Da Viadana all’Adriatico in canoa:
il viaggio di due amici lungo il Po
Da Viadana all’Adriatico: 215 km in canoa per Alex Malavolta e Piergiorgio Campanini lungo il Po. Quest’ultimo, che ha coinvolto l’amico nell’esperienza, spiega il motivo che lo ha spinto ad intraprendere quest’avventura: “Oggi il grande fiume è stato dimenticato. Lo si scorge spesso solo da lontano quando si attraversano i suoi ponti, eppure è ancora lì immenso, ricco di storie e di paesaggi unici”.
DA VIADANA ALL’ADRIATICO IN CANOA: L’IDEA DI CAMPANINI
“Sono cresciuto frequentando la golena di Viadana – spiega Campanini – e la sua fitta vegetazione che varia nelle forme e nei colori durante il susseguirsi delle stagioni. L’idea di discendere il Po fino alla foce mi venne durante la pandemia. La visione, per un esame universitario, di alcuni film neorealisti ambientati sul fiume e il suo delta: come Gente del Po di Michelangelo Antonioni, Ossessione di Luchino Visconti e anche un episodio di Paisà di Roberto Rossellini, non fece altro che aumentare questo mio desiderio. Inoltre, il libro fotografico di Michael Kenna sul fiume Po, consigliato da un caro amico, mi mostrò nuovi scorci del fiume. Volevo esplorare luoghi che non avevo mai visto. Convinsi il mio amico Alex ad acquistare con me una canoa canadese e a seguirmi in questa impresa un po’ folle”.
I PRECEDENTI TENTATIVI E LA PREPARAZIONE PER IL VIAGGIO
Il progetto non andò subito a buon fine: i viadanesi dovettero interrompere il viaggio nel settembre 2024 a causa di un’allerta meteo e delle proibitive condizioni trovate all’altezza di Ferrara. Memori della prima esperienza, al secondo tentativo i due hanno caricato la loro canoa canadese, una Old Town Saranac 146 con tende, due bidoni a tenuta stagna riempiti con attrezzatura e il cibo diviso in razioni singole, una tanica da venti litri d’acqua potabile, fornellino con tutto il necessario per cucinare, e come unico “comfort” un tavolino da campeggio con le sedie e due ombrelloni per schermarsi dal sole.
INSIDIE E INCONTRI LUNGO IL FIUME
Durante la prima settimana di luglio è iniziato il viaggio da Boretto, sulla riva opposta a Viadana per la comodità dell’attracco. Anche stavolta non sono mancate le insidie: “Abbiamo affrontato il caldo torrido, il sole, vento contrario, navigando con pochissima spinta della corrente a causa dello scarso livello del fiume. Ci siamo accampati sugli spiaggioni e abbiamo fatto qualche tappa in alcuni campeggi”. Gli incontri nei giorni di viaggio: “A Stellata di Bondeno abbiamo incontrato Filiberto Raisi, pescatore professionista e protagonista di programmi televisivi sulla pesca, che ci ha raccontato la sua esperienza di discesa del Rio delle Amazzoni, mentre Mauro Bolognesi ci ha narrato le sue discese del Po fatte in solitaria negli anni ’90.
La mattina del sesto e ultimo giorno abbiamo incontrato un ragazzo della provincia di Mantova, Darico Brovini, di Bagnolo San Vito che, partito da Suzzara pochi giorni prima, stava discendendo il fiume in solitaria: si era fermato al molo di Ariano nel Polesine dopo aver notato la nostra canoa. Abbiamo deciso di percorrere insieme gli ultimi 40 chilometri che ci separavano dal mare, lottando contro la marea contraria e il caldo, ma motivati dall’essere divenuti un gruppo”.
L’APPRODO ALLA FOCE DEL PO
“Al tramonto, superati gli ultimi canneti, abbiamo finalmente visto il faro di Goro. Sullo sfondo l’acqua verde del fiume diluiva lentamente in un’immensa distesa azzurra: eravamo giunti alla meta. Dopo aver tirato in secca le canoe, abbiamo festeggiato con un ricco banchetto unendo tutti i viveri rimasti. Accampati sulla foce del Po, di fronte all’Isola dell’Amore, abbiamo affrontato una notte davvero difficile a causa di un vento fortissimo che rischiava di sradicare le tende. Solo all’alba ci siamo riposati con un meritato bagno nel mare Adriatico. Al mattino, camminando sulla riva disseminata di conchiglie, i pescatori ci chiedevano: “Ma da dove venite?” e alla nostra risposta: “Dalla provincia di Mantova”, ci guardavano stupiti.”
IL RICORDO DELL’ESPERIENZA
Quello iniziato da Viadana ha rappresentato, per i protagonisti, un viaggio per conoscere la “gente del Po”, la sua cultura e tradizioni, un modo nuovo per guardar e vivere il fiume: “Non dimenticheremo mai questa emozionante esperienza che ha messo alla prova la nostra capacità di resistenza e i nostri limiti. Un percorso lento, lontano dai rumori della civiltà frenetica, immersi nell’armonia della natura”. Al bagaglio di ricordi dell’esperienza si aggiuge l’omaggio di un loro amico, Mattia Francescini, fumettista che ha immortalato l’impresa dei viadanesi con due illustrazioni realizzate per l’occasione.
L.C.