.
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