Cultura

Giovani e scrittura, 50 opere
in concorso al Premio Senghor

Sabato 27 settembre alle 17 la premiazione dei vincitori del Premio Senghor 2025

Sono una cinquantina le opere in concorso per la quinta edizione del Premio Letterario Senghor, rassegna nata per dare risonanza al pensiero dei giovani, sia per quanto riguarda la sfera personale, sia in merito alla società che li circonda.

Nel DNA della manifestazione è insito un invito alla riflessione per le nuove generazioni, stimolate alla continua scoperta di spunti culturali e letterari nuovi. In quest’ottica, ancora una volta, i promotori hanno individuato alcune opere di riferimento, per permettere ai ragazzi in gara, grazie a specifiche proposte, di calibrare i rispettivi lavori o, perlomeno, suggerire loro un percorso di ispirazione tra le parole di scrittori importanti.

In questo senso, tra le opere di riferimento, consigliate ma non obbligatorie, erano state suggerite La Passione di Artemisia (Susan Vreeland), Narciso e Boccadoro (Herman Hesse), Divisa in Due (Sharon M. Draper), Annie. Il vento in tasca (Roberta Balestrucci Fancellu).

Sabato 27 settembre alle 17 è in programma la giornata conclusiva con la presentazione delle opere vincitrici tra le 50 in gara. Ai vincitori sarà corrisposto un premio di 200 euro; inoltre, ai primi tre classificati nelle rispettive categorie (13-16 anni; 17-19; 20-22) sarà consegnata una targa ricordo della partecipazione, mentre le dieci opere con più preferenze saranno pubblicate.

L’impulso del Premio Senghor non si esaurisce con il concorso letterario, ma è declinato in un arco temporale molto ampio. Infatti, durante l’anno scolastico si organizzano microprogetti con le scuole locali e momenti di lettura drammatizzata dei libri di riferimento, laboratori e incontri pubblici sul tema dell’identità giovanile.

Paolo Segalla, tra gli organizzatori della rassegna, si sofferma sul tema di quest’anno, “Le passioni che fanno crescere”: “Volevamo che i partecipanti raccontassero le loro passioni. Il pensiero di fondo, in questa epoca di cuori freddi, era che un giovane spinto da un interesse, che si appassiona a qualcosa, possa vivere la vita più intensamente, con più amore, crescendo meglio e più felice”.

Il Premio nasce dall’esperienza della Comunità Educativa Ostello Senghor, a cui si deve anche la genesi del concorso. Un luogo concreto, ma soprattutto mentale, quello della Comunità, accogliente e protetto, in cui persone si prendono cura di altre persone, condividendo esperienze e vissuti. La struttura ospita minori affidati dai Servizi Sociali di diversi comuni della Lombardia, a causa di problemi nelle famiglie d’appartenenza.

“Questi giovani – continua Segalla – vivono nel nostro territorio, frequentano le nostre scuole, società sportive, luoghi di aggregazione. Crescono con noi. Stando con loro – ricorda – abbiamo capito quanto è importante per noi adulti ascoltare, e per questo è nato il premio letterario, per lasciare parlare i giovani. Desidero ringraziare il Comune di Casalmaggiore per aver concesso il patrocinio, la Biblioteca civica Mortara, prezioso supporto per la parte operativa, la Scuola Media Diotti, l‘Istituto Scolastico G.Romani, la Fondazione Santa Chiara e il Rotary Oglio Po per il sostegno economico al Premio”.

Il concorso e la Comunità riverberano la filosofia di Léopold Sédar Senghor (1906–2001), una delle figure più importanti del Novecento africano e mondiale, la cui poesia mescola tradizione africana e cultura francese, con il concetto di radici, della memoria, dell’esilio, della dignità e del dialogo tra popoli.

Lorenzo Costa

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