Severino Lodi e la sfida più
grande: "Voglio l'Himalaya Trail"
58 anni e la voglia di superarsi sempre: Severino Lodi da Martignana di Po è partito nelle scorse ore per un’impresa che non ha precedenti in Italia. O meglio in tanti l’hanno tentata, ma nessuno l’ha portata a termine. Parliamo dell’Himalaya Trail, in Nepal, il paradiso degli Ottomila.
Un percorso durante il quale la testa potrà (dovrà) fare più del fisico. Ma Severino è abituato all’estremo, dato che l’anno scorso aveva concluso la Swiss Peaks, non “esagerata” come l’avventura nepalese per caratteristiche, ma senza dubbio intensa. “I 6155 metri del Sherpeni Col Pass sono il picco dell’avventura a livello di altezza, ma si viaggia sempre su passi non inferiori ai 5mila metri. Il perché della scelta di questo periodo post monsonico? E’ un discorso anche estetico, oltre che di logistica: è infatti migliore la vista delle cime più importanti come l’Everest, il Manaslu, il Makalu. Va ricordato che le temperature notturne in tenda sono di -20/-25° ma sono percorsi per i quali si arriva addestrati, dato che sarà molto lunga la permanenza continuata ad una quota oltre i 4mila”.
Esistono diversi trail “ortodossi” e tracciati sulle cartine. “Quello più a nord è in linea di massima il percorso che farò, anche se con Buddiray, la mia guida, ho cercato di personalizzarlo per andare a vedere aree da poco aperte ai trekkers dove tradizioni e cultura sono ancora gelosamente preservate. Così dai circa 1700 km del tradizionale percorso il mio sarà di circa 2100 km in totale: non è il sentiero più lungo del mondo ma è considerato il più difficile di tutti. La media che dovremo tenere è di 9-10 ore al giorno di cammino: così facendo, e tenendo presenti gli imprevisti, dovremmo concludere il trail in un centinaio di giorni, calcolando un po’ di tempo per il riposo e l’acclimatamento. Il ritorno a casa è previsto per Natale. Porterò un po’ di materiale per una scuola in Nepal, proprio come avevo fatto anni fa”.
Giovanni Gardani (video Alessandro Osti)