"Educazione alla prossimità,
chiave per una vera integrazione"

“Un’educazione di prossimità, da ambo le parti, sia per chi accoglie sia per chi è accolto”: questo il punto cardine per don Paolo Tonghini, presidente di New Tabor Odv, associazione di cooperazione internazionale, per una vera integrazione.
Ha fatto del dialogo e della cooperazione internazionale un pilastro della propria azione. Seguendo queste direttive, negli anni ha operato in diversi contesti in Paesi in via di sviluppo, promuovendo modelli di business etico, favorendo l’integrazione tra realtà differenti e l’emancipazione, anche dal punto di vista lavorativo, delle popolazioni in Africa, Asia, Sudamerica.
Ora don Tonghini, commentando i recenti episodi di cronaca che hanno visto protagonista – suo malgrado – Piadena Drizzona, parla di integrazione, sicurezza e rispetto reciproco. Una riflessione che, partendo dal contesto locale, si presta a considerazioni di più ampio respiro su una questione complessa e articolata.
“Sono piadenese ma da anni ‘fuori porta’… i problemi – afferma – si risolvono alla radice, se si vogliono risolvere. Non è l’assistenzialismo che dà futuro, ma una vera e seria educazione alla prossimità, da ambo le parti, sia per chi accoglie sia per chi è accolto. Entrambe sono figli di Dio, fratelli, ‘portatori sani’ di diritti e, naturalmente, di doveri. Il diritto a una conoscenza reciproca e a un dialogo costruttivo da ambo le parti è doveroso”.
Sulla recente aggressione subita dal parroco di Piadena Drizzona, don Antonio Pezzetti: “Se uno è già stato segnalato, mi domando – si interroga Tonghini riferendosi all’aggressore – come mai è ancora fuori, impunito?” Nella propria argomentazione, un riferimento alla “fragilità nell’ordine pubblico e alla debolezza del sistema legislativo italiano o locale”.
Don Tonghini prosegue: “Ho sempre operato in terra di missione, nei Paesi più disparati e tante volte pericolosi e a rischio… di questa gente ‘straniera’ ne ho conosciuta tanta, ma ha sempre avuto un grande rispetto, forse perché ha visto direttamente che operiamo e creiamo sviluppo nella loro terra e per la loro terra”. In riferimento all’impegno dell’Odv di Viadana a favore degli abitanti dei Paesi in via di sviluppo: “Investiamo, seppur con tanta fatica, pazienza, perseveranza e sacrificio, per dare loro futuro e speranza. L’accoglienza non è mai fine a se stessa, ma ha come fine l’integrazione, il dialogo e la reciprocità”.
L.C.