Cronaca

Leopoli, anche attivisti mantovani
sul treno sfiorato dai raid russi

Un edificio colpito dal raid russo (Foto SIR)
L'attacco russo con missili e droni (foto Vatican News)
Gli attivisti in missione in Ucraina

C’era anche il viadanese Paolo Bergamaschi tra i 110 attivisti italiani del MEAN, Movimento Europeo di Azione Nonviolenta, sul treno in viaggio da Kyiv verso il confine polacco, convoglio che, questa notte, è stato sfiorato da un massiccio attacco russo contro la città ucraina di Leopoli.

A bordo erano presenti esponenti di 35 associazioni, tra cui Azione Cattolica, Anci, MoVI e Agesci. Il gruppo aveva appena terminato la decima missione promossa sul suolo ucraino. La spedizione era di rientro da Kharkiv, dove aveva realizzato numerosi incontri con la società civile per dare corso a nuovi progetti di solidarietà.

Numerosi i viaggi del viadanese, già consigliere nelle istituzioni europee, docente di politica comunitaria e scrittore, nella nazione: nel novembre 2022 ha partecipato alla firma dei “Patti di Leopoli“, accordo di cooperazione tra comuni italiani e ucraini. Inoltre, ha preso parte alla marcia per la pace a Kiev nel luglio 2023, insieme a una sessantina di connazionali.

“Questa volta – spiega – ci siamo spinti fino al confine orientale, fino a Kharkiv, dove abbiamo passato due giorni a stretto contatto con la popolazione e la comunità locale di una città straziata dal suono delle sirene da mattina a sera. La gente ormai non fa più accenno a quello che sta succedendo e vive in assoluta normalità quella che, per noi, sarebbe un’emergenza assoluta.

Il paradosso è che siamo partiti dal fronte per tornare in Europa e quella che abbiamo passato, a ridosso del confine europeo, quando eravamo a Leopoli, è stata una notte incredibile. A pochi chilometri di distanza sono caduti missili nei pressi della città. Missili che ho visto dal finestrino del treno. Subito dopo c’è stata una risposta della contraerea ucraina che ha cercato di abbattere alcuni droni non lontano dal convoglio su cui stavamo viaggiando. Non mi è mai capitato di vivere una situazione del genere”.

Bergamaschi, che dopo aver superato il confine polacco insieme agli altri volontari si è recato a Cracovia, in attesa del volo per rientrare in Italia, parla dell’accoglienza tributata ai componenti della spedizione umanitaria dagli ucraini: “Siamo stati accolti calorosamente da una popolazione che necessita di grande solidarietà e aiuto.

La missione serviva proprio per portare un messaggio di speranza. L’obiettivo era quello di celebrare con gli amici ucraini il Giubileo della Speranza, portando un messaggio di pace per le popolazioni colpite da un conflitto che si sta prolungando ormai da troppo tempo. Speriamo che si possa arrivare presto a un cessate il fuoco”.

Il drone – racconta Adriano Stabile, segretario provinciale del Pd di Mantova, anch’egli sul convoglio – è caduto a 100 mt dal nostro vagone. Per fortuna è finita bene, ma c’ è mancato davvero poco. Dicono  che sono gli attacchi della Russia agli impianti energetici dell’Ucraina e alle infrastrutture di collegamento.

Attacchi condotti in vista della stagione invernale, nel tentativo di stremare la popolazione civile, anche mettendola in difficoltà per quanto riguarda l’approvvigionamento di beni di prima necessità. Noi stiamo bene, ma chiaramente il nostro pensiero è a tutte le persone che abbiamo incontrato, che vivono ogni giorno questa situazione e che sono costrette a restare qui”.

Lorenzo Costa

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